L’operazione Nostalgia sembra non avere fine e, dopo il ritorno di Tekken, Crash e Twin Peaks, un altro titolo che ha segnato l’infanzia di tanti giocatori prova a riproporsi in salsa moderna. Micro Machines è un brand che i giocatori più navigati ricorderanno prima ancora che per i videogiochi per le macchinine giocattolo che hanno accompagnato i pomeriggi della nostra infanzia. Micro Machines World Series torna dunque sotto la direzione di Codemasters e prova a far innamorare ancora una volta i giocatori.
Seconda forchetta a destra
Il mondo delle Micro Machines ha il sapore degli anni ’90, decennio in cui molti di noi sono cresciuti a suon di SNES, Playstation e giocattoli. Sebbene l’effetto nostalgia sia forte, fortissimo, non vogliamo star qui a discutere dei bei tempi andati se non per dare una leggera panoramica della storia di un brand ormai sconosciuto ai giocatori più giovani. Le Micro Machines sono entrate nelle nostre case attraverso i giocattoli, le macchinine che tanto divertivano i maschietti nei giochi pomeridiani a suon di brum brum. Quando un brand famoso di giocattoli ed un team di sviluppo specializzato in titoli automobilistici si stringono la mano può nascere però la leggenda. Nonostante i primi titoli dedicati alle Micro Machines risalgano ai primi anni ’90, il titolo che ha portato il brand nella Hall of Fame dei videogiochi è stato Micro Machines V3, il primo titolo a portare il 3D nella serie grazie anche alla direzione magistrale di Codemasters.
Sebbene l’ultimo titolo firmato Micro Machines risalga al 2006, Micro Machines V3, uscito nel lontano 1997 è il vero titolo di riferimento anche per quanto riguarda Micro Machines World Series.
Il tempo è passato, le generazioni sono cresciute e tutto è pronto per mettere in atto l’operazione nostalgia, riportando alla luce un brand ormai morto e sepolto capitanato sempre dallo stesso team di sviluppo. Le aspettative si presentano dunque alte per il titolo di Codemasters e, sebbene il titolo abbia subito un paio di rinvii dalla data del suo annuncio, eravamo ancora fiduciosi sulle sorti di Micro Machines World Series. Il titolo si presenta in modo molto semplicistico, un menù non troppo curato che elenca le modalità di gioco e le varie opzioni lasciano scegliere al giocatore la modalità desiderata concedendo anche un paio di impostazioni grafiche per quanto riguarda la versione PC.
Quasi obbligatorio ai fini della comprensione del titolo un breve tutorial che illustra in modo molto semplice le meccaniche di base del gioco e il sistema di guida che gestisce l’intero gameplay. Uno dei primi nei che salta all’occhio è la gestione delle armi non proprio equilibrata e tantomeno varia che si ispira a titoli come Crash Team Racing e Mario Kart dotando i giocatori di un’arma casuale dopo aver raccolto il bonus in pista.
Giù dal tavolo
Micro Machines World Series si presenta, almeno ad una prima occhiata, come il leggendario V3 in una veste grafica decisamente più moderna ma che propone degli ambienti di gara domestici, compreso il leggendario tavolo da biliardo, che tanto ci hanno catturato durante la nostra infanzia. Il titolo, grazie anche ad un salto epocale notevole, può godere di comandi più reattivi ed immediati mettendo in campo un sistema di guida ed una fisica molto semplici ma estremamente funzionali. Qualcosa non quadra però nella produzione di Codemasters, non si ha quel senso di meraviglia di un tempo, perché? Perché il passato è passato. Micro Machines World Series non fa altro che ricalcare come su carta carbone le gesta di un titolo uscito vent’anni fa e manca clamorosamente di proporre una novità fulminante capace di intrattenere il giocatore. Il più grande difetto della produzione sta infatti nei contenuti, pochissimi tracciati e poche vetture compromettono pesantemente l’esperienza di gioco che, anche in relazione al prezzo proposto, sfociano in una sensazione di già visto mista a nostalgia senza precedenti.
