Codemasters torna in pista, allontanandosi dai tortuosi percorsi del Rally per abbracciare il rovente asfalto del motorsport firmato GRID. La serie di titoli automobilistici, il quale ultimo episodio risale al 2014, torna dunque in grande spolvero e, con la collaborazione di un nome importante come quello di Fernando Alonso, promette di regalarci tantissime ore di divertimento attraverso numerose discipline automobilistiche.
C’era una TOCA
I più anziani ricorderanno sicuramente TOCA, il primo capitolo della serie che, ventidue anni dopo, ci ha portato a mettere le mani su GRID ed i suoi predecessori. La passione per le corse automobilistiche di Codemasters si estende nel tempo e nello spazio, toccando tantissime discipline e generazioni di giocatori, passando dallo sterrato del Rally all’asfalto dei circuiti. GRID è un titolo che guarda la sua storia e cerca di riproporre un passato non troppo lontano che ha donato un lustro alla serie capace di fare entrare il GRID originale nelle case di milioni di giocatori. Un grande successo quello di GRID durante la scorsa generazione, un titolo fresco, ricco di contenuti e varietà capace di soddisfare tutti i palati. Ciò che abbiamo tra le mani, a diversi anni di distanza da quel successo, è un titolo che cerca di alzare l’asticella dei racing games senza però competere con colossi del calibro di Forza Motorsport o Project Cars. Da qui l’impronta decisamente arcade ed immediata di GRID che va a scongiurare qualsiasi gioco di potere all’interno di un genere decisamente difficile da rivoluzionare. Di sicuro, dato il setting del titolo, la collaborazione con Fernando Alonso e la presenza di vetture competitive all’interno del titolo, avremmo preferito un’impronta più simulativa o anche simularcade. GRID si presenta invece come un arcade puro, un Ridge Racer di nuova generazione fatto di sorpassi scorretti, sportellate e derapate. La modalità carriera, come sempre fulcro delle produzioni Codemasters, si divide in diverse categorie formate da eventi che vanno a coinvolgere una moltitudine di discipline motoristiche, dalle monoposto di Formula 1 alle supercar da Turismo fino ad arrivare ai revival delle grandi auto storiche, il tutto incorniciato in una serie di competizioni che vanno a svolgersi sia in circuiti realmente esistenti e riportati fedelmente all’interno del gioco che in altri percorsi cittadini di fantasia, questi ultimi ci sono sembrati molto meno interessanti rispetto ai circuiti reali.
La modalità carriera, a differenza di quanto visto in DiRT, si presenta in modo molto più spartano, poche le personalizzazioni disponibili e le interazioni con il team ma anche la gestione stessa del weekend di gara sono praticamente inesistenti. Possiamo interagire infatti esclusivamente con il nostro profilo, cambiando il banner, lo stemma ed un paio di opzioni estetiche della nostra vettura come i colori e la livrea ma nulla di più. GRID non riesce dunque a creare quel legame tra vettura e giocatore, costringendoci a salire a bordo di un nuovo bolide in base all’evento da disputare senza potere avere gran voce in capitolo in termini di personalizzazione. La modalità carriera si può dunque riassumere in una semplice serie di eventi da disputare in ogni disciplina dove l’obiettivo è piazzarsi almeno in terza posizione durante quei pochi giri che dividono la partenza dall’arrivo.
