Il momento è arrivato, dopo un’attesa lunga tre anni ed una Master Chief Collection che ha riacceso gli animi, Halo 5 è finalmente alle porte. Quando si parla della saga di Master Chief giocatori e giornalisti scattano sull’attenti, trattando con riverenza una saga che ha fatto la storia dei videogiochi e che ha saputo rinnovarsi nel corso degli anni. Recensire un titolo di questa portata è sempre una sfida, i ragazzi di 343 Industries hanno fatto un lavoro enorme da ogni punto di vista, lanciando sul mercato un prodotto profondo e pieno di sfumature. Dopo aver passato svariate ore con il fucile da combattimento alla mano, siamo pronti a recensire quello che è senza dubbio uno dei giochi più attesi dell’anno, ecco a voi, Halo 5: Guardians.
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Quando si parla di Halo si vanno a toccare i cuori di milioni di videogiocatori, indipendentemente dalla console posseduta, la Saga di Master Chief rappresenta uno di quei pilastri intoccabili del mondo videoludico, una saga che ha cambiato il mondo degli FPS e che, dal 2001 ad oggi, continua a rinnovarsi con idee sempre nuove che spaziano in un universo dalle mille sfaccettature. Halo è una di quelle esclusive che determina il marchio Xbox e costituisce, insieme a Forza Motorsport e Gears of War, la punta di un tridente fantastico messo in campo da Microsoft. Il supporto dato dalla casa di Redmond alla saga di Halo è sempre stato enorme, basti pensare che Cortana, la mitica IA di Master Chief, è ormai nelle nostre case su Windows 10 e Windows Phone.
Ciò che ha reso Halo così imponente è dato dall’abilità, prima di Bungie, poi di 343 Industries, di creare un universo così bello ed infinito da riuscire ad unire una trama tra le migliori di sempre ad un multiplayer competitivo che ha rivoluzionato il modo di concepire l’e-sport sugli FPS. Il multiplayer di Halo è sempre stato il punto forte della saga, grazie soprattutto al supporto incessante di Microsoft con tornei e piattaforme dedicate come Halo Waypoint.
Quello a cui stiamo per assistere è l’arrivo del primo capitolo di questa saga immortale su Next-Gen, che approda su Xbox One con tantissime novità e cambiamenti che riescono a rinfrescare la saga ancora una volta ma senza perdere il vecchio feeling.
La campagna di Halo 5 ha inizio con gli eventi che concludono il capitolo precedente, ci ritroviamo nel secondo capitolo della “Trilogia” dei Prometeici con un Master Chief senza Cortana, al servizio dell’UNSC. L’incipit del gioco ci butta subito in azione, presentando il primo cambiamento importante che Halo 5: Guardians porta con se in questo capitolo della saga. L’intero gioco sarà infatti diviso in due squadre: La Squadra Osiris, capitanata dallo Spartan Locke, ex-agente ONI con la fama di Cacciatore, e la Squadra Blu, capitanata da Master Chief. La Squadra Blu non è nuova al mondo di Halo, essendo la migliore squadra di Spartan mai vista e include membri storici come Kelly 087 e Frederic 104 che hanno combattuto al fianco di Master Chief in molteplici occasioni, in avventure narrate anche in media diversi da quello videoludico. La divisione dell’intera campagna in due team è forse il più grande cambiamento dal punto di vista narrativo, dove saranno disponibili un totale di quindici missioni, tre delle quali nei panni di Master Chief. La decisione di mettere in risalto la figura di Spartan Locke nell’intera campagna è dovuta alle circostanze che permeano la trama del titolo, la rivalità tra Master Chief e Jameson Locke è in assoluto il punto centrale dell’intero titolo e di conseguenza è stato necessario far conoscere lo Spartan che è stato incaricato di catturare Master Chief.
L’evoluzione narrativa del titolo rappresenta senza ombra di dubbio l’ennesima conferma da parte di 343 Industries di volersi imporre sullo sviluppo di Halo ed abbandonare definitivamente l’ombra di Bungie. La chiave di lettura di Halo 5: Guardians non va ad analizzare il macro-universo creato con i capitoli precedenti ma mette sotto la lente d’ingrandimento qualcosa di più introspettivo, andando a far luce sui rapporti interpersonali dei personaggi, mettendo in evidenza i legami che collegano personaggi come Master Chief e la Dottoressa Halsey e i precedenti tra Jameson Locke e L’arbiter, il leader della fazione degli Elite. Halo 5: Guardians è senza dubbio un Halo diverso da tutti gli altri, con scelte narrative e svolgimento della trama totalmente nuovi.
