Manca ancora un po’ all’uscita di Kingdom Hearts III, capitolo (si suppone) conclusivo della popolare saga ideata da Nomura ed iniziata 15 anni fa, ma nell’attesa del nuovo episodio per PlayStation 4 ed Xbox One, Square Enix ha raccolto tutti gli episodi usciti in una serie di HD remastered per PS3 e PS4, per poter mettere a tacere le lamentele di coloro che storcevano il naso di fronte alla necessità di possedere “tutte le console uscite” nel caso si volesse recuperare la trama. Questo Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue è l’ultima di una serie di tre remastered collection e con essa vengono raccontati i momenti che fungono da starting point per il futuro Kingdom Hearts III, nello specifico contiene la versione dimasterizzata di Kingdom Hearts 3D [Dream Drop Distance], spin-off uscito per 3DS in occasione del decimo anniversario della saga, un gioco originale mai apparso prima chiamato Kingdom Hearts 0.2: Birth by Sleep – A Fragmentary Passage ed un video in cinematica di circa un’ora chiamato Kingdom Hearts χ Back Cover. Nella nostra recensione andremo ad analizzare ciascuno dei contenuti di questa raccolta.
KINGDOM HEARTS DREAM DROP DISTANCE HD
Kingdom Hearts Dream Drop Distance è il contenuto più “grosso” in termini di ore di tutta la raccolta: si tratta della versione rimasterizzata di quel Kingdom Hearts 3D che uscì 5 anni fa sull’allora neonata Nintendo 3DS, sfruttando il periodo di grande popolarità della console che cominciava a macinare unità vendute a discapito della sua concorrente prodotta da Sony, che ora invece si ritrova ad avere il gioco sulla sua ammiraglia. Trattandosi di un porting in alta definizione, non ci dilungheremo nella recensione del gioco completo, ma ci limiteremo a sottolineare alcuni aspetti sui quali vorremmo focalizzare l’attenzione del lettore. Partiamo col dire che probabilmente fra tutti gli spin-off di Kingdom Hearts usciti, Dream Drop Distance è a nostro insindacabile giudizio fra quelli meno interessati che Tetsuya Nomura abbia mai realizzato: dopo un ottimo prequel come fu Birth By Sleep, il game director della saga più sconclusionata che ci sia torna a narrare le storie di Sora e Riku in un seguito di Kingdom Hearts II che dovrebbe fungere da anello di congiunzione con quel terzo capitolo che al momento, cinque anni dopo la pubblicazione del gioco originale, ancora non ha una data di uscita. All’inizio del gioco i due protagonisti si troveranno al cospetto di Yen Sid, il saggio Maestro di Keyblade che ha addestrato Re Topolino ed aiutato Sora e che ora annuncia ai due giovani che per diventare dei Maestri di Keyblade devono affrontare un esame di qualificazione che li riporterà in un viaggio che permetterà loro di attraversare i mondi ispirati alle opere Disney tanto care ai fan della saga: da Pinocchio al Gobbo di Notre Dame, passando per il “recente” sequel di Tron fino all’incontro con i protagonisti di The World Ends With You, un gioco per DS tanto ottimo quanto bistrattato creato dallo stesso Nomura. Esattamente come per Birth By Sleep, anche questo Kingdom Hearts 3D ci mette nei panni di più personaggi protagonisti (in questo caso Sora e Riku) che attraverseranno gli stessi mondi, ma che vivranno storie diverse che si svolgono parallelamente in due realtà coesistenti fra loro connesse, aumentando la longevità del gioco pur proponendo un ristretto numero di universi visitabili. Il sistema di combattimento eredita tutto ciò che c’era di buono nei capitoli precedenti: i combattimenti sono veloci, divertenti e coinvolgenti, i comandi si apprendono molto velocemente e non manca una buona dose di strategia necessaria per poter affrontare le battaglie più ardue. Ulteriore dinamicità agli scontri è dato dall’inserimento del Fluimoto, un sistema di spostamento acrobatico basato sull’interazione con diversi elementi dell’ambiente che ci permette di spostarci più velocemente all’interno dello spazio oppure scatenare mosse devastanti che, se ben utilizzate, ci toglieranno rapidamente dalle situazioni più spinose. Altro elemento di novità rispetto alla saga è legato ai nostri companion: non avremo più Paperino e Pippo come support durante la nostra avventura, ma saremo accompagnati dai Divorasogni, delle versioni “buone” dei mostri che combatteremo nel gioco che ci assisteranno durante la nostra avventura. In Dream Drop Distance potremo creare, tramite l’uso di ricette ed ingredienti, diversi Divorasogni caratterizzati da attacchi peculiari per poi utilizzarne fino a due contemporaneamente all’interno delle lotte: la crescita delle statistiche dei Divorasogni avviene sia tramite l’acquisizione di esperienza ed il conseguente aumento di livello, sia tramite una voce del menu che ci darà accesso ad una specifica area giochi (che prende ispirazione dal popolare casual game Nintendogs) nella quale dovremo accudire ed allevare le creature da noi create. Il tutto è condito con una veste stilistica simile a quella degli altri capitoli della serie, caratterizzata dai classici colori brillanti e forme morbide che fanno da controno ad un gioco che, come da tradizione, riesce a trattare tematiche malinconiche anche se connotato da un aspetto fiabesco e spensierato. Altri punti di forza del gioco, stavolta legati alla versione rimasterizzata, sono l’ottimo lavoro di miglioramento grafico e di diminuzione dell’effetto aliasing che affliggeva la versione portatile, il framerate bloccato sui 60fps anche nelle fasi che presentano un elevato numero di modelli a schermo e l’inserimento dei sottotitoli e dei menu in italiano, lingua che fu esclusa (insieme allo spagnolo) nel processo di localizzazione su 3DS a danno dei fan italiani che rimasero parecchio scottati da questa scelta.
