Direttamente dagli anni ’70 arriva Milanoir, uno sparatutto a scorrimento orizzontale tutto italiano che si ispira ai celebri polizieschi che hanno invaso il bel paese durante gli anni 70/80’. Irriverente, violento e adrenalinico, Milanoir è un titolo senza peli sulla lingua, vediamo come si è comportato durante la nostra analisi.
La guerra di Piero
Quella dei polizieschi fa parte di una corrente cinematografica che ha visto il suo periodo più florido intorno agli anni 70’ – 80’. Spesso ispirati a fatti di cronaca nera realmente accaduti, queste pellicole tendevano ad enfatizzare il concetto di malavita ed il rapporto delle forze dell’ordine con l’escalation delle organizzazioni criminali che hanno preso piede durante quegli anni. Si tratta in realtà di un periodo molto buio del nostro paese, anni difficili, teatro di sanguinose faide tra clan e scontri con le forze dell’ordine. Per analizzare Milanoir con la giusta ottica è giusto cercare di portare un po’ di contesto per quanto riguarda i fatti accaduti nel mondo reale di quegli anni esattamente come hanno fatto i polizieschi per il cinema. Milanoir non va però a pescare alla cieca in un calderone di idee, il titolo cerca invece di creare una propria identità, ispirandosi si ai polizieschi italiani ma guardando anche oltre oceano, incontrando lo sguardo di un Tarantino alle prese con Le Iene e Pulp Fiction che ha saputo rivoluzionare il mondo del cinema.
Ma parliamo di Milanoir come videogioco, il titolo della milanese Italo Games ci mette nei panni di Piero, un ex-galeotto da poco uscito di prigione intenzionato a vendicarsi di coloro che lo hanno incastrato. Porre la vendetta alla base delle azioni del nostro personaggio racchiude in se l’essenza di quello che il genere poliziesco, il nostro Piero non si farà infatti scrupoli e non si preoccuperà di mietere vittime durante il suo percorso vendicativo verso la persona che l’ha incastrato e che lo vuole morto. Milanoir non perde tempo e ci lancia nell’azione sin da subito, inquadrando quelle meccaniche che andranno ad alternarsi durante tutta l’esperienza di gioco. Suddiviso in capitoli, il titolo sarà teatro di inseguimenti adrenalinici, sparatorie e boss-fight che spesso ci porteranno sull’orlo della follia. Sebbene il titolo non sia particolarmente aspro da affrontare, le sue meccaniche non certo rivoluzionarie e la struttura generale del titolo che strizza l’occhio agli shooter a scorrimento classici, non permette tantissimo spazio di manovra, richiedendo così una certa precisione in termini di riflessi e comandi.
Come vola il tempo
La premessa di Milanoir risulta sin da subito molto interessante ed i personaggi messi in campo vengono sempre introdotti in modo accattivante, caratterizzando tutte le figure che prenderanno parte alla nostra avventura. Dal Torinese a Ciro, Milanoir si sbizzarrisce nel proporre una buona varietà di personaggi, peccato però che il taglio narrativo del titolo non riesca sempre a stare al passo con le vicende. I dialoghi potevano infatti essere sviluppati in modo più accurato, forse più grezzo, volgare, al fine di rispecchiare la vera natura dei criminali che incontreremo durante il nostro cammino. I personaggi di Milanoir parlano invece un italiano perfetto, quasi professionale che, qualche sporadica parolaccia a parte, tradisce la natura borderline del background socio-culturale che stiamo vivendo. Al di là dei difetti narrativi, Milanoir non riesce a proporre una sufficiente varietà di situazioni ma, di contro, riesce a fare tesoro delle sequenze ben riuscite. Alcuni inseguimenti ed alcune boss-fight non si riveleranno infatti coinvolgenti quanto altre e i limiti tecnici del gioco iniziano a farsi sentire nel momento in cui si cerca di spingersi un po’ troppo oltre.
Ricordiamo che stiamo parlando comunque di una produzione indipendente che per sua natura è legata ad un budget non proprio stellare, proprio per questo pensiamo che Milanoir abbia fatto tesoro delle sue possibilità, proponendo un prodotto che riesce ad emozionare sebbene i suoi limiti siano ben evidenti a tutti
La scelta di adottare la Pixelart come principale componente del taglio artistico deriva probabilmente anch’essa da una scelta legata al budget limitato, l’accozzaglia di pixel però si presenta in modo piuttosto gradevole, non troppo aggressiva e particolarmente dettagliata per quanto riguarda gli scenari e le ambientazioni. I personaggi durante il gioco sarebbero potuti essere leggermente più curati a partire da Piero così come la varietà dei nemici che scopriremo essere sempre più simili. È proprio nella varietà dei nemici e degli scenari che Milanoir raggiunge il suo punto più basso, spesso ci ritroveremo infatti a combattere in una serie di scenari quasi uguali tra loro, tutti affollati da nemici perfettamente identici da sconfiggere, inanellando una sequela di stanze una dietro l’altra che ci porteranno all’eventuale bossfight. Milanoir non enfatizza dunque il percorso ma lo pone come un calvario da superare per arrivare alla battaglia vera dimenticando che le sequenze da un boss all’altro sono tanto importanti quanto le bossfights. Al di là di una ripetitività quasi forzata e di alcune lacune dal punto di vista narrativo, Milanoir si presenta come un prodotto estremamente piacevole proposto ad un prezzo veramente esiguo. La milano riproposta nel titolo sarà familiare a molti giocatori e propone diverse ambientazioni famose che richiamano la città lombarda. Insomma, un titolo da non lasciarsi sfuggire e che esprime la creatività dei nostri sviluppatori.
PRO:
- Difficoltà ben bilanciata e mai scontata
- Sistema di coperture interessante
- Artisticamente molto bello
CONTRO:
- Dialoghi non proprio soddisfacenti
- Sequenze di shooting troppo simili tra loro
- Diverse limitazioni tecniche e meccaniche
Voto: 7