Vivere gli eventi attraverso gli occhi dei due personaggi principali spezza l’espediente narrativo che da sempre caratterizza Halo, la guerra. Il conflitto vissuto su Halo 5: Guardians è di natura molto più interiore, andando a sostituire i confitti su larga scala ai quali eravamo abituati. In questo capitolo di Halo è possibile osservare un’evoluzione narrativa eccellente che vede le strade di Eroe e Antieroe incrociarsi, con un Master Chief che va contro la Legge e Jameson Locke incaricato di fare il suo dovere.
La rivalità tra Master Chief e Spartan Locke non è però altro che una sottotrama, con l’universo in continuo movimento e, come abbiamo imparato a nostre spese su Halo 4, la minaccia dei Prometeici è ancora viva e costante. La scelta narrativa di mettere in risalto una semplice rivalità piuttosto che un enorme conflitto risulta molto originale e appagante, e gli sviluppatori hanno voluto dare una sensazione di “sfondo” alla guerra contro i prometeici, andando a costruire un conflitto personale sulle spalle di uno Universale.
343 Industries ha deciso di dare, in questo capitolo di Halo, un’aria più misteriosa al nostro Master Chief, ci ritroviamo infatti, per la prima volta, non a seguire gli ordini ma ad infrangerli, non saremo quindi a conoscenza delle intenzioni del nostro Spartan preferito, di conseguenza il giocatore sarà spinto a cogliere anche la più piccola sfumatura nei dialoghi con Master Chief per capire a cosa esattamente si stia andando in contro. La figura di Spartan Locke è invece molto più chiara, il nostro obiettivo è trovare e catturare Master Chief, l’espediente narrativo utilizzato è quello del “Cacciatore” instancabile che, una volta puntata una preda, non molla mai. Inutile dire che il nostro Master Chief è tutt’altro che una preda.
Seppur in quantità maggiore, le missioni di Spartan Locke non andranno mai a mettere in secondo piano quelle con Master Chief. Vengono introdotte in questo capitolo di Halo alcune missioni “fantasma”, ovvero delle missioni in cui non sarà necessario sparare ed eliminare nemici, si tratta infatti di sezioni di gioco dedicate completamente all’esplorazione, spesso di comunità, in questo modo si favorisce la conoscenza dell’ambiente circostante grazie anche a dei dialoghi da avviare con la popolazione o con i nostri compagni al fine cogliere ulteriori sfumature sui personaggi e sui legami che li uniscono. Queste missioni sono esclusivamente dedicate alle sezioni con Spartan Locke, mentre le missioni di Master Chief saranno più lunghe e intense, con molte più cutscenes. L’esperienza di gioco nei panni dello Spartan 117 sarà infatti quella più vicina alla concezione classica di Halo, seppur influenzata dai tantissimi cambiamenti narrativi e di gameplay.
Run Like Hell
Le scelte narrative adottate in questo capitolo vanno inevitabilmente a ripercuotersi anche sul Gameplay e sul Level Design del titolo. L’esperienza di gioco di Halo 5: Guardians è infatti molto più chiusa dei capitoli precedenti, ci ritroveremo spesso a combattere in ambientazioni strette, a differenza delle lande sconfinate viste su Halo 2. Il ridimensionamento dei livelli porta però un maggiore dettaglio, quasi maniacale, degli ambienti e un level design molto più curato, con sezioni di gioco molto impegnative anche a difficoltà bassa. La linearità delle missioni è una diretta conseguenza di una narrazione più individuale e meno di massa, su Halo 5 i protagonisti non saranno eserciti pronti a fronteggiarsi, bensì una manciata di soldati che cercano di salvare l’universo, mentre il mondo, ignaro di tutto, resta a guardare.
Ciò che ha realmente determinato il successo di Halo, andando ad imporre questa saga, ormai storica, nel mondo dei videogiochi, è senza dubbio il Gameplay. Halo 5: Guardians, pad alla mano, potrebbe essere il miglior Halo mai visto finora. Un sistema di comandi intuitivo e veloce contribuisce a formare un’esperienza di gioco pulita e immediata. Una sfilza di novità è stata aggiunta in questo nuovo capitolo, come la Schiacciata da fare in salto tenendo premuto il tasto RB in volo, oppure il Jetpack Boost, che ci permette di scappare da una situazione pericolosa o di arrivare in posti irraggiungibili tramite la pressione del tasto B, questa meccanica si rivelerà fondamentale durante le Boss-Fight del gioco.