Sportellate e fantasia
La durata media di una gara difficilmente supererà i cinque minuti, pochi ed adrenalinici giri che ci richiederanno di scalare la classifica fino al primo posto nel caso in cui non volessimo effettuare il giro di qualificazione secca prima della competizione. Una toccata e fuga decisamente poco coinvolgente che spezza il ritmo serrato che una gara dovrebbe avere, 3 o 4 giri ed è tutto finito. A complicare la situazione troviamo un’IA davvero di altri tempi. Troppo lineare, spesso scorretta ed impossibile da battere senza ricorrere a sportellate o entrate in curva pericolose. L’intelligenza artificiale è forse il problema più importante all’interno dell’economia di gioco, i piloti messi in campo su GRID sono infatti irremovibili, è quasi impossibile spingere un’auto fuori strada e, a prescindere dalla velocità, la sensazione è quella di trovarsi contro un muro mentre la nostra auto non è estranea a sbandate e testacoda nel caso in cui un avversario dovesse decidere di farci fuori. Anche la meccanica della nemesi, originariamente interessante, non va a svilupparsi come si deve, il pilota arrabbiato con noi per un sorpasso scorretto (ma anche pulito) andrà semplicemente ad aumentare la sua aggressività nei nostri confronti, come se ce ne fosse il bisogno.
L’unico elemento in grado di tenere a galla GRID dal baratro della disfatta è il suo sistema di guida. Semplice ed intuitivo, diverso da vettura a vettura, GRID riesce a divertire con un sistema di guida profondamente arcade ma allo stesso tempo reattivo ed in certi casi punitivo. La derapata è forse un po’ troppo abusata in alcuni casi ma si tratta di un elemento caratteristico nell’economia arcade del titolo. In alcuni casi si ha la sensazione che la vettura sia troppo incollata al terreno e, pad alla mano, determinate curve possono un po’ tradire la rigidità di un sistema di guida forse non poi così dinamico. Nulla di particolarmente grave comunque e, laddove dovesse essercene evidenza, troviamo una varietà ed un senso di velocità tale da sopperire ad eventuali mancanze in merito al sistema di guida. Anche il feedback dei danni ha ricevuto un notevole miglioramento, siamo sicuramente lontani dal dettaglio e dalla distruzione di un Wreckfest ma le sportellate riescono comunque a convincerci.
Tra antico e moderno
GRID trasmette quell’impressione di essere un titolo timido che non riesce a farsi strada all’interno degli standard odierni, mettendo così in piedi una serie di soluzioni che tradiscono la sua natura probabilmente “vecchia”, mescolandola con elementi più moderni che non riescono ad attecchire come dovuto. Anche il comparto grafico non riesce ad impressionarci, il dettaglio degli ambienti e dell’asfalto è infatti appena sufficiente ma la sensazione trasmessa è quella di aver portato un gioco di vecchia di generazione a gareggiare con un mondo ormai lontano dai fasti dell’originale GRID. I modelli delle vetture, seppur dettagliati, non riescono a competere con altri titoli presenti sul mercato mentre la resa grafica dei tracciati va a toccare il punto più in basso dell’intera produzione in termini tecnici. Il titolo è comunque profondamente scalabile, durante la nostra prova su PC non abbiamo esitato a sparare al massimo le prestazioni disponibili ed il titolo è riuscito a rispondere in modo eccellente, purtroppo il risultato finale non è soddisfacente da questo punto di vista.
Ad accompagnare la modalità carriera troviamo il comparto multigiocatore e la modalità “gioco libero”, in entrambi i casi potremo intraprendere le tre modalità proposte anche nella carriera. Corsa tradizionale, corsa punto-punto e time attack. La piacevole sorpresa in questo caso è data dalla modalità “punto-punto” che propone un percorso lineare in alternativa al classico circuito.
In conclusione, GRID è un esperimento non pienamente riuscito, timido e privo di mordente, il titolo non riesce a far strada nei nostri cuori meccanici ma si dimostra comunque essere un valido prodotto in termini di intrattenimento. Divertente e variegato, il titolo propone una vasta gamma di vetture provenienti da diverse displicine ed epoche del motorsport, purtroppo a mancare sono delle fondamenta moderne che tradiscono gli anni di un titolo che avrebbe sicuramente bisogno di una svecchiata.
PRO:
- Tantissime discipline racchiuse in un solo titolo
- Sistema di guida divertente
- Tremendamente arcade…
CONTRO:
- …forse anche troppo
- Modalità carriera priva di anima
- Graficamente appena sufficiente
- IA davvero problematica
VOTO FINALE: 7
Versione provata: PC