Gli ultimi 9 anni sono stati per i fan di Persona un periodo di lunga attesa: dopo l’uscita di Persona 4 l’annuncio da parte di Atlus di un nuovo capitolo della saga fu seguito da un lungo periodo di silenzio, spezzato giusto dall’uscita degli spin-off e dei porting per console portatile. E nonostante Final Fantasy XV abbia sdoganato il JRPG presso i nuovi utenti e portato l’attenzione della massa su di sé accettando però dei compomenssi per far sembra re il titolo più “occidentale” ed abbandonando il combat system a turni per proporne uno decisamente più action, Persona 5 si presenta al grande pubblico dopo 20 anni dal primo capitolo con un sistema che affonda le radici nella tradizione del gioco di ruolo alla giapponese proponendo però tante novità sia per il genere che per la serie di riferimento. Ne sarà valsa la pena aspettare tutto questo tempo?
I am thou… Thou art I…
La storia di Persona inizia in medias res, buttandoci all’interno di un lussuoso casinò nel quale il protagonista delle vicende (nome in codice “Joker”) si fa largo fra le guardie della struttura: la sua corsa verrà però fermata dal sopraggiungere della polizia che fermerà la fuga del giovane ladro. Una volta portato in centrale, Joker verrà a lungo interrogato dalla procuratrice Niijima: ci verrà svelato che dietro la maschera che indossa si cela un sedicenne studente i un liceo di Tokyo finito in affido e costretto a cambiare istituto scolastico a seguito di una (ingiusta) denuncia per aggressione. Avrà inizio così la storia del nostro protagonista che già durante il primo giorno di scuola nel nuovo liceo avrà a che fare con una misteriosa applicazione sul suo cellulare capace di portarlo in un mondo oscuro dove i desideri più tetri e le malefatte delle persone che circondano Joker prendono forma e si palesano sotto forma di potenti mostri conosciuti come Ombre (Shadows). Qui il nostro protagonista capirà che per affrontare le Ombre che popolano questa realtà parallela dovrà togliersi quella maschera che siamo soliti indossare nel nostro vivere quotidiano, sia metaforicamente che letteralmente, e liberare il potere dei Persona, creature che non sono altro che la manifestazione spirituale dell’io interiore dell’evocatore rimaste sigillate dentro al suo cuore per lungo tempo. Ed oltre a ciò non vogliamo raccontarvi di più, sia perché rischieremmo di spoilerare un gioco che va vissuto di persona in ogni suo momento, sia perché la stessa Atlus sta cercando di impedire che gli utenti scoprano qualcosa della trama del gioco per mano di terzi, limitando la condivisione di video ed immagini provenienti dal gioco tramite lo sharing integrato di PlayStation 4. Vi possiamo però dire che la trama, sin dalle prime ore, è stata in grado di assestarci un paio di pugni ben piazzati nello stomaco: le situazioni in cui i personaggi avranno a che fare nel mondo reale saranno così verosimili che nei momenti più drammatici verremo coinvolti emotivamente ed impareremo ad amare ed odiare i personaggi per le loro azioni: la trama del gioco è frutto anche di una critica alle ingiustizie sociali che dominano il mondo, alcune delle quali legate a doppio filo con la cultura giapponese e quindi forse meno comprensibili di altre. I personaggi di Persona 5 saranno tutti pieni di sfaccettature ed il più delle volte il loro design è stato creato per far presagire uno stereotipo che puntualmente viene smentito, lasciando emergere dei personaggi assolutamente unici, così come unici saranno i personaggi da loro evocati. Tutta la caratterizzazione avverrà tramite lunghissimi dialoghi che, tramite le sfumature in essi contenuti, delineeranno i ciascuno dei membri del party in maniera perfetta. Ecco, se proprio volessimo rivolgere una critica a questo aspetto non è tanto la presenza di troppi dialoghi quasi da visual novel (da tenere presente che il gioco non è stato tradotto in italiano), quanto la presenza in diversi passaggi di una ridondanza di parole che altro non fanno che ripetere un concetto già espresso, anche solo per aggiungere una sfumatura in più al discorso.
