Se c’è un genere che negli anni è sempre stato esclusiva di una singola piattaforma, questo è proprio l’RTS, il real time strategy, da sempre considerato appannaggio della “Master Race”. Il motivo è semplice: la combinazione e la precisione di mouse e tastiera sono senza ombra di dubbio fondamentali per eseguire in tempo reale decine di operazioni, manovre complesse e la gestione di migliaia di risorse con pochi semplici clic. Ecco perché quando ci venne presentata l’idea del genere strategico in tempo reale su console, molti dei puristi storsero il naso. Se però ad introdurre il genere sono gli stessi che hanno più o meno creato i PC moderni, allora un tentativo di prova si può anche fare. Il primo Halo Wars era proprio questo, un esperimento che, con pregi e difetti, portava al pubblico su console l’RTS, facendogli provare un’emozione fino ad allora sconosciuta (più o meno, se non consideriamo i precedenti Command e Conquer e Warhammer Mark of Chaos). Halo Wars 2 ci riprova, stavolta con un duplice fine; il primo è quello di migliorare l’esperienza e dimostrare che non solo è possibile avere uno strategico su console, ma anche che questo sia di buona qualità; la seconda, molto più gravosa, è riempire il vuoto di esclusive che in questi mesi ha inghiottito Xbox, dando ai possessori della console di casa Microsoft un motivo in più per accenderla oltre ai titoli multipiattaforma. Per portare a termine queste missioni, il progetto è stato affidato ai Creative Assembly, i creatori della leggendaria serie Total War. Saranno riusciti in questa titanica impresa?
Atriox l’invincibile
Halo Wars 2 riprende la storia esattamente dove l’aveva lasciata il primo capitolo, con la Spirit of Fire, comandata dal capitano James Cutter che viaggia alla deriva nello spazio dopo il sacrificio del sergente Forge. Dopo 28 anni di viaggio, l’IA ormai morente della nave riattiva i sistemi di alimentazione, svegliando l’equipaggio e annunciandogli di aver raggiunto l’Arca, la stazione di costruzione degli Halo. La guerra tra umani e Covenant è finita, dato che le vicende si svolgono poco dopo Halo 5, ma la minaccia aliena persiste. Atriox, un signore della guerra Brute che si era ribellato ai Covenant, ha mobilitato un gigantesco esercito sull’Arca ed è intenzionato a mettere a ferro e fuoco la galassia. Finalmente con un nuovo obiettivo, i soldati della Spirit of Fire inizieranno la loro guerra contro Atriox e le sue legioni per impedirgli di sterminare l’umanità. Tornano quindi gli eroi del primo capitolo, come il già citato capitano Cutter, la professoressa Anders e la squadra Spartan 2 formata da Jerome, Alice e Douglas. Ad accompagnarli una new entry, l’IA Isabel, che ha giurato vendetta nei confronti di Atriox dopo che questi ha sterminato il suo equipaggio. Buona anche la figura del comandante Brute, anche se poteva essere approfondita meglio, vista la sua eccellente introduzione. E’ proprio questo uno dei difetti principali della trama, ovvero non regalare personaggi degni di nota per le vicende in corso, facendo ripiangere il compianto Sgt. Forge, personaggio dotato di grande carisma.
A questo va aggiunta una sensazione di vuotezza sul finale, che lascia con l’amaro in bocca e quel senso di incompiuto che vorrebbe essere un cliffangher, ma che invece si rivela solamente fastidioso. Impressionanti invece i filmati in CGI della storia, realizzati in maniera eccellente e che riescono a trasmettere tutta l’epica della guerra tra umani e alieni. La campagna, affrontabile sia in giocatore singolo che in co-op con un amico, è articolata in 12 missioni, tutte completabili in mezz’ora l’una, per una longevità a difficoltà normale di circa 6 ore. Un punteggio un po’ misero, soprattutto se paragonato alla media di molti altri titoli simili, ma che però può essere allungato anche a 10 qualora si decida di giocare a difficoltà più elevata o andare alla ricerca dei log sparsi lungo le mappe di gioco. Nonostante la brevità della missioni, ne dobbiamo lodare la varietà, davvero esemplare, che implementa anche alcune meccaniche da tower defence, difesa a oltranza e controllo. Buona anche l’introduzione di un paio di boss fights, utili per spezzare un po’ il ritmo del gioco. Ad ogni missione compiuta verranno attribuiti dei punti in base agli obiettivi principali e secondari ottenuti, che andranno ad incrementare il vostro livello di giocatore. Se a questo concetto pseudo arcade ci aggiungiamo anche la possibilità di utilizzare gli iconici Teschi della serie Halo, ecco che il fattore rigiocabilità si estende di molto.
