Nowhere Studios compie il suo debutto su console con Monochroma, un puzzle-platformer che sembra trarre grande ispirazione da Limbo e Brothers : A tale of two sons. Il titolo introduce diverse novità e uno stile di gioco particolare, il tutto corredato da un comparto artistico notevole che rende il prodotto interessante e affascinante.
Le rouge et le noir
Il mondo dei titoli indipendenti è in costante evoluzione, un calderone pieno di sorprese che, come in Monochroma, non manca di stupire e grazie alla sua grandissima varietà propone sempre prodotti originali e spesso molto interessanti. Monochroma è un titolo che trae una fortissima ispirazione da Limbo, il capolavoro di Playdead uscito nel 2010 su Xbox 360 e successivamente sulle altre piattaforme ha reinventato un genere, ispirando numerosissime produzioni. Monochroma assume quindi uno stile silenzioso e lascia che sia il mondo a parlare, eliminando dialoghi e cutscene per favorire una maggiore profondità individuale e creare un legame con il giocatore. L’utilizzo di tale espediente è una scelta funzionale nel mondo dei puzzle-platformer che, per mezzo degli enigmi e dei rompicapo, riesce a creare un dialogo silenzioso tra il protagonista del titolo e il giocatore. Monochroma non si limità però a proporre una mera copia di Limbo, esso ne espande infatti i confini utilizzando un mezzo più forte, una soluzione narrativa capace, nonostante l’assenza di parole, di creare una trama più concreta che lascia uno spazio ridotto alle congetture. Il titolo racconta le vicende di due fratelli e, sebbene gli ambienti di gioco risultino poco coerenti con una logica narrativa, il legame tra i due protagonisti riesce a creare un contesto familiare molto forte.
Le somiglianze con Brothers: A tale of two sons sono molto limitate ma il legame instaurato tra i due protagonisti rimanda direttamente all’opera di Star Breeze Studios. Il format di Monochroma sembra dunque funzionare, sebbene i vari elementi che compongono il titolo non risultano sempre coerenti tra loro; un mondo ambientato negli anni ’50 fa da cornice ad una coppia di fratelli in fuga da alcuni uomini fino a sfuggirne, una soluzione narrativa che, sebbene lasci un po’ di spazio all’immaginazione, risulta nei suoi contorni poco coerente con se stessa.
Le premesse vanno dunque ad inquadrare un titolo che introduce diverse novità sebbene non riesca sempre a farle convivere tra loro, mettendo il giocatore nei panni del fratello maggiore che, oltre a sopravvivere, ha il compito di proteggere il piccolo fratellino. L’intero titolo è corredato da uno stile grafico interessante che, come suggerisce il titolo, adotta un monocromatismo formato da un chiaro scuro che mette in risalto gli elementi più importanti con un rosso vivo. Monochroma si pone dunque lo scopo di intrattenere, non necessariamente tramite l’utilizzo di soluzioni di gameplay rivoluzionarie, mettendo il risalto la componente artistica che assume una posizione fondamentale nel contesto di gioco, risultando a volte stonata con gli ambienti descritti ma offrendo grandi scenari nei suoi momenti migliori.
Sacrificed Sons
Monochroma introduce una novità molto interessante in termini di gameplay: a causa di una caduta rovinosa del fratello minore durante le prime battute di gioco, sarà necessario portare in sulle spalle il piccolino per l’intera durata del’avventura, con la possibilità di lasciarlo a terra soltanto nei punti illuminati. La paura del fratello minore nei confronti del buio va a creare una soluzione di gameplay tutt’altro che banale, introducendo meccaniche legate agli enigmi che, per mezzo del legame tra i due fratelli, impone una duplice risoluzione al fine di non lasciare nessuno indietro. Nelle fasi in cui non sarà necessario portare il fratellino sulle spalle il protagonista sarà in grado di compiere salti più alti e correre più velocemente, andando a definire due “stance” di gioco in tutto e per tutto, introducendo inoltre meccaniche legate al peso e alla velocità che vanno a definire enigmi ben congegnati e molto vari tra loro. Monochroma offre dunque una sfilza di rompicapi non sempre facili sebbene il titolo non riesca a fornire un sistema di comandi adeguato. Spesso impreciso, i comandi di gioco ritardano spesso ad arrivare e, andando a sommarsi con delle animazioni legnose e forzate, contribuiscono ad una lentezza generale del titolo che risulta poco stimolante in termini di gameplay. Come ogni puzzle-platformer che si rispetti, non mancano le sezioni di gioco legate al puro platform sebbene a causa dei problemi legati alle animazioni descritte poc’anzi, tali fasi non vengono incentivate a dovere e risultano spesso frustranti e noiose. Un sistema di checkpoint quasi istantaneo garantisce una soluzione di continuità ad un titolo che fa troppo spesso uso di una meccanica trial and error molto pesante, sfociando spesso in morti abbastanza violente che rompono i ritmi di gioco e risultano ancora poco coerenti con la storia raccontata. In termini di longevità, Monochroma non riesce a superare le 6 ore nonostante la componente trial and error potrebbe regalare qualche minuto in più. Una serie di collezionabili abbastanza facili da trovare non riesce a prolungare le fasi di gioco nemmeno per i completisti che andrebbero a spendere un’oretta in più per completare l’avventura. Monochroma non riesce dunque a stupire, andando comunque a proporre un’esperienza di gioco tutto sommato gradevole ma mai stupefacente.
Tecnicamente parlando il titolo non offre grandissimi spunti e i 30FPS non fanno altro che rallentare un ritmo di gioco già poco stimolante, ancorando i personaggi ad un mondo che offre alcuni spunti grafici ed artistici interessanti ma che non riesce a sfondare in termini di resa grafica. Il comparto artistico è chiaramente molto ricercato e l’idea di Monochroma come esperienza quasi cinematografica si estende per tutta la durata del titolo, affascinando nelle prime ore ma risultando ridondante nelle fasi finali. Sebbene non siano presenti cut-scenes o dialoghi in Monochroma, il titolo è distribuito interamente in italiano in termini di HUD e menù, proponendo una traduzione spesso sbagliata che riesce comunque a strappare un sorriso.
Monochroma va dunque a ricoprire un ruolo di mediano nel mondo dei puzzle-platformer, proponendo spunti molto interessanti che non riescono però a trovare una sintonia tra loro, risultando a volte forzati e poco coinvolgenti.
PRO:
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Artisticamente interessante
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Enigmi ben congegnati
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Molto vario in termini di gameplay
CONTRO:
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Meccaniche di gioco poco coerenti tra loro
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Troppo corto
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Sistema di controlli poco preciso