Dopo il successo riscosso da Fire Emblem Awakening che ha fatto sì che Nintendo non abbandonasse la produzione di una delle migliori saghe di JRPG tattici, Intelligent System ha deciso di imbarcarsi in un progetto estremamente ambizioso conosciuto come Fire Emblem Fates: come avete avuto modo di leggere nella nostra anteprima, si tratta di una trilogia di giochi sottotitolati Retaggio, Sconfitta e Rivelazione. A guardare i giochi senza saperne niente si potrebbe pensare subito a qualche manovra commerciale ed è inevitabile paragonarli a quei giochi che escono in una doppia versione come Pokémon o Inazuma Eleven (tra l’altro entrambi pubblicati da Nintendo), ma l’ambizione di Intelligent System consiste proprio nel voler proporre tre giochi che condividono il gameplay, ma che differiscono gli uni dagli altri per diversi aspetti quali difficoltà, trama e personaggi giocabili. In questa recensione parleremo dei due capitoli che usciranno sugli scaffali il 20 di Maggio, ovvero Retaggio e Conquista, mentre l’articolo riguardante Rivelazione uscirà prossimamente.
TUO È IL DESTINO E TUA È LA SCELTA
L’incipit delle trame è comune a ciascuno dei tre episodi che compongono l’esperienza di Fire Emblem Fates: il gioco è ambientato in un continente occupato perlopiù da due grandi nazioni separate da una catena montuosa ed in guerra fra di loro, il regno di Hoshido collocato ad est e quello di Nohr ad ovest. I due regni sono culturalmente molto diversi e Nohr ha dimostrato più volte di voler invadere e conquistare i territori hoshidensi, ma ha dovuto rinunciare all’impresa poiché la regina di Hoshido ha innalzato una mistica barriera per proteggere il suo popolo dagli attacchi nemici.
Il protagonista è un avatar personalizzabile che per comodità chiameremo Corrin: egli è il figlio dei regnanti di Hoshido rapito dal re di Nohr, Garon, quando ancora era in tenera età ed accolto dai suoi fratelli adottivi come se fosse sangue del loro sangue. Re Garon in compenso non ha mai dimostrato un vero apprezzamento per Corrin e lo ha tenuto segregato in un castello al di fuori della capitale. Dopo anni di estenuante allenamento, finalmente Corrin riesce a provare la sua forza a suo fratello Xander e riceve da Garon un compito che dovrà portare a termine per dimostrare di essere degno di stare a palazzo. Questa missione però porterà Corrin a conoscere la verità sulle sue origini ed ad incontrare la famiglia reale di Hoshido che si dimostrerà entusiasta di rivederlo; tuttavia, non avendo memoria di loro, Corrin sarà inizialmente sarà freddo e distaccato nei loro confronti, nonostante la benevolenza dei suoi veri fratelli. A causa di un tragico evento scatenante (del quale non parlerò in dettaglio per evitare di rovinarvi la trama) Corrin recupererà i ricordi antecedenti al suo rapimento e sarà obbligato a scegliere con chi schierarsi, se con i suoi fratelli adottivi di Nohr o a fianco di Ryoma e la sua famiglia adottiva di Hoshido. La scelta in questione non è dettata dalla volontà del giocatore, ma dipende inizialmente da quale gioco acquisterete: i possessori di Retaggio aiuteranno Hoshido a respingere l’invasione norhiana, mentre chi ha acquistato Conquista avrà il compito di rimanere fedele a Xander ed ha Nohr. Sarà comunque possibile acquistare a metà prezzo l’altro percorso come contenuto scaricabile a metà prezzo in modo tale da poter vivere entrambe le storie.
Giocando a Retaggio avremo come obiettivo quello di fermare l’avanzata di Nohr nelle terre di Hoshido ed impedire a Garon di portare a termini i suoi piani di invasione, in Conquista invece ci troveremo schiacciati in una morsa che ci obbligherà a combattere su più fronti: da una parte l’esercito hoshidense intenzionato a rispondere alle offese subite e dall’altra parte le truppe nohriane del padre adottivo che non desisterà dal suo obiettivo neanche di fronte lle suppliche dei suoi figli. La struttura narrativa di Fire Emblem Fates è composta in modo tale che Conquista e Retaggio siano due realtà alternative alla trama di Rivelazione (della quale parleremo in un altro momento), due “what if” (non a caso il nome giapponese del gioco è Fire Emblem if) che vedono il loro vero finale solo nel terzo episodio, ma che allo stesso tempo devono essere giocati per poter apprezzare pienamente il capitolo che chiude questo trittico. Il più grande problema di Fire Emblem Fates emerge proprio sull’aspetto narrativo del gioco: essendo tre storie diverse con uno stesso incipit in comune, c’era il rischio che la componente narrativa del gioco non fosse allo stesso livello in tutti i capitoli del gioco e che un progetto così ambizioso per i canoni della serie potesse cadere in momenti morti o scontati. Sicuramente la trama di Retaggio è molto più lineare rispetto a quella di Conquista che presenta degli interessanti colpi di scena che la rendono più appetibile a chi è abituato alle epiche avventure di eroi come Ike o Hector di Ositia; più in generale se l’arco narrativo di Conquista si mantiene sugli standard dei giochi di Intelligent System, quello di Retaggio presenta qualche caduta di stile, situazioni nelle quali esorterete in maniera sarcastica con un “chi l’avrebbe mai immaginato”, ma considerando anche a quale target il gioco si rivolge possiamo anche accettare qualche ingenuità di troppo. Qualche problema anche con la caratterizzazione dei personaggi: sia che stiate giocando con i guerrieri di Hoshido che con quelli di Nohr, fra i vostri ranghi ci sarà più di un personaggio sopra le righe ed un po’ troppo stereotipato per il quale coveremo disprezzo, stereotipi che tra l’altro verranno accentuati dai dialoghi di supporto che due unità potranno intraprendere. Fortunatamente l’enorme quantità di personaggio giocabili tipica di ogni Fire Emblem ci lascia la libertà di poter trovare un rimpiazzo a quel personaggio che non abbiamo. E con la caratterizzazione dei personaggi abbiamo esaurito i difetti di questi due Fire Emblem, da ora in poi la strada è tutta in discesa.