L’intero gameplay della campagna in single player è stravolto da una nuova concezione di gioco. Le missioni non saranno più individuali ma di Squadra. I Team coinvolti, ovvero il Team Osiris e il Team Blu, sono formati, come già detto in precedenza, da quattro elementi, 343 Industries dice quindi addio alle azioni in solitaria per abbracciare un sistema di squadre molto simile a quello visto in Gears of War.
Sarà possibile impartire ordini ai nostri compagni di squadra, come concentrarsi su un bersaglio, cambiare posizione, utilizzare una torretta o guidare un veicolo, in assenza di ordini la squadra si muoverà da sola grazie ad un IA molto ben sviluppata che ci permette di tendere imboscate ai nemici o di aggirarli.
Seppur in quantità ridotta, la presenza dei veicoli continua a mantenere la tradizione della saga, sono infatti presenti intere sezioni dedicate ai mezzi, sia di terra che di aria. Non mancano i classici veicoli dell’UNSC come Warthog, Moongoose e Scorpion, sarà invece impossibile utilizzare il Pelican, presente già nei capitoli precedenti. Durante la campagna potremo, come da sempre, rubare i veicoli nemici e sfruttarli a nostro vantaggio, preparatevi quindi a disarcionare un povero Grunt dal suo Ghost per fare piazza pulita o, se vi piace pensare in grande, un Wraith. I veicoli aerei sono presenti in pochissime occasioni, in aggiunta al classico Banshee dei Covenant troviamo un nuovo velivolo dei Prometeici.
Le ambientazioni proposte in Halo 5: Guardians spaziano dai deserti più aridi ai ghiacciai perenni. Una cura dei dettagli maniacale da parte di 343 Industries porta sul titolo la magnificenza di un tempo, con fondali curati e atmosfere uniche, dalla più caotica battaglia alla più calma foresta. Halo 5 Guardians è una vera perla di Level Design, le interazioni con gli ambienti permettono al giocatore di esplorare intere aree segrete, alla caccia di raccoglibili o teschi. Sarà infatti possibile sfondare determinate pareti, grazie alla presenza del colpo corpo a corpo caricato, per accedere a zone nascoste o punti strategici.
Halo 5: Guardians è il secondo capitolo della “Trilogia dei Prometeici”, iniziata con Halo 4 su Xbox 360; ci ritroveremo dunque ancora una volta a fronteggiare questo potente nemico che minaccia l’estinzione delle forme di vita organiche nell’universo. L’intero set di nemici prometeici è stato rivisto, portando su Halo 5 vecchie conoscenze come i Crawler, gli Osservatori e i Cavalieri, andando però ad aggiungere nuove minacce come Soldati e i Comandanti soldati, delle versioni umanoidi di prometeici dotati di corazza che fanno da ponte tra la semplicità dei crawlers, eliminabili con un paio di colpi, e i Cavalieri, ora dottati di un’armatura impenetrabile salvo tre punti critici ai quali bisogna mirare per sperare di abbatterli. Con Halo 5: Guardians viene inserito anche il concetto di Mini-Boss, la presenza di nemici particolarmente potenti, come i Guardiani, fanno da specchietto alle boss-fight più impegnative che prevedono più mini-boss allo stesso tempo. La minaccia dei Covenant rimane viva anche in questo capitolo, l’ormai storica razza aliena è in uno stato di piena guerra civile, da un lato i sostenitori dei profeti, dall’altro quelli dell’Arbiter che si è ribellato ed ha stretto un’alleanza con gli umani. I nostri Spartan si ritroveranno dunque a fronteggiare ancora una volta i Covenant, rivedremo quindi i simpatici Grunt, gli Elite e i Cacciatori.
Una vasta gamma di nemici proveniente da diverse razze fa da cornice dunque ad una campagna ricca di colpi di scena e ad un gameplay unico ed elettrizzante. La Campagna di Halo 5 supera a pieni voti quello che è da sempre l’esame dei videogiocatori che, dopo la dipartita di Bungie, affrontano ogni nuovo capitolo della saga di Master Chief con un po’ di paura nel cuore. 343 Industries ha dunque condotto un lavoro eccellente, proponendo un Halo diverso dai classici, riuscendo a far coesistere gli elementi che hanno reso questa saga, di fatto, il miglior FPS di sempre con elementi nuovi e freschi che lasciano trasparire la continua evoluzione di un titolo ormai intramontabile.
Choose Your Weapon
Un’altra caratteristica fondamentale di Halo è da sempre stata la presenza di un arsenale di tutto rispetto. Su Halo 5 Guardians ritroviamo tutte le armi presenti nei capitoli precedenti con qualche aggiunta come il Lanciarazzi Hydra per l’UNSC.
