Electronic Arts ha da sempre riservato un posto speciale ai Racing Games nel suo catalogo, entrando nel cuore di tutti i videogiocatori sin dall’infanzia con Need for Speed, una saga storica che affonda le sue radici nel lontano 1994 su Playstation e Sega Saturn. Dopo un ventennio pieno di alti e bassi, Electronic Arts è decisa a riportare la serie ai vecchi fasti, proponendo un reboot della saga sotto il semplice nome di Need for Speed. Vediamo come se la cava.
Tabula Rasa
Uno dei temi principali di Need for Speed è sempre stato l’illegalità, l’intera saga è incentrata infatti nelle corse clandestine e le fughe dalla polizia in pieno stile americano. Dopo il capitolo che ha aperto questa generazione di console, Need for Speed Rivals, e i suoi mediocri risultati, Electronic Arts ha deciso di andare sul sicuro, riproponendo un Reboot della saga con la promessa di regalare ai Fan le vecchie emozioni provate nei capitoli che hanno riscosso un successo maggiore, ovvero i Need for Speed Underground. Abbandoniamo dunque polizia e fuorilegge senza senso per immergerci in una realtà molto più urbana, fatta di corse clandestine e di personaggi eccentrici. Need for Speed ha tratto molto dalla saga cinematografica di Fast and Furious, proponendo addirittura una pellicola, uscita nel 2014, dal semplice nome di Need for Speed, aggiudicandosi un cast d’eccellenza con figure del calibro di Aaron Paul, nonostante il disastro ottenuto con il film, Electronic Arts non è pronta a gettare la spugna, lanciandosi in un Reboot dal sapore nostalgico, senza trascurare l’evoluzione del mondo videoludico, proponendo meccaniche fresce e una grafica mozzafiato.
Siamo dunque davanti ad un Arcade Racing vecchio stampo, l’unico obiettivo è il divertimento.
Need for Speed si presenta in vesti molto simili a quelli di Need for Speed Underground, una città dove regna la notte e il rombo dei motori si fa strada tra le vie semi bagnate di una città dormiente. Le strade rappresentano dunque il palcoscenico della nostra ascesa al trono in un mondo fatto di derapate e tuning, con personaggi eccentrici e pericolosi.
Molti grideranno al clichè, un setting del genere è stato visto e rivisto e non è passato tanto tempo da quanto un giovane Paul Walker ha calcato le strade buie della città al volante della sua Skyline, il mondo cambia però, i videogiochi si evolvono in maniera costante e, Electronic Arts ci sta proponendo un racing game Open World che ha il sapore di Need for Speed Underground e Fast and Furious, la scelta sembra azzeccata, considerando anche che l’intera saga di Need for Speed vede il culmine del suo successo sulle strade buie di una città.
Il sapore antico dei vecchi Need for Speed si nota anche dalle Cutscenes, Electronic Arts ha realizzato un lavoro eccellente, proponendo delle scene di intermezzo in Live Action miste a scene di gioco, a volte il passaggio è così raffinato da spingere il giocatore a non riuscire a distinguere realtà da videogioco grazie anche al livello grafico dell’intero titolo, se si cerca un punto di forza in Need for Speed allora il dito va subito puntato alla grafica, non siamo assolutamente ai livelli di fotorealismo, gli effetti e le luci però hanno qualcosa di straordinario, soprattutto nelle scene di intermezzo.
Need for Speed prende forma intorno ad una città divisa in tre isole, il nostro protagonista è un nuovo arrivato che prende subito contatti con una Crew di piloti locali e il suo obiettivo è farsi strada verso la vetta dei piloti locali per guadagnare fama e reputazione. Conosceremo dunque diversi membri della Crew come Spike, un ragazzino pieno di passione che aspira a diventare il migliore o Robin, un’attraente pilota ha fatto delle derapate il suo stile di guida. L’intero titolo è diviso in categorie da scalare, prenderemo contatti con diversi membri della Crew che ci inviteranno a competizioni di vario genere, rafforzando anche i legami personali con quelli che sono i nostri nuovi amici, l’obiettivo comune è battere Magnus, il pilota più forte della città.
