Pinokl Games torna a seminare il terrore tra i festaioli più incalliti con Party Hard 2, il secondo capitolo dello stealth strategy uscito nel 2016. Vediamo in che modo il concetto messo in campo da Pinokl Games trova la sua evoluzione con il passaggio al 3D.
Maniaco delle feste
Così come nel primo capitolo, Party Hard 2 mette sul piatto un’offerta tanto interessante quanto macabra. L’idea è quella di impersonare un serial killer che, spinto da una distorta morale, semina il panico uccidendo senza ritegno durante le feste organizzate in città. Si tratta sicuramente di un argomento molto delicato vista e considerata la relativa distanza con la realtà che ci circonda. La società americana, più di tutte, sa benissimo cosa vuol dire scontrarsi con vicende del genere. Gli attentati di massa, le sparatorie nelle scuole o nei cinema contro persone del tutto inconsapevoli e completamente innocenti, insomma, Party Hard 2 ci mette tra le mani qualcosa che dovrebbe, ad oggi, essere se non dimenticato quantomeno rispettato. Non si tratta assolutamente di voler fare moralismi o la lezione di vita del giorno al giocatore che si avvicina ad un titolo del genere, esistono però dei limiti con i quali è sicuramente pericoloso giocare. Introdurre in chiave ludica qualcosa di così assurdamente orribile potrebbe urtare la sensibilità di coloro che hanno in qualche modo vissuto o comunque sono stati toccati da vicende del genere. Immaginate di giocare un livello di Party Hard 2 ambientato però al Bataclan di Parigi o alla Rambla di Barcellona, insomma, si tratta di una tematica semplicemente di cattivo gusto che ci provoca una sensazione di sdegno. La creatività la si può esprimere in tantissimi modi e “giocare” con eventi che hanno scosso nazioni intere non più di pochi anni fa non è uno di quei modi.
Ora, abbandonata la premessa che lascia il tempo che trova, Party Hard 2 va ad estendere quello che è stato il concetto messo in campo con il primo capitolo; uno strategico stealth ad obiettivi che ci mette di fronte a situazioni sempre diverse sfidando il giocatore che dovrà sperimentare e pianificare attentamente lo sterminio per portare a termine il livello. A differenza del primo capitolo, dove bisognava sterminare tutti i partecipanti alla festa di turno, Party Hard 2 pone diverse condizioni in base al livello in questione. Lo sterminio totale resta sempre un’opzione ma, data la mole di persone da uccidere, spesso conviene ripiegare sugli obiettivi prefissati. La natura procedurale del titolo, almeno in termini di disposizione delle vittime, rende il tutto molto imprevedibile e spesso quasi impossibile. Gli strumenti a nostra disposizione, seppur variegati, non ci permettono di interagire in modo profondo con i personaggi di gioco e aspettare il momento giusto per agire spesso spezza il ritmo di gioco.
Gli strumenti del’assassino
Oltre al nostro fidato coltello, che in fin dei conti si rivela essere l’arma più efficiente del titolo, potremo contare su numerosissimi oggetti sparsi per il livello, innescando anche un rudimentale sistema di crafting che ci permette di combinare più oggetti. Uno dei modi più efficienti per individuare i punti del livello con i quali potremo interagire è quello di usare il Party Scan, un nuovo strumento che ci permette di evidenziare tutti gli oggetti, raccoglibili compresi, con i quali potremo interagire. Tra i vari inneschi a tempo, capaci di creare esplosioni di vario raggio, potremo sfruttare scorciatoie, nascondigli e varie interazioni ambientali. Un totale di 14 livelli dalla difficoltà incrementale, spingono il giocatore in un vortice di pianificazione, spesso interrotta da un frustrante scorrere degli eventi completamente fuori dal nostro controllo. Le due bossfight che ci separano dall’epilogo del titolo spezzano il ritmo ma innescano dei meccanismi completamente diversi rispetti ai livelli classici, lasciando così respirare un po’ di varietà ad un titolo che altrimenti rischierebbe di soffocare nella sua ripetitività. Ad alleggerire il carico sulle spalle del giocatore vi è la possibilità di scegliere tra quattro personaggi con abilità e caratteristiche diverse. Dal classico serial killer, dotato di abilità come salute e velocità nella media, al Wannabe, un personaggio mirato a facilitare l’esperienza del giocatore al costo di non sbloccare gli achievements di gioco. La varietà offerta dai personaggi diluisce l’esperienza di gioco, concedendo al giocatore la possibilità di affrontare i livelli in maniera completamente diversa e fresca. La possibilità di affrontare i vari livelli in compagnia di un amico dona inoltre a Party Hard 2 un tono completamente nuovo, peccato che questa opzione sia disponibile soltanto in locale e non online. Il taglio artistico di Party Hard 2, sempre affezionato alla pixel art, riesce a guadagnare profondità grazie al passaggio alle tre dimensioni, almeno per quanto riguarda le ambientazioni. Sicuramente non possiamo parlare di un’esperienza impressionante dal punto di vista tecnico ma, per quello che si prefissa un titolo come Party Hard 2, la fluidità e la realizzazione di un sistema di illuminazione, accompagnato da un comparto artistico piacevole e ben realizzato, permettono al titolo di godere di un colpo d’occhio decisamente interessante. Divertente e particolarmente difficile, quasi frustrante, Party Hard 2 si fa giocare senza troppi pensieri, creando una sfida sicuramente importante da affrontare senza pesare troppo sui nervi del giocatore, la maggior parte delle volte. Party Hard 2 è infine un titolo da considerare per rompere il ritmo frenetico dei titoli più importanti, concedendosi un massacro di cattivo gusto che però nasconde dietro ad una macabra maschera, un sistema di gioco inizialmente austero ma alla lunga coinvolgente.
PRO:
- Curva di difficoltà ripida ma soddisfacente
- Artisticamente molto interessante
- Un’evoluzione azzeccata che non stravolge il concept del titolo
- Tanti elementi che favoriscono la varietà in un titolo altrimenti monotono
CONTRO:
- Cattivo gusto nelle tematiche trattate
- Bossfight migliorabili
- Inizialmente frustrante
Voto Finale: 7.5