Dopo sei episodi di successo con protagonista il Professor Layton approdati su Nintendo DS e 3DS (senza considerare lo spin-off crossover con Phoenix Wright), la serie di avventure grafiche di Level-5 approda su Nintendo Switch con un nuovo protagonista, ovvero la figlia del celeberrimo gentleman inglese, Katrielle Layton: a dirla tutta non si tratta di una novità assoluta in quanto questo Layton’s Mystery Journey è un porting del gioco uscito nel 2017 prima su smatphone e poi su Nintendo 3DS, ma con una serie di novità e contenuti aggiuntivi che arricchiscono l’offerta e che permettono a questa versione per Switch di fregiarsi della dicitura “Deluxe Edition” nel nome. Sarà riuscita Katrielle a reggere la pesante eredità paterna?
Katrielle è una giovane ed abile detective dalle grandi capacità deduttive e appassionata di enigmi, caratteristiche che condivide con il padre, ma dal carattere ben diverso di quello del professore: la ragazza è esuberante e all’appartenza molto impulsiva, ma sa dimostrarsi anche seria e responsabile nei momenti opportuni. Questa caratterizzazione così differente da quella del professor Layton, raffigurato come un posato e pacato gentlema inglese, creano un forte distacco con il passato e fanno comprendere al giocatore che siamo di fronte ad un nuovo inizio, un gioco che ha ancora forti legami con il passato, ma che presenta un punto di svolta nella serie e che propone un nuovo gruppo di protagonisti, a cominciare dall’aiutante Ben Greegy e dal cane parlante Sherl, nome ispirato dal famoso investigatore Sherlock Holmes. Purtroppo dopo sei uscite, la serie di Layton comincia a soffrire di qualche problema di troppo con la scrittura e la cosa si nota sin dalla caratterizzazione dei personaggi: senza considerare quello che accade dopo il plot twist finale, ad eccezione di Katrielle i personaggi di questo Layton’s Mystery Journey sono piuttosto anonimi per la maggior parte dell’avventura ed un po’ di nostalgia per Luke, Emmy, Flora e gli altri comprimari e personaggi secondari che facevano parte del cast delle due precedenti trilogie. Il vero punto debole nella narrativa è la suddivisione dell’arco narrativo in una serie di casi solo blandamente correlati fra di loro ed il complotto dei milionari citato nel titolo riguarderà solo il collante della trama, ovvero la scomparsa del professor Layton, ed il caso finale fra quelli presenti nel gioco: se nei precedenti episodi canonici c’era un unico caso al centro delle indagini del professor Layton e dei suoi aiutanti che si articolavano in diversi misteri tutti però interconnessi fra di loro e che trovavano soluzione solo nella parte finale dell’avventura, in Layton’s Mystery Journey il minor spazio dato ad ogni caso (struttura forse ereditata da Layton’s Brothers, spin-off per smartphone dove ogni caso veniva venduto tramite microtransazioni) riduce l’impatto che la maggior parte di essi hanno sulla trama e sulla sua narrazione. Il tutto è un peccato perché. nonostante lo sviluppo del gioco basato sull’esplorazione e sulla risoluzione degli enigmi sia un elemento ormai rodato che da solo tiene in piedi l’intera offerta ludica di questa prima avventura di Katrielle, dopo diversi capitoli della serie il pubblico dei giochi del Professor Layton sono ormai abituati a trame ben più articolate, sebbene narrate con uno stile fanciullesco.
Come accennavo nel paragrafo precedente, la struttura di Layton’s Mystery Journey rimane pressoché invariata rispetto ai precedenti episodi della serie: il nostro compito sarà quello di risolvere il mistero tramite l’esplorazione dei vari ambienti proposti, i dialoghi con gli NPC che riveleranno importanti indizi e la risoluzione di enigmi di varia natura, ideati dall’ormai defunto professor Akira Tago. A proposito di enigmi, i 170 puzzles presenti nella storia ed i 15 bonus rendono questo capitolo il più ricco in quanto ad enigmi nella sua modalità principale: a questi si uniscono i 365 enigmi scaricabili che saranno distribuiti giornalmente per un anno a partire dal giorno di uscita e che si suddividono in 18 categorie, portanto il numero compessivo di puzzles a 550 e invogliando il giocatore a riprendere in mano il titolo anche dopo il completamento della trama principale. Parlando unicamente di questo porting, ci sono diverse frecce nella sua faretra, ma anche qualche imperfezione della quale dobbiamo parlare. Iniziamo col dire che visivamente il titolo su Switch rende splendidamente, molto più del porting su Nintendo 3DS che non riusciva a gestire la risoluzione della versione mobile: sebbene il gioco non dimostri di avere necessità di elevate prestazioni essendo in gran parte composto da artwork prerenderizzati, il miglior filtro antialiasing della console ibrida ed una miglior gestione dei modelli 3D dei personaggi fanno sì che il gioco appaia visivamente appagante sia sullo schermo della console che sul televisore di casa. Anche l’audio ha ricevuto dei benefici dalla conversione: gli speaker integrati di Nintendo Switch ed una minore compressione dell’audio giovano sia alla colonna sonora sia al doppiaggio dei personaggi, che per dovere di cronaca vi informo essere completamente in italiano anche se non presente in ogni dialogo ma solo nelle sequenze principali. Altro punto a favore è la presenza gratuita di ogni contenuto inserito all’interno delle versioni precedenti, compresi i costumi di Katrielle che su smartphone erano venduti separatamente tramite DLC: si tratta perlopiù di contenuti estetici ed ininfluenti in termini di offerta ludica, ma si tratta pur sempre di un contenuto aggiuntivo che farà la gioia di alcuni giocatori appassionati di personalizzazione. Infine veniamo ai comandi, croce e delizia di questa conversione: trattandosi di un titolo pensato per dispositivi portatili, la difficoltà è stata quella di adattare i controlli e l’interfaccia per poter essere fruibili sia in modalità docked sia in portatilità. L’aspetto positivo è l’estrema versatilità con la quale si può passare dai controlli touch ad un sistema di puntamento basato sul movimento di un cursore tramite stick analogico o ad uno di selezione con le frecce direzionali, fino ad un puntatore che si muove tramite i sensori del giroscopio. Ma c’è un ma: si percepisce sin da subito che il gioco rende maggiormente se si interagisce tramite il touch screen della console dato che solo per prendere appunti qualsiasi altro sistema di interazione si rivela inutilizzabile. La natura di gioco per device portatili rimane preminente, viste anche le origini del gioco e la modalità docked rimane un’aggiunta gradita ma che non riesce ad essere del tutto complementare a quella portatile, tuttavia anche cos’ Layton’s Mystery Journey riesce a donare la sua ventina di ore di intrattenimento, indipendemente da come deciderete di giocarlo.
PRO
- Il capitolo di Layton con più enigmi in modalità storia
- Video ed audio molto migliori della verisone 3DS
- Per la prima volta un gioco di Layton sulla TV di casa…
CONTRO
- … anche se i controlli in docked non sempre sono comodissimi
- Trama e personaggi non ai livelli dei precedenti capitoli canonici
Versione provata: Nintendo Switch
Disponibile per: Nintendo Switch