From the sea of thy soul, I come…
Persona 5 prende a piene mani la formula già collaudata negli episodi 3 e 4, aggiungendoci alcune interessanti novità che rendono il titolo uno dei migliori della saga, se non il migliore. Partiamo parlando con la vita del nostro protagonista nel mondo reale: come anticipato, stavolta la storia si svolgerà nella grande metropoli di Tokyo e per la precisione nel quartiere di Shibuya dove la presenza di attività da svolgere e locali ci terranno occupati per parecchio tempo. Le sezioni di vita “comune” sono scandite da un calendario ed una divisione delle giornate in macro-periodi (mattina, pomeriggio, dopo-scuola e sera) durante i quali avremo la possibilità di eseguire un numero limitato di azioni. Durante la maggior parte della settimana gran parte della giornata sarà occupata dalle attività scolastiche che ci impediranno di vagare liberamente per la città, ma dalle quali potremmo giovarne accrescendo le nostre skill (divise in Charm, Kindness, Guts, Knowledge e Proficiency) ognuna delle quali avrà delle ripercussioni sulle attività da poter svolgere e sul materiale disponibile presso alcuni shop come quello delle armi ed armature. Fuori dalla scuola, oltre a dedicarci ad altre attività di svago quali lo shopping, la visione di un film al cinema o il dedicarsi ad una sana sessione in sala giochi (tutte attività capaci di potenziare le nostre skill) potremo decidere di trovarci un lavoro part-time utile per rimpinguare le nostre tasche dopo l’ultima giornata di acquisti compulsivi tra consumabili ed equipaggiamento. Tornano i Social link, componente di gioco intorno alla quale ruota la parte ruolistica del mondo reale che per la maggior parte del tempo può essere paragonato ad un life simulator game: i Soclial Link non sono altro che conversazioni che potremo avere con alcuni personaggio predefiniti conosciuti con il nome di Consultant e che possono terminare con una serie di domande a risposta multipla o con incarichi particolari da portare a termine. Aiutare un Consultant o rispondere in maniera consona alle domande che esso ci porrà porterà ad incrementare l’affinità con il personaggio e parallelamente il livello dell’arcana ad esso associato. Le arcane non son che dei tarocchi che, se potenziati, porteranno benefici quali sconti presso gli shop, un rafforzamento dei Persona, la possibilità di sbloccare mosse e tattiche extra da usare nei combattimenti ed altro ancora.
Wake up, get up, get out there
La vita del protagonista e della sua squadra si trasforma quando essi entrano nel regno delle Ombre: qui essi impersonano il ruolo di Phantom Thieves, ladri con un nobile compito da portare a termine ovvero quello di infiltrarsi nelle fortezze generate dalla mente distorta dei criminali di Tokyo e di rubarne il “cuore”, ovvero l’istinto corrotto che li porta a compiere le nefandezze delle quali si sono macchiati, costringendoli così ad un atto di redenzione ed una confessione dei loro peccati. A differenza degli altri capitoli della serie, i dungeon principali dell’avventura non saranno generati in maniera procedurale, ma avranno una mappa ben precisa creata ad hoc dagli sviluppatori: solo un dedalo formato dai cuori corrotti dei cittadini di Tokyo chiamato Mementos avrà questa peculiarità ed esso sarà un posto perfetto per acquisire esperienza e nuovi Persona. L’esplorazione dei Palazzi vedrà l’aggiunta di una nuova caratteristica per la saga: impersonando dei ladri il nostro scopo sarà quello di infiltrarci destando il minor sospetto possibile e per fare ciò sono state inserite delle meccaniche stealth. Dovremo pertanto rimanere fuori dal campo visivo dei nemici il più possibile in modo da poterli sorprendere alle spalle, oppure si rischia di alzare il livello di allerta dell’intero palazzo che, una volta arrivato al 100% ci porterà a dover ritentare l’infiltrazione nel dungeon. Sicuramente un’aggiunta piacevole ed interessante che però si rivela essere un possibile punto debole del gioco, con meccaniche non del tutto perfezionate e l’impossibilità di capire quando ci troveremo nel cono visivo del nemico, complice anche una telecamera che non aiuta in questa attività e la mancanza di un’indicazione nella minimappa. È però nel battel system che Persona 5 mostra i muscoli: nonostante