La favola dell’RTS su console
Veniamo ora al vero metro di paragone del gioco, il gameplay che tanto ci preoccupava. Già nella beta ci aveva convinto, ma qui nel gioco completo ne siamo pienamente sicuri: lo strategico su console si può fare. Finalmente Creative Assembly ci regala un signor rts su console, dimostrando che non sono necessari mouse e tastiera per divertirsi col genere. Non bisogna infatti fare l’errore di paragonare Halo Wars 2 a qualsiasi altro titolo simile in termini di gameplay: Halo Wars è ormai una pietra miliare del genere, quindi tutti i titoli futuri dovranno fare i conti con lui. Il sistema sviluppato dai Creative Assembly è esattamente quello del primo episodio, ma con qualche miglioria. Innanzi tutto, data l’impossibilità di navigare sulla minimappa di gioco, la fluidità e la velocità di scorrimento sulla schermata sono state incrementate di parecchio, garantendovi così la possibilità di raggiungere determinate zone in pochissimo tempo. Grazie alla croce direzionale sarà possibile poi saltare da una base all’altra, così come alle unità sparse sulla mappa, venendo incontro all’inadeguatezza dei controlli su joystick. Parlando della macrogestione, ovvero della creazione della base e delle sue risorse, Halo Wars 2 rimane con un sistema a basi fisse potenziabili di volta in volta, dove a livelli tecnologici maggiori saranno disponibili unità sempre più potenti. La raccolta delle due risorse necessarie per la creazione avviene tramite strutture dedicate ed il controllo di punti strategici sulla mappa, specificatamente per l’energia. Per quanto riguarda la microgestione, cioè la gestione delle singole unità, la cosa si complica un pochino. Non essendo possibile assegnare gruppi di controllo e a causa della poca precisione nella selezione, la maggior parte del lavoro che vi ritroverete a fare sarà quello di selezionare tutte le unità a schermo e farle attaccare un punto. Creative Assembly ha però voluto provare ad introdurre un minimo di micro gestione, con risultati non proprio disastrosi. Tramite i grilletti sarà possibile infatti selezionare una tipologia di unità tra il vostro esercito nella frenesia della battaglia, così che la vostra tattica differisca leggermente dal classico seleziona tutto-attacca. Purtroppo questo spettro è inevitabile, ma comunque apprezziamo il gesto degli sviluppatori nel cercare di portare precisione in un contesto altamente macchinoso. Per quanto riguarda le due fazioni in gioco, ossia l’UNSC e gli Esiliati, abbiamo di fronte due razze ben distinte tra loro con un eccellente numero di unità, molte dotate di abilità e poteri secondari utili in battaglia e che possono essere potenziate con l’esperienza in combattimento o tramite ricerche effettuate alla base. Ovviamente il sistema si basa sul classico carta forbice sasso, introducendo anche unità volanti, meccaniche, invisibili, d’artiglieria e antiaeree, oltre alla classica fanteria opportunamente diversificata. L’UNSC avrà dalla sua potenti macchine da guerra e truppe molto forti dalla distanza, mentre gli Esiliati puntano tutto sulle loro armi al plasma, i loro scudi e la potenza fisica dei Brute d’assalto. Le unità sono complementari tra di loro, ma sono le piccole differenze che rendono gli scontri sempre vari ed emozionanti.
Campi di battaglia galattici
Questo ci porta quindi alla seconda grande componente di Halo Wars 2: il multiplayer. Una volta finita la campagna, vorrete gettarvi immediatamente nella mischia galattica per affinare le vostre abilità in scontri online all’ultimo soldato, e qui finalmente troverete pane per i vostri denti. Le modalità multigiocatore proposte dal gioco sono tante e varie, spaziando dal classico all’originale, ma cerchiamo di andare con ordine. Il multiplayer classico prevede 3 modalità distinte, ovvero Zuffa, Obiettivi e Deathmatch. La prima è una partita 3v3 con risorse illimitate e tutti i potenziamenti attivi, così da poter scatenare tutto il vostro arsenale contro il nemico. Macro ridotta all’osso, quindi una modalità pensata a chi ha apprezzato i combattimenti e vuole dedicarsi solo a quelli. Obiettivi è ovviamente la classica modalità di controllo, in cui bisognerà controllare una serie di punti strategici e chi li terrà più a lungo si aggiudicherà la partita. Deathmatch è la più classica delle eliminazioni, giocabile sia 1v1, che 2v2 e 3v3. Tutte queste modalità sono per ora non classificate e strutturate in maniera molto classica per il genere, dando vita alle storiche partite da RTS che possono durare anche ore nel caso il livello di abilità dei due giocatori si equivalga. La scelta dell’esercito è qui introdotta come scelta del Comandante, che influirà in maniera significativa sulla vostra partita. Tre comandanti per l’UNSC (Cutter, Isabel e Anders, più Forge grazie al DLC del Day One) e tre per gli Esiliati (Atriox, Decimus e Let Volir) vi forniranno ognuno una serie di poteri diversi attivabili e potenziabili durante la partita per diversificare il gameplay, oltre ad una serie di unità dedicate molto forti che domineranno letteralmente il campo di battaglia. Ogni comandante avrà il suo stile, che dovrà essere seguito se volete ottenere il massimo dal vostro esercito: la professoressa Sanders ad esempio ha molte unità di Supporto, mentre Let Volir predilige unità veloci d’assalto per cogliere il nemico di sorpresa.
