I ragazzi dello studio indipendente Mojo Bones si avventurano per la prima volta nello sviluppo di un titolo dedicato al PC con Impact Winter. Dopo una breve toccata e fuga su Nintendo 3DS con Santa Fiesta, il team britannico ha dunque deciso di approdare sui nostri monitor attraverso un genere molto amato dall’utenza PC: il Survival. Abbiamo vagato per le lande desolate di Nelson alla ricerca di provviste e siamo pronti a dirvi la nostra su Impact Winter.
Winter Is Coming
Che il survival sia un genere ormai quasi abusato su PC non è di certo un mistero. Steam infatti straborda letteralmente di titoli dedicati alla sopravvivenza e, laddove i più temerari propongo un’esperienza multigiocatore come Ark: Survival Evolved, Conan Exiles e DayZ, altri preferiscono lasciare che il giocatore si senta realmente abbandonato a se stesso proponendo titoli da affrontare in giocatore singolo. Impact Winter appartiene alla seconda categoria e, anche per una questione di costi di realizzazione, mette il giocatore nella condizione di agire in solitaria nonostante sia presente una fortissima componente ruolistica data dalla presenza di un gruppo di sopravvissuti da gestire. Ma andiamo con ordine, Impact Winter è uno di quei titoli che non fa uso di cutscenes o dialoghi particolarmente forbiti ma lascia che sia il giocatore a scoprire le cause e gli effetti che lo hanno portato a vivere questa esperienza. Siamo in una cittadina americana di nome Nelson e il mondo che conosciamo è stato devastato da un cataclisma naturale di enorme portata: una pioggia di meteoriti. Da quel momento il mondo è entrato in uno stato di inverno perenne e le condizioni climatiche estreme hanno portato la maggior parte delle città sull’orlo della devastazione. Il concetto di catastrofe apocalittica è molto ben espresso in Impact Winter, non soltanto attraverso l’aspetto di un mondo chiaramente devastato e sepolto dal ghiaccio ma anche da ogni oggetto, luogo e anfratto che visiteremo, ogni elemento del gioco fa riferimento a quanto improvviso e devastante è stato il cambiamento. Vestiremo dunque i panni di Jacob, il leader di un piccolo gruppo di sopravvissuti che ha trovato rifugio in una chiesa, lo scopo di Impact Winter è quello di sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi, stimati in 30 Giorni. A ricoprire un ruolo importantissimo troviamo Ako-Light un misterioso robottino che risulta totalmente incoerente con il periodo storico nel quale è ambientato il titolo ma che è capace di intercettare il segnale radio che guiderà i soccorsi verso la nostra posizione. La figura di Ako-Light è quanto mai stridente nei confronti del setting narrativo, Impact Winter è ambientato nel nostro presente, nessun altro elemento fantascientifico suggerisce la presenza di tecnologie avanzate come quella di Ako-Light e proprio per questo la sua stessa presenza nel gioco riesce a incrinare uno specchio altresì perfetto di una reltà apocalittica. Tralasciando le filippiche sulle incongruenze temporali, Ako-Light avrà il delicatissimo ruolo di segnalare la nostra posizione ai soccorsi, potenziando Ako-Light sarà possibile influire sul tempo necessario per l’arrivo degli aiuti.
Impact Winter non è però soltanto attesa per i soccorsi, il titolo infatti mira ad un obiettivo molto più profondo e mette sul piatto grandi premesse, tra le quali un sistema di gestione quasi ruolistico degli altri elementi del gruppo e delle loro esigenze. Sarà infatti compito del giocatore non solo occuparsi della sopravvivenza basilare come acqua e cibo per tutto il gruppo ma anche gestire e controllare le relazioni, lo stato d’animo ed il benessere degli altri membri del gruppo. Un sistema di crafting estremamente profondo ma non molto complesso conferisce ad Impact Winter una vastissima gamma di opportunità ed approcci al gameplay, il tutto sempre accompagnato da diversi elementi survival che mettono in difficoltà e spingono il giocatore ad agire con prudenza.
Scale? Noooooo!