Per essere l’unico gioco completo presente nella raccolta, Dream Drop Distance ha però diversi punti d’ombra che lo rendono un titolo ben poco invitante se non per i fan più accaniti che non ebbero il privilegio (o la fortuna, a seconda dei punti di vista) di giocarlo su portatile. Partiamo col dire che la trama di Dream Drop Distance probabilmente è una delle meno riuscite di sempre, ingarbugliata, poco cristallina (persino se paragonata agli standard della saga) ma soprattutto fine a sé stessa e ben poco interessante se non nelle battute finali della storia. A peggiorare una trama svogliata e confusionaria ci pensano diverse scelte di narrazione che rendono il tutto ancora più diluito e discontinuo, a cominciare dall’introduzione di continui flashback esplicativi (fortunatamente evitabili) inseriti nei momenti meno opportuni per terminare con il Drop System. Tale meccanica, inserita per poter portare avanti la storia contemporaneamente con Sora e Riku, consta in una barra temporale che, una volta esaurita, farà cadere il protagonista attualmente in uso in un sonno profondo durante il quale il controllo passerà all’altro eroe, che a sua volta si addormenterà esaurito il tempo a disposizione. Questo continuo scambio fra Sora e Riku, che molto spesso avverrà nei momenti meno opportuni, non fa che spezzare ulteriormente il ritmo della narrazione, oltre a poter essere frustrante per il giocatore che ha scelto di spendere il suo tempo esplorando un’area e si trova invece con questa costante spada di Damocle rappresentata dal timer. Se poi tecnicamente il gioco trae giovamento dalla remastered, lo stesso non si può dire per i controlli: le feature legate all’uso del touch screen presenti nel gioco originale hanno visto un rimappamento dei comandi ed un brutale rimpiazzo del pennino con la levetta analogica. E se nelle fasi di “tuffo” che precedono ciascun livello e che rimpiazzano i viaggi con la Gummi Ship lo stick svolge egregiamente il suo lavoro, lo stesso non si può dire della sua implementazione nella sala giochi dei Divorasogni, dove la levetta è adattata alla bene e meglio con risultati ancora accettabili, o peggio ancora nel suo uso nelle Reality Shift, meccanica che non fa che spezzare ulteriormente il ritmo nel corso dei combattimenti in un gioco che si figura come uno dei meno ritmati della serie. A chiudere il cerchio non possiamo non citare gli ambienti spogli e poco vivi che, seppur accettabili su 3DS per via del limitato hardware della console, non fanno che stonare su PS4 facendo sembrare Dream Drop Distance un gioco appartenete alla tanto gloriosa quanto vetusta PlayStation 2.
KINGDOM HEARTS 0.2: BIRTH BY SLEEP – A FRAGMENTARY PASSAGE
Contrariamente a quanto ci saremmo aspettati, Kingdom Hearts 0.2 è il punto più riuscito della raccolta in questione, un po’ perché si tratta, nel suo piccolo, di un prodotto ben realizzato ed un po’ perché si erge di fronte agli evidenti difetti degli altri contenuti. Giusto per rendere semplice la vita al giocatore, Kingdom Hearts 0.2 è un sequel diretto di Birth By Sleep che si aggancia direttamente al finale del secret ending del gioco per PSP, nonché prologo di Kingdom Hearts III focalizzato sulla figura della Maestra del Keyblade Aqua. Di fatto siamo di fronte a quello che dovrebbe essere un assaggio del gameplay del prossimo capitolo, realizzato con gli stessi motori fisici e grafici che muoveranno il titolo in uscita su PlayStation 4 ed Xbox One. In questo episodio Aqua dovrà fuggire dal mondo delle ombre nel quale è stata relegata e per farlo dovrà affrontare i suoi demoni rappresentati da spettri che hanno assunto le sembianze della Maestra e dei suoi migliori amici Terra e Ven. All’interno di quella che è una cornice composta da mondi ispirati a quelli delle fiabe Disney attraversati dalla protagonista in Birth By Sleep, ma rivisitati in una chiave gotica ed oscura, non possiamo che rimanere colpiti dal gameplay del gioco: pur mantenendo alcuni canoni standard della serie, Kingdom Hearts 0.2 introduce alcune migliorie che rendono le fasi di battagli più fluide e godibili. Di fatto abbiamo l’inserimento di alcuni accorgimenti come un miglior bilanciamento delle magie, stavolta assegnate ad una board ed utilizzabili grazie all’uso di una combinazione fatta dal dorsale e dai tasti azione frontali e limitate dalla presenza di una barra di PM che ne impedisce lo spamming continuo, il