È il momento di imbracciare il fucile e di alzarsi di buon mattino. Bigben Interactive ci porta a spasso nella natura selvaggia con Hunting Simulator un titolo che, come suggerisce sagacemente il nome, si propone come un simulatore realistico di uno sport amato ed odiato, la caccia. Quella di portare a schermo le sensazioni e le vibrazioni di un passatempo così particolare è un’impresa certamente difficile e spesso appesantita da una produzione non proprio brillante, frutto di un budget non proprio stellare.
The Wild Hunt
Partendo da un concetto che vede ogni forma di “simulator” come qualcosa di estremamente serioso e dedicato ad una piccola cerchia di appasionati, Hunting Simulator non è di certo un titolo che si affaccia verso un utenza generalizzata. Sebbene quello della caccia sia uno sport/passatempo poco traducibile in bits, Hunting Simulator deve comunque rendere conto a quello che è il capostipite del genere in questo momento: Hunter: call of the wild. La simulazione proposta dai ragazzi di Bigben Interactive non brilla per carisma e sicuramente non è uno dei titoli più attesi dell’anno. Volendo soffermarci sulla figura del cacciatore, così come su quella dell’agricoltore, queste simulazioni dedicate espressamente agli appassionati dell’ambito al quale si rivolgono, si dimostrano sempre meno appropriati e votati all’aspetto ludico. Difficilmente un vero cacciatore, abituato alle escursioni, al contatto con la natura e tutto il resto, si troverà di fronte al retailer di turno in trepidante attesa per l’uscita del titolo. Questo non significa che i cacciatori non possano essere appassionati di videogiochi ma semplicemente si tratta di una minoranza troppo piccola per essere presa in considerazione. Va inoltre aggiunto che, a differenza di altri simulatori che comunque non riescono a trasmettere le sensazioni “reali” di un passatempo, la caccia prevede un contatto intimo con la natura e con l’istinto utilizzando sensi che in genere non vengono presi in considerazione nel mondo dei videogiochi come l’udito. Se qualcuno di voi starà quindi pensando “ ma uno che gioca a FIFA non deve necessariamente essere un calciatore” , la risposta è semplice, si è vero non bisogna essere un calciatore ma il divertimento di prendere parte in modo attivo in una partita di calcio non è paragonabile ad una battuta di caccia in termini puramente ludici.
Staccandoci da una forse troppo prolissa digressione sui concetti di simulazione, Hunting Simulator ci mette nei panni di un cacciatore/cacciatrice al fronte di una campagna veramente imponente. Il titolo spazia infatti in diversi ambienti dal classico bosco alle distese innevate per far si che nessun animale si salvi dalla nostra furia e dal nostro fucile. Non si tratta ovviamente di uno sparatutto ma di un gioco fondamentalmente noioso che richiede pazienza e ancora pazienza per mostrare qualche risultato. La grande mole di contenuti garantisce ad Hunting Simulator ma come abbiamo accennato in precedenza solo gli appassionati avranno la pazienza di arrivare alla fine. Senza un tutorial diretto, che è possibile trovare nella sezione “extra”, il titolo ci butta nel bel mezzo del bosco in una battuta di caccia ad obiettivi, per superare la missione è necessario scovare ed uccidere l’animale di turno. Un sistema di punteggi va a misurare la nostra precisione e la nostra capacità di seguire le tracce, creando così un certo senso di sfida che purtroppo non viene accentuato a causa dalla legnosità e dalla lentezza generale del gameplay che porta a fasi di frustrazione tale da voler quasi dirigere la canna del fucile verso la nostra bocca cantando Smells Like a Teen Spirit, premendo il grilletto e facendola finita senza prendersi la briga di registrare nessuna cassetta.
Che la caccia abbia inizio!
Pur se contenutisticamente eccellente, Hunting Simulator non si preoccupa di piacere ai giocatori, pensando più ad una simulazione teorica che pratica. La causa di una considerazione così pesante e poco gradevole nei confronti di un titolo che a prima occhiata può sembrare un semplice shooter è da ricercare nell’estrema lentezza e legnosità che caratterizza il gameplay puro. I movimenti lenti, faticosi e le animazioni da dimenticare fanno dell’esperienza di Hunting Simulator qualcosa da rimuovere al più presto dalle proprie memorie. E no, non ci stiamo andando giù pesante. Andando avanti nelle missioni vengono fuori un paio di meccaniche interessanti che si preoccupano di tracciare e scovare l’animale che stiamo cacciando, man mano che ci avviciniamo alla nostra preda dovremo preoccuparci di fare il meno rumore possibile e ovviamente dovremo evitare di essere visti. Ogni animale ha un comportamento diverso e, in base alla specie, alcuni sensi sono più sviluppati di altri. Una volta stanato l’animale arriva la prima vera nota di divertimento nell’esperienza di Hunting Simulator, tre indicatori indicano i sensi dell’animale che, tramite vista, udito ed olfatto, sarà pronto a scappare al primo campanello di allarme. Come dei veri e propri cecchini sarà nostro compito piazzare il colpo più accuratamente possibile non solo per far si che l’animale muoia sul colpo ma anche per evitare che scappi seppur ferito. Per reclamare la propria preda sarà necessario approcciarsi alla carcassa ed analizzare i propri risultati. Sebbene sia massiva, l’esperienza di Hunting Simulator si riduce ad una semplice ricerca tramite le tracce in aree molto vaste ma incredibilmente anonime e spoglie di dettagli, trasformando una buona mole di contenuti in un’esperienza vuota e poco soddisfacente. Analizzando il titolo da un punto di vista più tecnico emergono delle lacune che compromettono pesantemente l’esperienza di gioco. La nostra prova su Playstation 4 ha evidenziato pesantissimi cali nel frame-rate che si mantiene quasi sempre sui 20-24FPS per crollare drasticamente a 15 nelle fasi più affollate, uno screen tearing che rischia di portar via il cervello e una cura per i dettagli praticamente inesistente. Molti problemi di level design si presentano nel momento in cui si parla di collisioni con l’ambiente, spesso e volentieri non saremo in grado di proseguire per un sentiero perché anche una piccola salita potrebbe rivelarsi misteriosamente impossibile da percorrere e il nostro personaggio, da buon cacciatore, non può ne saltare ne scavalcare. Hunting Simulator resta dunque un prodotto riservato ad una piccolissima nicchia ma che presenta comunque problemi gravissimi in quasi ogni aspetto del titolo sebbene si preoccupi di inserire diverse funzioni che alimentano il concetto simulativo, senza mai concretizzarle del tutto.
PRO:
- Campagna di gioco vastissima
- IA degli animali ben curata
CONTRO:
- Graficamente insufficiente
- Animazioni da dimenticare
- Gameplay legnoso e lento
- Poco curato nei dettagli
- Monotono e noioso
Versione provata: Playstation 4
Voto: 5