Mi ci è voluto un po’ per giocare a LEGO Dimensions come desideravo, ovvero dedicandogli parecchie ore consecutive seduto sul pavimento di camera mia, circondato dai personaggi dalla testa gialla e da pezzi di LEGO che avrei inevitabilmente perso e che sarebbero stati presto inghiottiti dall’aspirapolvere. Quello che volevo provare non era solo la qualità del gioco per darne una semplice e poco sentita valutazione, ma volevo testare la vera esperienza che LEGO Dimensions è in grado di darti, non dissimile da quella sensazione di nostalgia che provi quando tiri fuori dalle scatole in soffitta i giochi dell’infanzia e ti soffermi a ripensare a quei periodi spensierati. Ed è con questo stesso spirito fanciullesco, mitigato da una proprietà di linguaggio a me all’epoca sconosciuta, che mi accingo a recensire LEGO Dimensions.
Just like a toy box
Durante la nostra chiacchierata con Mike Warburton (che potete trovare qui) il producer di TT Games ci ha rivelato che LEGO Dimensions si ispira alle scatole dei giochi che, come molti bambini, anche gli sviluppatori possedevano quando erano più piccoli; quelle scatole che contenevano tutti i giocattoli dell’infanzia che usavamo in maniera indiscriminata per creare le avventure più disparate, mettendo insieme personaggi che molto spesso non avevano nulla di da spartire l’uno con l’altro. Questa idea ha quindi dato il via al concept base del gioco: mettere insieme i personaggi tratti da differenti universi televisivi, cinematografici o fumettistici e permettere al giocatore di vivere le avventure narrate all’interno del titolo utilizzando i protagonisti a lui più congeniali. La trama stessa del gioco utilizza uno stratagemma per mescolare in maniera semplice e lineare, ma comunque convincente, i vari mondi che costruiscono l’universo di LEGO Dimensions: il malvagio Lord Vortech, principale antagonista del gioco dotato dell’abilità di aprire varchi dimensionali, vuole concentrare fra le sue mani i poteri degli Elementi Primari situati nei vari universi presenti, anche a costo di far collassare ciascun mondo dato che la sua esistenza si regge sulla presenza del rispettivo elemento. Il compito dell’improbabile squadra di protagonisti formata da Batman, Gandalf e Wildstyle sarà quello di riportare l’equilibrio fra le dimensioni riportando gli Elementi Primari nei loro legittimi mondi, oltre che salvare i propri amici rapiti da Vortech ed i suoi alleati, fra i quali spiccano le nemesi dei tre protagonsiti. Se la storia non brilla per complessità, ciò che rende irresistibile la modalità storia del gioco sono i dialoghi fra i vari personaggi e le situazioni ai limiti dell’assurdo che caratterizzano il gioco: come da tradizione, i ragazzi di TT Games si sono dimostrati ancora una volta non solo degli ottimi conoscitori della cultura pop ed in particolare delle serie che trattano all’interno dei loro titoli, ma anche dei brillanti sceneggiatori in grado di dare personalità ai loro giochi, inserendo battute e gag davvero spassose. Tenete però presente che per poter apprezzare pienamente ognuna delle scene comiche che permeano il gioco è necessario avere almeno un’infarinatura di quello che è il background del mondo che andrete a visitare, visto che molto spesso ci saranno riferimenti a personaggi o situazioni ben note a chi conosce il brand sul quale si basa l’universo.
Di tutto un po’
Oltre al mash up di mondi, personaggi ed archi narrativi, le caratteristiche che contraddistinguono questo LEGO Dimensions sono principalmente due: la prima riguarda l’utilizzo di una struttura di tipo toys-to-life, ovvero l’implementazione di un portale da attaccare tramite cavo USB alla console e l’utilizzo di personaggi dotati di chip NFC da posizionare sul suddetto portale per permettere loro di entrare nel gioco. Non si tratta sicuramente di una novità dato che questa caratteristica fu introdotta già diversi anni fa dalla serie Skylanders per poi essere adottata anche dalla serie Disney Infinity (discorso leggermente diverso invece per gli amiibo), ma dalla sua LEGO Dimensions gioca la carta del successo riscosso dai mattoncini danesi negli ultimi anni che li ha elevati ad oggetto di culto e da collezione; se infatti privati della loro basetta NFC ciascun personaggio di LEGO Dimensions è una figure indipendente con le stesse caratteristiche di quelle che vengono incluse nei vari play set, rendendola di fatto un vero e proprio giocattolo e non una statuina immobile destinata a prendere polvere su qualche scaffale. La seconda caratteristica riguarda la possibilità di costruire alcuni oggetti indispensabili nel corso del gioco utilizzando le istruzioni da ricercare direttamente nel gioco: nel set base troveremo i pezzi LEGO necessari per costruire il portale da applicare sulla nostra base per la lettura dei tag NFC e la mitica Batmobile, ma le istruzioni di montaggio le potremo