Presenti soltanto tre modalità, giocabili online o in locale, Micro Machines World Series si articola tra gare classiche durante le quali è possibile utilizzare il proprio arsenale raccoglibile, una modalità in stile arena che propone una sorta di dominazione basata sulle zone ed infine eliminazione, una modalità che fa l’occhiolino a speedrunners nella quale bisogna eliminare gli avversari semplicemente lasciandoli fuori dallo schermo. Fortemente orientato verso la componente multigiocatore, Micro Machines World Series non propone alcuna forma di campagna single player e lascia che sia il giocatore a scoprire i, pochi e risicati, contenuti. Da elogiare invece il sistema di personalizzazione che, attraverso delle casse ottenibili livellando online, offre una vasta gamma di cosmetici per i nostri veicoli e il nostro profilo. L’esperienza di gioco di Micro Machines World Series si è dimostrata tutto sommato priva di anima, un matchmaking apparentemente veloce abbina spesso due giocatori per riempire la stanza di bot dando l’illusione di un sistema veloce e reattivo e dopo ogni gara è necessario rifare la ricerca senza possibilità di continuare con gli stessi giocatori. I rinvii del titolo sono stati dunque motivati da una carenza generale in termini di contenuti e di profondità nel gameplay che impatta in modo inesorabile sull’esperienza di gioco traducendosi in noia e solo qualche volta in divertimento. L’arsenale può vantare diversi strumenti per distruggere i giocatori avversari ma, pur essendo limitatissimo, presenta dei profondi squilibri che vanno da armi totalmente inutili ad altre estremamente letali, sbilanciando di molto l’esperienza di gioco e lasciando che sia il caso a decidere il vincitore. Un’operazione nostalgia che sembra far cilecca in quanto non riesce a motivare a dovere i giocatori in quei server che vanno via via svuotandosi anche pochi giorni dopo l’uscita del gioco, sintomo inequivocabile che qualcosa non è andata per il verso giusto.
Lucidatura cerchioni
Sebbene Micro Machines World Series non sia uno di quei titoli che fa leva sul comparto grafico, la nostra prova su PC ha evidenziato una buona cura per i dettagli soprattutto per quanto riguarda i modelli delle automobili. Giocato alle massime prestazioni il titolo riesce a soddisfare sebbene la quantità di risorse impiegate per raggiungere tale risultato è decisamente alta rispetto alla resa grafica. Il titolo riesce a scorrere abbastanza fluidamente anche in termini di frame-rate e non si presentano particolari cali o episodi di stuttering mentre resta del tutto inspiegabile la scelta di bloccare il frame-rate della versione console sui 30FPS per un titolo così povero dal punto di vista grafico. La colonna sonora, abbastanza anonima, riesce a dar fastidio durante i menù ma viene sostituita dal piacevole suono delle macchinine durante le gare, i suoni dei motori sono relazionati al tipo di veicolo in utilizzo e riescono ad essere molto coerenti con la scelta del giocatore. Tutto sommato Micro Machines World Series è un titolo piacevole ma che brucia tutte le sue carte a causa di un’estrema carenza nei contenuti e nelle modalità, lasciando il giocatore in balia di un quasi multiplayer-only senza via di uscita, rovinando così il fattore nostalgia che avrebbe avuto presa sui giocatori più datati.
PRO:
- Cura del dettaglio
- Graficamente sufficiente
- Sistema di guida semplice e divertente
CONTRO:
- Pochissimi contenuti
- Poche modalità
- Single Player praticamente assente
- Effetto nostalgia sfumato
Versione Provata: PC
Configurazione di prova:
OS: Windows 10
CPU: Intel Core i5-6500
RAM: 16GB RAM DDR4
GPU: MSI GeForce GTX 1070