La vera rivoluzione di Halo 5 avviene proprio nell’utilizzo delle armi. Si tratta di una scelta che ha fatto storcere il naso a molti puristi del genere, parliamo della presenza del mirino su ogni arma del gioco, a differenza dei capitoli precedenti, nei quali era possibile mirare soltanto con determinate armi, su Halo 5: Guardians sarà possibile mirare con qualsiasi tipo di fucile o pistola. La modernizzazione di questa meccanica è stata molto controversa, riuscire infatti a mantenere la competitività del titolo non è stato facile e il rischio di far uscire un “clone” di molti FPS già esistenti era forte. 343 Industries riesce anche in questo caso a risolvere il problema con classe e genialità, l’utilizzo del mirino è in fatti disponibile su tutte le armi, si tratta di un sistema di mira unico per ogni arma che non va ad introdurre necessariamente l’iron sight ma che prevede lo zoom dello schermo tramite la presenza di un mirino posizionato sull’arma e che compare all’occasione. Nel caso delle armi prometeiche siamo di fronte ad uno spettacolo puro, i fucili prendono infatti vita e vengono modificati in tempo reale per mirare e ritornano normali una volta smesso.
Le armi che una volta erano di precisione sono rimaste invece invariate, a differenza del fucile da battaglia e delle pistole che presentano adesso un vero e proprio Iron Sight che permette al giocatore di sparare colpi precisi e puliti.
Siamo di fronte dunque ad una rivoluzione del gameplay che influenza sia la componente single player che quella multiplayer, 343 Industries però continua a dimostrarsi degna della sua posizione e riesce ad accontentare tutti i fan con soluzioni geniali e spettacolari. L’arsenale di Halo 5: Guardians è più ricco che mai, con armi dal carattere unico, utili per ogni situazione. L’impatto dei colpi è reso in maniera eccelsa e la dispersione del suono coincide perfettamente con i colpi sparati, il risultato è spettacolare.
L’abito non fa lo Spartan
La vera punta di diamante dell’intera saga di Master Chief è costituita dalla sua componente multiplayer. La nascita della saga di Halo ha creato, sin dal 2001, una community tra le più imponenti mai viste, e basti pensare che la stessa Major League, uno dei circuiti competitivi più importanti del mondo, ha fatto di Halo il suo gioco più importante. Microsoft, dal canto suo, ha sempre supportato il multiplayer del gioco, organizzando tornei di altissimo livello con montepremi fino ad un milione di dollari. Il supporto da parte della casa di Redmond non si è però limitato esclusivamente alla competizione; il sistema che gestisce il multiplayer di Halo è stato raffinato nel corso degli anni, aggiungendo sempre funzioni nuove come la modalità Cinema, la Modalità Fucina, la possibilità di creare vere e proprie modalità di gioco e tutto il supporto al competitive grazie agli slot spettatore dedicati agli streamers per i tornei. Halo 5: Guardians presenta uno dei multiplayer più completi di sempre, accontentando sia i giocatori più casuali che quelli più competitivi. La personalizzazione del proprio personaggio è, sin da Halo 3, una caratteristica che spinge il pubblico a giocare sempre di più con elementi sbloccabili come Emblemi, Skin per le armi e personalizzazioni per le armature. In questo nuovo capitolo della saga di Master Chief ci ritroviamo di fronte ad una novità che rivoluzionerà il modo di relazionarsi con gli elementi sbloccabili, i Pacchetti REQ.
Si tratta di pacchetti molto simili a quelli già visti su Forza Motorsport 6, acquistabili sia tramite microtransazioni che tramite Punti REQ, ottenibili semplicemente giocando le partite multigiocatore e completando alcune sfide. I Pacchetti REQ sono l’unico modo di ottenere elementi sbloccabili realtivi al nostro spartan, di conseguenza rappresentano una delle componenti più importanti del gioco, inoltre, i pacchetti offrono anche dei potenziamenti per la modalità Warzone che illustreremo a breve.
Halo è sempre stato un gioco elitario per quanto riguarda il comparto multigiocatore, un titolo difficile da padroneggiare che alza un muro di difficoltà per i nuovi giocatori, un muro da scalare a suon di umiliazioni da parte di giocatori molto più esperti. La difficoltà di Halo è sempre stata una delle cause dell’abbandono del titolo da parte dei giocatori più scoraggiati, di conseguenza, 343 Industries ha ben pensato di accontentare i giocatori casuali, senza dimenticare la componente Hardcore. Ci ritroviamo dunque in un multiplayer diviso in due, da una parte abbiamo l’Arena, una modalità competitiva con un sistema di Ranking classificato e una ladder mondiale, e Warzone, una modalità più rilassata, più dedita al divertimento che alla competizione.