Come un fulmine a ciel sereno
Quella che però a nostro parere è la modalità più riuscita di tutte è la Blitz, una partita di controllo a 2, 4 o 6 giocatori in cui le strutture di produzione non esistono e le unità vengono evocate sul campo di battaglia tramite l’utilizzo delle carte. Ogni giocatore infatti, una volta scelto il Comandante, dovrà selezionare il suo mazzo di carte, contenente le unità e i potenziamenti. Ogni Comandante potrà avere unità personalizzate utilizzabili solo da lui, diversificando così di fatto la scelta dei mazzi. Tramite la conquista degli obiettivi, l’uccisone dei nemici e la raccolta di risorse che randomicamente spunteranno dal suolo si potranno evocare unità sempre più forti, a patto di avere abbastanza punti per farlo. Le partite in questo modo risultano estremamente veloci e frenetiche, perfette su console dato che viene eliminata del tutto la parte gestionale e ci si concentra in maniera divertente ed originale sul combattimento. Man mano che si prosegue nella partita, la produzione diventerà sempre più veloce, finché non vi ritroverete a comandare un esercito immenso, dove forse solamente la scomodità del pad frenerà un po’ il vostro entusiasmo. La Blitz è forse la cosa migliore di Halo Wars 2 e probabilmente quella che vi porterà via più tempo, visto che i pacchetti di carte vengono sbloccati con l’aumento di livello ed il completamento di sfide giornaliere e settimanali; più giocherete, più vincerete insomma. Peccato però che anche qui lo spettro delle microtrasazioni sia più vivido che mai, con la possibilità di acquistare tramite soldi reali i pacchetti di carte, vanificando così in parte il sistema di sfide e progressioni. Niente di eccessivamente sbilanciato, ma fa un po’ storcere il naso dato che non stiamo parlando di orpelli meramente estetici. A chiudere il tutto, abbiamo una modalità schermaglia, dove sempre tramite il sistema Blitz sarà possibile affrontare ondate di nemici sempre più forti, da soli o con un amico.
Il comparto tecnico di Halo Wars 2 è però la macchia più grande sul quadro messo insieme da Creative Assembly. Il gioco ha una grafica curata in maniera approssimativa e a tratti sembra di rivedere quella del primo episodio. Buoni gli effetti per carità, cosi come i dettagli delle mappa, ma da una prodizione del genere ci aspettavamo molto di meglio. Durante la nostra prova non abbiamo riscontrato nessun bug o problema di sorta, se non qualche leggerissimo calo di frame rate in qualche occasione e un tempo di caricamento che alcune volte poteva essere definito imbarazzante. Per quanto riguarda il netcode, è stato stabile per tutte le partite che abbiamo svolto, anche se i server a causa dell’accesso anticipato non erano molto popolati (ci riserviamo di approfondire la questione una volta che il giocoliere sarà uscito). Nulla da eccepire per quanto riguarda la direzione artistica, mentre ottima come sempre la colonna sonora, che ricalca alla perfezione l’epica contemporanea della saga di Halo. Ci duole informarvi però che il gioco stavolta non sarà doppiato in italiano, ma solo sottotitolato, ma si tratta di un problema di poco conto, vista l’eccezionale qualità del doppiaggio inglese.
PRO:
- Un buon compromesso RTS su console
- La modalità Blitz è davvero riuscitissima
- Numerose modalità multiplayer
- Razze e comandanti ben caratterizzate
CONTRO:
- Campagna poco longeva e trama non eccelsa
- Tecnicamente sottotono
- Queste maledette microtransazioni…
Versione testata: Xbox One