Halo Reach ha quasi compiuto 10 anni e in questa sua prima decade, quale miglior regalo per sé e per i fan se non portare finalmente su PC l’oggetto del desiderio? Dopo milioni di richieste, finalmente dicembre segna il debutto su PC della Master Chief Collection, l’opera magna di una delle saga sparatutto più longeve e famose di sempre. Le avventure di Master Chief però con Reach subiscono una battuta d’arresto, visto che l’intera storia narrata vede protagonisti gli Spartan del team Noble e la loro strenua difesa del pianeta Reach da parte delle forze d’invasione Covenant. Reach è forse uno dei più controversi capitoli della serie, che ha segnato una spaccatura tra i giocatori più tradizionalisti e quelli che invece volevano finalmente guardare al futuro, arrivando ad una concezione di amore e odio per quello che fu l’ultimo lavoro di Bungie sulla loro saga più famosa.
Remember Reach?
Parlare di Halo Reach in una recensione classica sarebbe abbastanza inutile, dato che ci stiamo riferendo ad uno dei pezzi di storia degli sparatutto, quindi ci concentreremo in questa sede in due aspetti fondamentali che hanno guidato il nostro playtrough di quello che a tutti gli effetti è un porting su PC, equiparabile sotto molti aspetti a quanto già visto con i remake di Halo Combat Evolved e Halo, ovvero componente tecnica e multiplayer.
Se vedere approdare Halo su PC è stato il sogno proibito di milioni di giocatori armati di mouse e tastiera, il titolo targato Bungie ci costringe a fare i conti con una dura realtà: Halo Reach è un gioco vecchio.
Nove anni che pesano quanto un macigno sulle spalle di un titolo che, controversie a parte, è riuscito a lasciare il segno nel mondo degli FPS Arena. Il progresso tecnologico, l’incessante evoluzione del videogioco come tecnologia, getta su Halo Reach una luce fatta di nostalgia e ricordi, ma non di tecnica. Tecnicamente parlando Halo Reach porta con sé numerosissimi problemi appartenenti alla versione Xbox 360 in aggiunta a quelli già riscontrati sulla meta-versione di Halo: The Master Chief Collection. Il risultato di questa equazione che vede da una parte un carico nostalgico molto importante e dall’altra un invecchiamento tecnico non proprio brillante, mette Halo Reach nella posizione di scendere a patti con un principio di oggettività inconfutabile: Halo Reach è, di fatto, un FPS valido nel mondo PC di oggi?
La risposta, sempre in termini tecnici, è un secco no. Halo Reach su PC non riesce a scrollarsi di dosso le limitazioni imposte dalle console di originaria appartenenza e, pertanto, non riesce ad adattarsi al meglio ai diversi canoni e standard che vanno a regolare il mondo degli shooter su PC. Il titolo mostra infatti evidenti problemi a gestire i frame-rate superiori ai 60FPS nonostante la possibilità di scegliere se adottare un frame-lock di 60FPS oppure di sbloccare il frame-rate per avvicinarsi alle esigenze decisamente più impegnative del giocatore PC. In un mondo in cui i 60FPS sono ormai d’obbligo, Halo Reach non riesce ad abbracciare la filosofia di perfezionismo che permea il mondo del PC Gaming, scontrandosi con dei limiti probabilmente fisici del titolo stesso, mostrando così il fianco ad un porting non propriamente pensato per la versione PC ma “estrapolato” dalla versione console. Ad accompagnare le problematiche relative al frame-rate si segnalano inoltre problematiche nel comparto audio del titolo che spesso lascia il giocatore senza output per sezioni che possono anche protrarsi per un’intera partita. Ordinari i crash ed i freeze del titolo soprattutto durante la schermata d’avvio, problematiche dovute probabilmente all’integrazione del netcode del titolo con i meccanismi di autenticazione del Windows Store su Windows 10.
Se tutto questo non bastasse, Halo Reach, nella sua versione rimasterizzata per PC, non riesce a soddisfare neanche dal punto di vista della resa grafica. Non si notano infatti particolari miglioramenti rispetto alla versione originale, fatta eccezione per una migliore gestione delle luci e di alcuni shader implementati anche nella versione Xbox di Halo: The Master Chief Collection. Se gli anni che Halo Reach porta in spalla contribuiscono inevitabilmente alla percezione di un titolo ormai datato, un lavoro di rimasterizzazione non proprio certosino non riesce a portar lustro ad un titolo che, durante i suoi anni, è riuscito a scuotere l’industria dei videogiochi. Stiamo comunque parlando di un gioco di nove anni fa, quindi non possiamo minimamente pretendere il miracolo, che comunque si è compiuto, con il suo arrivo su PC. E tanto basta.
Bentornati in guerra
Venendo ora alla parte multigiocatore, come già detto in precedenza, Halo Reach rappresenta un vero e proprio terreno di scontro tra i puristi e i giocatori più moderni. L’introduzione dei poteri armatura ha effettivamente spaccato in due l’utenza, tra chi li riteneva troppo incisivi e chi invece ha apprezzato una ventata d’aria fresca in un multigiocatore comunque sempre molto bilanciato, ma inevitabilmente sofferente all’avanzare del tempo. La versione su PC di Halo Reach è esattamente come ce la ricordavamo su Xbox, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti; chi vi scrive è sempre stato un estimatore dell’innovazione, quindi ho apprezzato particolarmente come siano rimasti invariati i poteri armatura (si, è un ossimoro in effetti) insieme alla grande quantità di effetti sbloccabili durante la progressione in multiplayer del proprio livello giocatore. Il gunplay del gioco è esattamente come ce lo ricordavamo, dove ogni singola arma riesce a restituire un feeling al giocatore che anche con mouse e tastiera resta potente e magnifico. I loro suoni e movimenti sono gli stessi di un tempo ed è possibile ancora riconoscere il suono inconfondibile del fucile di precisione da chilometri di distanza. Il frame rate sbloccato inoltre migliora notevolmente le prestazioni, riuscendo finalmente ad adattare Halo al molto più veloce mondo PC, realizzando anche qui un punto a favore per la sua rigiocabilità attuale.
Non fare ad una ragazza promesse che non puoi mantenere
Questo ovviamente riguarda anche i difetti del gioco, primo fra tutti il respawn durante le partite multigiocatore, assolutamente da dimenticare. Sempre più spesso infatti capiterà di tornare in combattimento letteralmente tra le braccia dei nemici, vanificando magari un ritorno glorioso o un tentativo di rimonta, letteralmente regalando uccisioni al nemico. Sarebbe stato il caso di correggere un po’ il tiro e rendere l’esperienza decisamente più godibile, ma invece siamo di nuovo agli stessi problemi dei primi giorni. Tornano anche le mappe, con quelle classiche prese di peso dalla campagna principale e decisamente meno ispirate, rimpiazzate poi poco dopo da una nuova serie di arene sviluppate con l’editor interno del gioco, Forge, decisamente più interessanti e divertenti dal punto di vista del level design. Questo aspetto è stato parzialmente corretto, o almeno così sembra, dato che durante le nostre ore in multiplayer, le mappe classiche comparivano un numero di volte decisamente inferiore rispetto a quello delle arene più divertenti (e per fortuna).
PRO
- Finalmente arriva su PC
- Rimane un pezzo di storia dei videogiochi
- Multiplayer sempre estremamente divertente
CONTRO
- Forse è arrivato troppo tardi
- Rimangono tutti i difetti dell’originale
- Alcune imperfezioni tecniche.