Un momento di lucidità
Se da un lato la nostalgia richiama vecchi ricordi, dall’altro la lucidità di un videogiocatore che ha visto uscire titoli del calibro di Driveclub o Forza Horizon 2 porta l’ago della bilancia verso la banalità, dove Need for Speed propone, in fin dei conti, una sequela di gare anonime in tracciati sempre diversi, senza regalare quel senso di familiarità che si avvertiva nei capitoli precedenti; l’intero titolo si basa sul guidare da una gara all’altra con qualche scena di intermezzo, e quello che manca è proprio l’innovazione narrativa da parte di un titolo che ha da sempre basato il suo successo su una pseudo-trama ben realizzata.
Ad affondare il coltello nella piaga abbiamo una componente online forzata, poichè Electronic Arts ha deciso di perseverare nei propri errori, continuando a proporre un Open World forzatamente online, senza possibilità di mettere in pausa, costringendo il giocatore ad entrare in lobby online sin dall’inizio, e pur essendo presente un opzione per giocare da soli, l’assenza della pausa rimane comunque presente e ci ritroveremmo in una città letteralmente vuota, con qualche veicolo qua e la.
Il concetto di clandestinità non si limita alle corse, la polizia è infatti presente anche in questo capitolo, in misura molto minore rispetto ai precedenti e propone la classica modalità inseguimento già vista in Rivals, senza tutti gli accessori del predecessore, dove basterà distanziare la pattuglia e lasciar passare qualche secondo per essere di nuovo in libertà.
Il sistema di Leveling è uguale a quello già visto in Need for Speed Rivals, bisognerà salire di livello per sbloccare competizioni e potenziamenti, e per farlo sarà necessario correre in un determinato modo, andando a sfruttare i punti assegnati con derapate, guida spericolata e tuning.
A differenza di Need For Speed Rivals, Electronic Arts ha deciso di dare un carattere ai propri personaggi, sebbene il nostro protagonista sia completamente muto, le figure con le quali andremo a relazionarci avranno un carattere ben distinto tra loro, impareremo dunque ad amare uno ed odiare l’altro, sarà però necessario interfacciarsi con tutti per riuscire ad andare avanti nel gioco. Man mano che completeremo le gare saremo contattati da vari piloti che ci sfideranno, vincendo le sfide accumuleremo punti e denaro da utilizzare nel garage e proseguiremo la nostra scalata verso la vetta.
Need for Speed è un gioco che offre un esperienza divertente ma con pochissimi spunti, bisogna essere un fan della serie per apprezzare completamente questo titolo, altrimenti si rischia di cadere in un senso di noia e ripetitività che alla lunga stanca il giocatore.
Meccanico, chiami un meccanico!
Uno dei punti di forza di Need for Speed è da ricercare nella personalizzazione delle auto. Il dettaglio e la meticolosità fanno sì che Electronic Arts riesca in questo caso a spuntarla, offrendo un esperienza di prim’ordine, sebbene il parco auto sia di dimensioni modeste, è possibile modificare praticamente qualsiasi cosa della nostra auto. Le modifiche estetiche spaziano dai classici paraurti allo spoiler, occupandosi anche di specchietti e Kit carrozzeria, le vernici propongono una palette di colori molto dettagliato ed entra per la prima volta in scena un editor per le decalcomanie simile a quello visto nella serie di Forza Motorsport, non così dettagliato ma permette al giocatore di creare le proprie livree applicando adesivi e colori. Ogni componente è acquistabile tramite i crediti guadagnati durante le gare e sarà necessario raggiungere un determinato livello per poter acquistare le modifiche più avanzate.
