Si torna sul secondo capitolo di Life Is Strange e lo si fa dopo ben 4 mesi dal rilascio del primo episodio: prima di inoltrarci nella recensione del secondo episodio dal titolo “Rules” (regole), riprendiamo la trama vista fin qui facendo chiaramente spoiler della trama del primo episodio. Sean ed il suo fratellino Daniel, dopo l’incidente di Seattle nel quale hanno perso la vita il padre dei due ragazzi ed un agente di polizia, sono fuggiti dalla città natale per cercare di raggiungere il confine con il Messico ed arrivare a Puerto Lobos, città di origine della loro famiglia. Nel viaggio faranno la conoscenza di Brody che fornirà ai due un aiuto inaspettato ed alcuni preziosi suggerimenti di cui uno è rivolto direttamente a Sean, quello di parlare con suo fratello degli avvenimenti di Seattle del quale il piccolo Daniel non ha memoria.
In questo episodio Sean e Daniel, ricercati dalla polizia e braccati dal freddo dell’inverno, arrivano nell’Oregon, nel paese dove risiedono i nonni materni e proprio a questi ultimi si rivolgono nella speranza di ricevere per un po’ rifugio e protezione: il tema del rapporto fra i due fratelli e la loro caratterizzazione si fanno più marcati in questo secondo episodio, anche se con sfumature molto diverse da quelle viste prima. Il titolo Rules è emblematico di quello che è il leitmotiv dell’episodio: le regole che Sean e Daniel decidono di darsi, ma anche lo scontro fra il rispetto delle regole e la moralità dei protagonisti. Rules è un episodio transitorio nel quale il gioco si prende i suoi tempi per delineare meglio i due personaggi protagonisti, per raccontare del loro passato e del ramo della famigia Diaz che ancora non conosciamo (quello della madre e dei genitori materni) e per permettere a Daniel di familiarizzare con in suoi poteri sui quali il ragazzino, data anche la giovane età, non ha controllo. Tuttavia il ritmo di gioco dilatato non è una prerogativa di questo secondo episodio, ma anche il primo nella sua parte centrale andava ad allungare i tempi con scene più pensate per approfondire il rapporto che lega i due fratelli ed il senso di dovere che Sean prova nel proteggere il giovanissimo Daniel. Questa caratteristica è presente anche in Rules per una buona parte del tempo, solo nel finale la narrazione torna ad essere serrata ed il gioco si prende la premura di ricordare al giocatore che in fin dei conti Sean e Daniel sono dei ricercati in fuga. Chi conosce Life is Strange, chi ha giocato al primo capitolo, sa bene che il gioco è anche questo: momenti più intimi in cui i protagonisti si aprono, vengono costruiti con cura certosina e con il dovuto tempo, necessari per permetterci di legare con i personaggi e sentirci maggiormente coinvolti nelle vicende narrate.
In termini di gameplay il gioco presenta qualche novità che posso ipotizzare sarà centrale da qui alla fine del gioco: una volta che Daniel ha acquisito consapevolezza dei suoi poteri,potremo chiedere al fratello di utilizzarli in determinate situazioni: la libertà che avevamo comandando Max ed i suoi poteri in questo caso non esiste e saremo comunque vincolati all’uso della telecinesi in punti precisi e stabiliti dal gioco, ma vengono chiarificati alcuni dubbi emersi giocando al precedente episodio. In questo episodio troviamo anche un collegamento con Capitan Spirit, l’episodio prologo di Life is Strange 2 uscito gratuitamente: il gioco andrà a controllare se sulla vostra PlayStation è presente il salvataggio di Capitan Spirit ed a seconda delle scelte prese andrà a influire sulla narrazione del gioco: una scelta che permette di dare continuità alle storie di Dontnod. Per il resto sul comparto tecnico e sonoro ci attestiamo sugli stessi livelli del primo episodio, ma avremo modo di parlarne in maniera più dettagliata all’uscita dell’ultimo episodio.
Provato su: PlayStation 4 Pro
Voto: 7
Disponibile su PlayStation 4, Xbox One e Microsoft Windows