Passando ad un’analisi più concreta, notiamo che Impact Winter non impiega molto ad accusare i primi colpi della sua natura indipendente e, sin dai primi minuti di gioco è tangibile quanto l’intera esperienza sia singhiozzante in termini di giocabilità. Il sistema di controllo è forse la lacuna più grande che ci ritroveremo ad affrontare, da un supporto per mouse e tastiera quasi assente ad uno schema comandi non modificabile ed estremamente fastidioso per il Pad che, nonostante figuri come periferica consigliata, fatica a ricevere i comandi e molto spesso ci ritroveremo a dover premere per più volte un singolo comando affinchè venga recepito. Problemi del genere intaccano pesantemente l’esperienza di gioco, soprattutto nei casi come Impact Winter, un titolo nel quale il ritmo di gioco viene pesantemente rallentato dalla continua esigenza di tornare alla base per depositare le provviste e ricaricare le batterie di Ako-Light, ma parleremo dei problemi tecnici più avanti. Impact Winter mette sul piatto diversi concetti che affrontano a testa alta le più grandi produzioni del genere survival e propone una profondità sicuramente degna di nota, peccato che questa non venga concretizzata nel momento in cui si prende il pad in mano. Esplorare la città di Nelson si rivela infatti difficoltoso e molto ripetitivo, l’escamotage dato dall’inverno perenne trasforma gran parte della mappa in una semplice distesa bianca senza punti di riferimento fatta eccezione per alcuni luighi d’interesse, va da se che spostarsi da un posto all’altro diventa quasi subito noioso e ripetitivo.
Avremo a disposizione uno zaino capace di contenere le nostre provviste e le risorse trovate in giro per la città ma le dimensioni ridotte del nostro inventario ci costringeranno troppo spesso a far ritorno alla base per depositare e ripartire. Il problema più grande consiste nel fatto che spesso e volentieri gli oggetti richiesti in determinate missioni occupano troppo spazio ed è dunque impossibile portare con se altre provviste, lasciando che le statistiche e conseguenzialmente l’umore della squadra calino. Giocando ad Impact Winter si ha la sensazione di avere un peso eccessivo sulle spalle, è infatti praticamente impossibile prendersi cura della squadra e migliorare la base allo stesso tempo e, sinceramente, fa un po’ rabbia vedere i nostri compagni al calduccio davanti al fuoco mentre noi dobbiamo spaccarci la schiena per fare tutto.
La vera nota dolente di Impact Winter è però da ricercare nel suo comparto tecnico. Durante la nostra prova siamo stati costretti più volte a riavviare il gioco per bug che ci impedivano di andare avanti. Impact Winter è infatti disseminato di errori che spesso non permettono lo svolgimento del gioco, personaggi che si rifiutano di parlare nonostante l’icona sulla loro testa dica il contrario, il nostro personaggio che si blocca in un punto e non riesce più a muoversi, scendere una rampa di scale e poi non riuscire a risalire, insomma, oltre a dover sopravvivere nel gioco, dobbiamo sopravvivere anche nella realtà. Purtroppo l’esperienza di gioco è pesantemente intaccata da errori di tale natura e la presenza di caricamenti anche lunghi durante gli spostamenti da un posto all’altro contribuisce ancora di più a creare quel senso di noia. Abbiamo provato Impact Winter su un PC di fascia alta e, nonostante le prestazioni elevate, abbiamo registrato dei pesanti e fastidiosi cali nel frame-rate laddove la resa grafica e tecnica del titolo è pesantemente al di sotto degli standard odierni. Impact Winter riesce in conclusione a proporre una sfida impegnativa per coloro che cercano un survival profondo e ricco di funzioni, peccato che l’intera esperienza di gioco faccia fatica a concretizzarsi.
PRO:
- Ottimo sistema di crafting
- Gestione della squadra interessante
- Grandissima varietà negli oggetti
- Meccaniche di sopravvivenza ben bilanciate
CONTRO:
- Tempi di caricamento lunghi e fastidiosi
- Tantissimi bug da sistemare
- Ritmo di gioco troppo lento
- Graficamente insufficiente
- Mondo di gioco poco vario
Versione provata: PC
Voto: 6.5/10