Sul fronte Meccanica invece il livello di personalizzazione spazia molto sulle caratteristiche della nostra auto e, pur non proponendo un sistema di editing da simulazione, riesce comunque a dare la sensazione di complessità e personalizzazione di tanti altri racing game, la personalizzazione meccanica si presenta su tre livelli, con i colori tipici degli rpg a segnalare la qualità del pezzo acquistato, ovvero: Verde Normale, Blu Raro, Viola Epico. Molti potenziamenti saranno disponibili solo dopo aver completato alcune missioni con il meccanico, si tratta molto spesso di gare particolari in uno contro uno, alla fine delle quali riceveremo il potenziamento desiderato. Need for Speed può vantare un grandissimo comparto di editing in questo capitolo, lasciando il giocatore per ore nel garage a lavorare sulla propria auto, presente anche un sistema che regola la maneggevolezza del veicolo, permettendo di impostare i parametri basilari dell’assetto come l’altezza delle sospensioni o la pressione degli pneumatici. Considerando che si tratta di un Arcade, Need for Speed va a conformarsi con gli standard dei simul-arcade in quanto a personalizzazione, purtroppo non riesce a fare la stessa cosa con il gameplay.
Questione di Feeling
Il sistema di guida di Need for Speed è pienamente Arcade, l’assenza della visuale dall’interno denota la leggerezza del titolo su strada ma, a causa di un effetto elastico sempre persistente e una totale assenza di grip sul veicolo, Need for Speed cade nel punto più critico di un racing game, la guidabilità. Siamo di fronte ad un Arcade che si prefissa gare a velocità folli si strade trafficate eppure, oltre allo scarso numero di veicoli civili, il senso di velocità viene a mancare, la sensazione alla guida è sempre quella di andare piano, nonostante il famosissimo N2o presente nelle nostre vetture, non raggiungeremo mai quella sensazione di velocità tipica dei racing game. Il feeling con la strada è praticamente assente, si ha la sensazione di scivolare sulle strade, senza avere aderenza, le derapate infatti vanno ad incrementare la velocità in curva invece che diminuirla e sembrano essere l’unico modo per vincere una gara. L’effetto elastico, presente in quasi tutti i capitoli della serie, è persistente e fastidioso, non importa adottare una guida degna di Niki Lauda, i nostri avversari riusciranno sempre a starci dietro, al contrario, in caso di guida sbagliata, i nostri avversari procederanno lentamente, dandoci la possibilità di rimontare. Questa meccanica è persistente nella saga di need for speed e non permette al giocatore di distanziare i propri avversari, anche a costo di spingere le auto dell’IA oltre al loro limite, l’effetto elastico serve in questo caso a compensare la scarsa intelligenza artificiale presente negli avversari che, adottando uno stile di guida lineare, mancano di aggressività e perspicacia. Le collisioni con gli oggetti o i veicoli mancano di realismo, le auto infatti rimbalzano sui muri o sulle altre auto uscendone illese, andando così a ridurre l’impatto grafico sui danni delle vetture che non vanno oltre ai semplici graffi sulla carrozzeria.-
Need for Speed cade dunque negli stessi punti in cui il suo predecessore ha fallito, proponendo un sistema di guida scialbo e poco preciso, collisioni poco credibili e un effetto elastico persistente, il tutto coronato da una sensazione di lentezza data anche dai pesantissimi 30 FPS presenti su entrambe le console.
Tecnicamente parlando Need for Speed splende dal punto di vista grafico, il comparto audio tenta di simulare il rombo delle auto mentre la colonna sonora, di tutto rispetto, riesce a rispecchiare l’atmosfera del titolo. La pesantezza data dai 30FPS riduce però l’intera esperienza di gioco, lasciando al giocatore un senso di noia e lentezza.
PRO:
- Sistema di personalizzazione ottimo
- Buon ritorno alle radici
- Dettaglio grafico di alto livello
CONTRO:
- 30 FPS Pesantissimi per un Arcade
- Trama banale
- Sistema di guida poco preciso
- Collisioni e fisica da rivedere