La descrizione esatta di Fracter sarebbe di qualcosa a metà tra un Limbo e un Monument Valley, due giochi estremamente belli e popolari che hanno fatto parlare di sè per molto tempo a venire. L’uso particolare del concetto di luce e ombra e di geometrie frattali in questo gioco effettivamente riporta alla mente una manciata di ricordi sospesi tra l’orrore e la bellezza. Ma Fracter è in grado di mantenere il confronto, o almeno di farsi ricordare senza sprofondare nella banalità?
Hai paura del buio?
La storia di Fracter parla di una ragazza intrappolata in un mondo di pura oscurità, che cerca di riunirsi con la propria metà luminosa e di ritrovare la propria luce perduta. E’ un gioco costellato di metafore particolari, come “Il labirinto è vuoto, gli unici mostri che troverai sono quelli che ti porti dietro”, e di dialoghi interiori che non sono affatto quelli di un giochino puzzle da niente, dove correre dietro a qualcosa o collezionare oggetti. Al contrario, il gioco prova ad allontanarsi da questi canoni, assieme alla protagonista che rimessasi in piedi, prova ad allontanarsi non solo dall’oscurità che la circonda ma anche dalla propria, interiore.
Seeker of light
Fracter è una storia che si svolge in sette livelli, ed inizia con una ragazza che esplora una stanza immersa nell’oscurità, trovando uno specchio. Una volta guardato il proprio riflesso, la luce interiore della ragazza spezzata in molte versioni di sè stessa scappano dallo specchio, lasciandola debole e disperata. L’unico modo per riguadagnare la luce perduta (e le molte altre) pare essere quello di entrare in differenti porte e localizzare i pezzi mancanti. Dietro ogni porta troveremo un labirinto immerso nell’oscurità, con vicoli chiusi, puzzle da risolvere ed entità che attaccheranno la protagonista a vista. Il nostro compito è condurre la ragazza attraverso i pericoli delle diverse stanze senza essere rilevati, risolvendo puzzle per aprire nuove strade e trovare finalmente le controparti luminose.
Similmente a Monument Valley non c’è modo di saltare e non ci sono poteri speciali, mappe o schede particolari; il nostro unico compito è attraversare i corridoi da soli con l’unica compagnia di un piccolo globo di luce che ci illuminerà la via. Il globo di luce non è solo un’illuminazione essenziale, ma ci sarà utile anche davanti ai puzzle, iniziando a pulsare in loro presenza. Questa pulsazione ci indica che possiamo ricevere un aiuto cliccando sul globo, di solito su come risolvere il mistero che ci troviamo davanti.
I giochi che ci troveremo a risolvere consistono perlopiù in torri di luce che devono essere rotate o collocate in linea con degli specchi per attivare cubi, blocchi da spostare o piattaforme rotanti. I primi partono ovviamente con un livello di difficoltà minimale per insegnarci i fondamenti e il meccanismo, ma ben presto gli enigmi diventeranno più competitivi, specialmente quando combinati assieme. A parte questo, i puzzle non intendono comunque essere un muro invalicabile dal giocatore medio: rimangono abbastanza intuitivi, mentre la difficoltà principale rimarrà affrontarli immersi nelle tenebre, con una visione limitata e – più avanti – nemici pronti a inseguirci dietro ogni angolo a causa delle tenebre che si faranno sempre più fitte.
Non abbiamo attacchi o abilità speciali per uccidere questi mostri, o bestie; piuttosto la nostra unica soluzione sarà cercare di sfuggirgli silenziosamente alle spalle o, nel caso venissimo scoperti, di scappare per nasconderci. L’altra possibilità è usare la luce che abbiamo come un campo di forza o un proiettile in grado di ucciderli, una volta allineati con loro, ma spesso e volentieri queste creature saranno così veloci ad assalirvi da rendervi quasi impossibile l’uso di queste alternative e da costringervi quindi a procedere un passettino alla volta, imparando i loro percorsi per evitarli senza essere notati. In ogni caso, non c’è da preoccuparsi nel caso siate catturati: non dovrete riniziare il livello da capo nè perderete i frammenti di luce guadagnati; semplicemente ricomparirete da qualche parte vicino alla vostra zona di decesso.