sbloccare nelle prime fasi del gioco. L’interazione quindi fra videogioco e giocattolo diventa bilaterale: non è solo il videogame che richiede l’uso di un giocattolo per poter usare un dato personaggio nel mondo virtuale, ma il giocatore ha bisogno del videogame per costruire il modello. Addentrandoci nel discorso sul gameplay nudo e crudo, il gioco rimane ancorato agli standard dei precedenti titoli LEGO, con dei combattimenti fortemente semplificati che fanno da cornice ad una serie di prove da affrontare per procedere nell’avventura: tali prove sono principalmente composte dalla risoluzione di enigmi ambientali basati sull’uso di determinati poteri e gadget al momento opportuno o la costruzione di particolari strutture usando le versioni virtuali dei famosi mattoncini, dalla dall’esplorazione dell’ambiente circostante e la ricerca di collezionabili. Alla fine di ciascuno stage avremo un incontro con un boss che dovrà essere affrontato non tanto con l’uso della forza bruta, quanto con la risoluzione di enigmi ambientali che metteranno a nudo il punto debole di ciascun antagonista. Ad allargare l’offerta del pacchetto ci pensa la modalità libera nella quale potremo visitare gli universi abitati dai personaggi coinvolti in questo mega crossover, visitarne le singole strutture che li compongono e scoprirne i segreti celati. Nel complesso il gioco sa intrattenere per un buon numero di ore che si aggira intorno alla dozzina (senza contare le espansioni), ma ancora una volta siamo di fronte ad un gioco il cui target principale rimangono i bambini e le famiglie, pertanto chi in ogni gioco cerca una sfida non può fare affidamento su questo gioco, che in ogni caso rimane valido sia per la qualità delle situazioni proposte che per la voglia indotta di esplorare i vari mondi alla ricerca dei vari collezionabili.
Dimensioni alternative
Ovviamente LEGO Dimensions non si esenta da avere difetti: se poco fa vi avevamo descritto due caratteristiche inerenti all’interazione del giocattolo con il software che ci avevano colpito positivamente, ve n’è una terza che non ci ha impressionato positivamente. Si tratta di una serie situazioni proposte come enigma la cui risoluzione consiste nello spostare la figure di un dato personaggio da una delle tre aree del nostro portale ad un’altra, operazione che non dà alcun valore aggiunto al gioco e che se in un primo tempo può sembrare una caratteristica divertente, a lungo andare rischia di diventare un noioso automatismo. Più in generale il gioco avrebbe bisogno di uno svecchiamento del gameplay dato che chi ha già giocato ad altri titoli LEGO troverà diverse similitudini con gli enigmi proposti in passato dagli altri giochi marchiati TT Games. Inoltre, nonostante il gioco base si possa finire tranquillamente utilizzando unicamente i tre eroi presenti nello starter pack, in più di una situazione ci siamo sentiti quasi in colpa per non essere in possesso di un numero “congruo” di personaggi: a differenza però degli altri giochi LEGO, Dimensions non consente di sbloccare in-game un elevato numero di protagonisti dotati dei poteri più disparati, ma come tutti i toys-to-life games vi costringe a procurarveli recandovi dal vostro negoziante di fiducia e pagandoli con soldi veri: pertanto cercare di completare la collezione o anche solo sbloccare ciascuno dei poteri disponibili richiede una spesa non indifferente, soprattutto se pensiamo che ciascun pack espansione viene venduto ad un prezzo non inddifferente.
Il motore grafico che muove il gioco è quello di sempre, rimesso a lucido per l’occasione e con l’aggiunta di diverse migliorie fra le quali una maggiore quantità di dettagli a schermo e di effetti grafici che nel complesso donano al gioco una resa visiva piuttosto appagante. Da sottolineare inoltre che a seconda del mondo nel quale ci troveremo lo stile grafico adottato nella sua realizzazione sarà diverso: pertanto Springfield sarà realizzata in un finto cel shading, il modo di Portal sarà dominato da colori freddi, quello di Scooby Doo sembrerà dipinto a mano e così via. Un plauso invece sia alla colonna sonora, dove le ottime tracce orchestrate della original score si mischiano ai temi musicali storici legati indissolubilmente ai brand presenti, sia all’ottimo lavoro di doppiaggio che coinvolge i doppiatori originali dei personaggi presenti nel gioco.
“I think we can put our differences behind us. For science. You monster.”
PRO
- Sceneggiatura divertente e gag irresitibili
- Gameplay consolidato
- Mash up di alcuni fra i brand più amati di sempre
- Componente toys-to-life azzeccatissima
- C’è Batman!
- Non vedrete l’ora di collezionare tutti i personaggi…
CONTRO
- … a patto di abbracciare la povertà
- Pensato per un target di giocatori molto giovani
- Nessuna reale novità rispetto ai precedenti giochi LEGO
- Probabilmente non vedremo il level pack di Portal in Italia