ritorno dell’ottimo sistema di finishing moves introdotto in Birth By Sleep, l’integrazione di una telecamera FINALMENTE decente (seppur lontana dalla perfezione) che nella maggior parte dei casi impedisce di perdere di vista l’obiettivo e contemporaneamente capace di evitare l’effetto disorientamento, la presenza di un battle system dotato di una buona dose di frenesia che mette in risalto i volteggi aggraziati di Aqua e le abilità del giocatore, sia quelle tattiche che quelle legate ai riflessi, entrambe necessarie per poter portare la nostra eroina al successo nella sua missione: tutti questi elementi si uniscono insieme per dare un’esperienza che, seppur nella sua brevità (l’esperienza dura 3 ore a dir tanto), mostra i muscoli e fa ben sperare per Kingdom Hearts III. A corredo di tutto ciò spicca l’eccellente comparto tecnico caratterizzato da texture di ottimo livello che donano vita e realismo all’ambiente, giochi di luce splendidi ed un framerate piuttosto elevato riscontrato nella nostra prova su PlayStation 4 Pro che bene si intona con la velocità delle azioni che avvengono su schermo.
… E TUTTO IL RESTO?
Avendo già alle spalle due riuscitissime collection per PlayStation 3, il paragone con i ReMIX 1.5 e 2.5 è più che naturale ed esattamente come accaduto per le due raccolte precedenti, anche questa 2.8 è composta da due giochi ed alcuni filmati in CGI tratti da giochi esclusi da queste rimasterizzazioni che permettono di approfondire alcuni elementi della storia della saga. Così se nell’1.5 abbiamo avuto i filmati tratti da 358/2 Days e nel 2.5 quelli di Re:coded, in questo pacchetto troviamo un filmato di circa un’ora ispirato a Kingdom Hearts χ chiamato Kingdom Hearts χ Back Cover. Per chi non lo sapesse, Kingdom Hearts χ è un browser game (uscito poi anche su dispositivi mobili iOS ed Android) che si colloca prima della famosa Guerra dei Keyblade che sconvolse l’universo del gioco e diede il via alle vicende. Back Cover fa semplicemente il suo dovere, portando sulle nostre PlayStation 4 maggiori informazioni riguardanti i Veggenti, cinque misteriose figure che avranno a che fare con il Libro delle Profezie, un tomo che racchiude fra le sue pagine i misteri legati all’universo del gioco, in grado anche di rivelare il futuro a chi dovesse essere in grado di interpretare le sue enigmatiche parole. Essendo un semplice filmato non interattivo, per quanto tecnicamente ben realizzato, Back Cover scorre via senza destare particolari sentimenti, sia perché si basa su personaggi nuovi e mai visti nella saga per i quali il giocatore non prova quindi particolare empatia (a meno che non abbiate giocato al dimenticabile browser game ad esso associato) sia perché la caratterizzazione è piuttosto blanda e non fa nulla per instaurare un qualche legame con lo spettatore. Inoltre viene messa ulteriore carne sul fuoco all’interno di una saga già piuttosto intricata senza però prendersi la briga di dare delucidazioni, lasciando ancora più confusione nella mente di chi ha visionato il filmato.
Oltre a tutti gli aspetti elencati, un’altra caratteristica che influisce sulla valutazione finale è sicuramente il prezzo di lancio: la collection sfrutta il fatto di contenere un prologo al tanto atteso Kingdom Hearts III per poter essere estremamente appetibile per i fan della saga, facendo leva sull’hype generato dagli ultimi trailer rilasciati, ma di fatto è la più debole in termini di contenuti avendo al suo interno un solo gioco completo ed una sorta di demo di quello che sarà il gioco finale. Per quanto Kingdom Hearts 0.2 sia fatto indubbiamente bene, troviamo eccessivo un prezzo consigliato di 60 euro quando le due collection per PlayStation 3 dimostravano molta più cura nei dettagli e nei contenuti presenti ed erano vendute ad un prezzo inferiore. L’indignazione dimostrata dagli utenti non è tanto legata al prezzo pieno al quale viene venduto il prodotto, quanto alla mancanza di contenuti che giustifichino il prezzo: un colpo basso per tutti i fan della saga che riponevano fiducia in Square Enix.
PRO
- Finalmente Dream Drop Distance è disponibile anche in italiano…
- Kingdom Hearts 0.2 è splendido…
- Back Cover aggiunge maggiori informazioni sulla Guerra dei Keyblade…
CONTRO
- … ma il gioco soffre l’assenza del touch screen
- … fintanto che dura
- … ma non fa che rendere ancora più confusionaria la trama
- Prezzo eccessivo per il contenuto offerto.