Nell’arena troviamo tutte le modalità di gioco classiche: Massacro, Cattura la bandiera, Swat, Tutti contro Tutti e Fuga. Per ogni modalità è presente un sistema di Raking molto simile a quello già visto in DOTA e League of Legends, il quale dopo una serie di partite di Qualificazione assegnerà una Lega in base ai risultati ottenuti, andando a posizionare il giocatore nella classifica adatta alle sue competenze in modo da formare un matchmaking che risulti equilibrato e pulito. Il sistema delle leghe prevede una scala da Bronzo a Diamante, mentre la lega più alta, ovvero i Champion, sarà riservata per i primi 200 Giocatori al mondo; ogni lega è divisa in cinque divisioni, scalabili tramite le vittorie nella modalità desiderata. Come in League of Legends, non sarà possibile scendere al di sotto della propria Lega iniziale ma sarà possibile salire accumulando vittorie. Un sistema di Matchmaking basato sul ranking dei giocatori favorisce indubbiamente l’esperienza di gioco, mettendo i giocatori a pari abilità in competizione tra loro, mentre il sistema di crescita delle divisioni stimola invece i giocatori a dare il meglio al fine di salire nelle divisioni più alte. In Arena tutti i giocatori inizieranno la partita con lo stesso Loadout, ovvero, Fucile d’assalto e Magnum, lasciando il DMR e il Fucile da battaglia come armi raccoglibili. La modalità arena prevede un totale di ben 15 mappe, tra le quali troviamo dei rifacimenti storici come “Truth”, una versione totalmente ricostruita di “Midship, ” già vista in Halo 2.
Abbandonata la competizione dura e pura è tempo di buttarsi in Warzone, una modalità molto più casual e rilassata che introduce però delle meccaniche nuove ed interessanti.
Warzone è una modalità molto più accessibile ma allo stesso tempo complessa. Similmente alle meccaniche dei MOBA è infatti un misto di conquista di basi, distruzione del nucleo avversario e uccisioni. In Warzone i giocatori potranno utilizzare tutte le carte disponibili nei pacchetti REQ, fondamentali per lo sviluppo della partita, i quali offrono l’opportunità di migliorare il proprio armamento e utilizzare veicoli e boost a proprio piacimento. La modalità Warzone prevede la conquista di tre basi per poter accedere al nucleo nemico e distruggerlo, con l’alternativa di accumulare punti tramite l’eliminazione di giocatori nemici e nemici guidati dall’intelligenza artificiale. Alcuni nemici saranno dei veri e propri boss a bordo di veicoli come Banshee o Wraith. Al momento sono disponibili soltanto tre mappe dedicate a questa modalità, tutte e tre molto grandi e variegate, altre mappe verranno rilasciate in seguito, in Warzone potremo avventurarci su Raid on Apex 7, la mappa più estesa mai vista su Halo, ispirata alla missione “The Silent Cartographer” di Halo: Combat Evolved.
L’intera esperienza multigiocatore di Halo 5: Guardians risulta molto bilanciata e soddisfacente, con i server dedicati che svolgono bene il loro lavoro, offrendo stabilità e velocità anche nelle fasi più intasate della giornata. L’esperienza di Halo: The Master Chief Collection è servita a 343 Industries per capire quante risorse incanalare sul multiplayer del titolo che sembra non soffrire minimamente di Lag o Crash.
Halo 5: Guardians propone il multiplayer più completo e bilanciato dell’intera saga, i server dedicati offrono una stabilità e una pulizia cristallina, permettendo anche ai giocatori con connessioni meno prestanti di godere dell’esperienza di gioco. L’unico assente è la modalità Fucina, la quale sarà resa disponibile a partire da Dicembre. 343 Industries ha parlato di una modalità Fucina più completa che mai, al fine di dare ai giocatori l’opportunità di creare le proprie mappe nel modo più dettagliato possibile. Per farsi perdonare, lo studio di sviluppo sta lavorando a diverse mappe multiplayer che verranno rilasciate in forma totalmente gratuita, andando così a sottolineare il supporto completo e costante da parte di 343 Industries a Microsoft.
Siamo di fronte all’esperienza di Halo più completa di sempre, è tempo di imbracciare i fucili e gettarsi in battaglia.
PRO:
- Trama sublime
- Gameplay ricco di innovazioni
- Tecnicamente impeccabile
- Artisticamente immenso
- Uno dei migliori multiplayer di sempre
- Sistema di Ranking e Matchmaking intelligente
CONTRO:
- La campagna può risultare breve a bassa difficoltà
- La possibilità di rianimare rende il tutto più facile
- Fasi con i veicoli molto più sporadiche