L’interazione del gioco è tutta basata sull’uso del mouse, nonostante parte degli anigmi renda necessario spingere qualcosa lungo una strada segnata – azione eseguita andando dal lato opposto dell’oggetto in questione e camminandoci contro. Per tutto il resto ci saranno i controlli base direzionali comprensivi di un tasto per la corsa e uno per metterci in furtività, ma il mouse rimarrà un elemento essenziale per interagire con l’ambiente.
Una gemma che brilla nell’oscurità
Una volta iniziato Fracter, la prima cosa che vorrete fare sarà accendere le luci di casa, tutte quante. Il gioco non è intenzionalmente spaventoso, anche se effettivamente le creature che sondano il labirinto vi faranno fare dei salti sulla sedia le prime volte, potendo mettere alla prova i vostri nervi. Al contrario, il titolo – confezionato con una cura maniacale – vi immergerà così a fondo nella sua oscurità da farvi sentire il vero e proprio bisogno di avere una fonte luminosa vicino che vi faccia sentire semplicemente al sicuro. Il lavoro fatto sui livelli e sui modelli del gioco intende trasmettere tutta la vulnerabilità della ragazza e la densità delle ombre che la circondano e ci riesce benissimo, immergendoci in un mondo di chiaroscuri estremamente dettagliato nonostante i modelli tridimensionali semplicistici, essenziali, a volte appena accennati. Fracter vuole raccontare e farsi raccontarsi da solo piuttosto che riempirci di linee di dialogo che spezzerebbero inevitabilmente l’atmosfera, e lo fa con un level design sapientemente costruito e attraverso un’estetica accattivante.
Un altro aspetto che non può essere tralasciato in giochi di questo tipo è il sound design, che qui risulta ben caratterizzato e fondamentale. Le musiche eteree aiutano l’immersione, ma anche ad instaurare una relativa tranquillità in un mondo illuminato solo da fievoli luci. Inoltre il livello di cura dei dettagli – i passi della ragazza, il rumore dei pezzi mossi o trascinati durante gli enigmi, il suono che avvertiremo all’avvicinarsi dei nemici – è veramente alto. Molti giochi di questo tipo, nati per cellulari, fanno uso di colonne sonore suggestive o temi ricorrenti da ascoltare mentre si gioca in un continuo circolo vizioso: Fracter rappresenta un’eccezione sotto questo aspetto, nonostante l’uso delle cuffie sia più che raccomandato per amplificare l’immersione nel gioco.
Quanto alla longevità, il titolo non vuole impegnarci per più di tre o quattro ore e non mira certo ad avere una lunghezza impressionante. Ciònonostante il gioco può proseguire ancora per qualche ora se si vogliono trovare tutte le versioni fuggite della ragazza, bianche figure che si nascondono dietro enigmi opzionali o altre strade da aprire. Non ci sono reali ragioni per rigiocare Fracter una volta finito e completato, ma è un aspetto positivo: Fracter si lascia godere e finisce, rimanendo impresso nella memoria.
Parlando della localizzazione, è un peccato che ci siano solo le versioni in inglese e francese dell’interfaccia, ma solo per comodità: come già detto prima il titolo si lascia godere senza dialoghi ed è quindi facilmente fruibile a tutti, richiedendo solo un po’ di dimestichezza e ingegno per essere affrontato.
PRO:
⦁ Esteticamente impressionante
⦁ Enigmi divertenti
⦁ Gameplay vario
CONTRO:
⦁ Rigiocabilità assente
Piattaforma: Pc, Android, Iphone
Pegi: +7
Longevità: 3-4 ore
Sviluppatore: 4L GAMES LTD.
Editore: 4L GAMES LTD.
Distributore: Steam
Lingua: Inglese, francese
Anno: 5 settembre 2019
Tipologia: Avventura Puzzle Indie