la presenza di un sistema a turni possa sembrare anacronistico, la sua profondità non penalizza minimamente il gioco. Ovviamente il titolo mette a disposizione alcuni comandi classici come “attacca”, “guardia” e “oggetti”, ma il vero fulcro consta ovviamente nei Persona, creature che potranno essere evocate a turno per permetterci di accedere a set di abilità differenti: ciascuna abilità avrà delle affinità elementari che potranno essere utilizzate per sfruttare debolezze e resistenze nemiche, ma usare uno specifico Persona ci porterà a nostra volta a soffrire di debolezze verso particolari elementi. È stato inoltre aggiunta la possibilità di utilizzare armi da fuoco, generalmente più forti degli attacchi melee ma dal numero limitato di munizioni che può essere ricaricato solo uscendo dallo Shadow Realm, rendendo quindi fondamentale dosarne la quantità nel corso del dungeon. Peculiare poi il metodo di cattura dei Persona: durante il combattimento i nemici in campo potrebbero rimanere storditi da i nostri attacchi e quando questa condizione si verifica per tutti i nemici in campo potremo lanciare un All-Out Attack, un enorme attacco melee che coinvolge tutti i personaggi del party. Tuttavia potremo scegliere anche di dialogare con il nemico in questione e di fare in modo che si schieri dalla nostra parte, diventando appunto un Persona, ed una volta fuori dal dungeon potremo recarci alla Velvet Room per fondere i Persona fra di loro in modo da evocarne sempre di nuovi e differenti. Nel complesso il gioco offre una profondità scalabile grazie ai 5 livelli di difficoltà disponibili: potete anche pensare di affrontare con leggerezza il gioco in Safe o Easy mode, ma se volete approcciarvi alle altre modalità senza aver padroneggiato ogni possibilità messa a disposizione state certi che siete destinati a fallire.
Raise your voice against liars
Non appena inserirete il disco di gioco nella vostra console ed avvierete il software, subito verrete travolti dallo stile unico del titolo: il character design, sia quello dei personaggi che quello dei Persona e dei mostri, è anche questa volta d’altissimo livello e ricorda quello visto in Persona 3 e 4 ed ancora di più Catherine, ma moltissimi degli elementi di gioco si presentano in maniera fortemente “stylish”: i menu di gioco e di fine battaglia, i menu di selezione dei vari negozi e le varie schermate di dialogo sono in grado di contribuire visivamente allo spirito del gioco stesso. Il gioco è realizzato con un ottimo cel shading che però di tanto in tanto lascia intravedere la sua natura cross gen: poco male dato che molte scene cruciali per l’avanzamento della storia sono realizzate tramite filmati splendidamente animati degni di una produzione animata ad alto budget. Gli scenari del mondo reale colpiscono per la vita che li permea e, nonostante le aree siano abbastanza ristrette, girare per le vie di Shibuya alla scoperta dei vari negozi sarà un’esperienza estremamente appagante. Quando saremo nello Shadow World la vera potenza delle ambientazioni esploderà: gli scenari presenteranno una ricchezza di dettagli e l’aver abbandonato il sistema di generazione procedurale dei dungeon ha permesso una maggiore cura del dettaglio nelle ambientazioni. Grandissima attenzione è stata riposta anche nel comparto sonoro, ad iniziare dal doppiaggio in inglese ottimamente realizzato per tutti i personaggi primari e secondari che incontreremo nel corso dell’avventura: per i puristi è comunque disponibile il doppiaggio in giapponese che dovrà però essere scaricato dal PlayStation Store. Infine la colonna sonora riesce ad essere stupefacente: il gioco fa largo uso di musiche jazz e lounge perfettamente arrangiate ed in grado di colpire l’orecchio del giocatore (ad iniziare dallo stupendo opening theme) che si alternano a brani più ritmati durante le battaglie ed i momenti di maggiore suspance.
PRO
- Una delle trame migliori per la serie e per i JRPG degli ultimi 10 anni
- Battle system complesso ed appagante
- Interessanti aggiunte per la serie
- Comparto artistico fortemente stylish
- Colonna sonora meravigliosa
CONTRO
- Componente stealth migliorabile
- A volte fin troppo ridondante nei dialoghi
- Lievi difetti tecnici legati alla natura cross gen
Voto: 9,5
Versione provata: PlayStation 4