DU GUST IS MEGL CHE ONE
Chiunque conosca Fire Emblem sa che l’aspetto più importante di ciascun gioco della serie è inequivocabilmente il gameplay, elemento che ha sempre vantato una cura dei dettagli tale da rendere ogni gioco estremamente apprezzato dai fan del genere. Fire Emblem Fates sotto questo aspetto non fa eccezione ed il gioco affonda le sue radici sulle basi delineate dai capitoli passati: si tratta di un JRPG tattico a turni nel quale ogni personaggio da noi comandato è rappresentato da un piccolo sprite che si muove su un campo di battaglia passando da una cella all’altra di una griglia, come una sorta di scacchiera sulla quale sono situati sia gli alleati che le unità avversarie. Il nostro scopo sarà quello di permettere al nostro esercito di raggiungere un obiettivo stabilito all’inizio di ciascuna missione come la vittoria sul boss della mappa, la difesa di un obiettivo nevralgico o la sconfitta di tutte le truppe nemiche: tali obiettivi saranno praticabili affrontando una serie di turni durante i quali è possibile muovere le unità schierate ed ingaggiare in combattimento gli avversari. Come in ogni buon GDR che si rispetti, ognuno dei personaggi schierati sul campo è dotato di statistiche che determinano le capacità del nostro guerriero di uscire vittorioso da un combattimento contro le forze nemiche, oltre che un raggio di movimento ed uno di attacco, influenzato dall’arma brandita dall’unità. Notoriamente i Fire Emblem necessitano l’elaborazione di una strategia prima di affrontare una qualsiasi missione: gettandosi allo sbaraglio in una mischia nella maggior parte dei casi si ottengono risultati controproducenti e nelle modalità più avanzate è necessario valutare ogni singola mossa proposta prima di scegliere quella che ci pare la più adatta o si rischia di incorrere velocemente in un game over. Fin qui abbiamo parlato di meccaniche comuni a tutti i Fire Emblem che sono presenti anche in Fates, ma stavolta Intelligent System ha superato sé stessa ed ha introdotto un cospicuo numero di aggiunte che incrementano le variabili da tenere in considerazione e rendono ancora più complessa e soddisfacente la componente strategica.
In primis è stato ampliato il triangolo delle armi, altro elemento ricorrente che determina bonus e malus a seconda delle tipologie di armi impugnate da due unità durante uno scontro: se prima infatti tale sistema comprendeva unicamente lance, asce e spade, adesso in esso sono inclusi anche gli archi, i tomi magici e gli shuriken; quest’ultima è tra l’altro una tipologia di arma introdotta in questo capitolo. È stato rimosso il limite di utilizzi massimi prima che un’arma si spezzi (ora relegato alle sole bacchette) e sono state aggiunte nuove classi come il kitsune, il ninja ed il maggiordomo, ciascuna con le sue abilità e caratteristiche inedite. Sono state inoltre rese più rilevanti i combattimenti in coppia introdotti in Awakening: non solo adesso combattere con un compagno al proprio fianco significa automaticamente l’esecuzione di un attacco in doppio, ma tale peculiarità verrà sfruttata anche dagli avversari che non si faranno remore nell’infliggere più danni possibili. Inoltre la possibilità di unire due unità in un unico team che beneficia di un incremento di statistiche non è più un’opzione il cui utilizzo dipende unicamente dai gusti del giocatore, ma si rivela essere un importante elemento che va padroneggiato per poter incrementare le proprie possibilità di vittoria.
È stato introdotto il castello nel quale verremo trasportati al termine di ogni missione affrontata: qui avremo a disposizione una serie di funzionaità utili per gestire al meglio il nostro esercito e prepararci alla battaglia successiva come degli shop per l’acquisto di armi e rifornimenti, delle officine nelle quali potenziare armi e craftare nuovi strumenti ed un’arena nella quale puntare una scommessa ed ottenere qualche soldo extra in caso di vittoria. Il castello funge anche da hub nel quale gestire gli eventi StreetPass ed affrontare le invasioni da parte degli altri giocatori incontrati per strada che cercheranno di radere al suolo le botteghe presenti nel castello.
Altra importante introduzione sono le vene di drago, punti strategici presenti sulle mappe che possono essere attivati solo dai membri della famiglia reale: essi permettono di modificare sensibilmente la morfologia della mappa e di conseguenza anche le zone raggiungibili dalle unità. Le vene di drago vanno però usate con attenzione: non sempre infatti la loro attivazione volgerà a nostro vantaggio, rendendo quindi necessario prevedere le conseguenze del loro utilizzo.
QUAL È IL SUO NUMERO DI SCARPA?
Uno dei maggiori difetti di Fire Emblem Awakening è stato quello di voler allargare il bacino di utenza proponendo un gioco dotato di un livello di difficoltà adatto anche ai neofiti senza pensare alle ripercussioni sul gameplay: le mappe sono state disegnate per essere facili da studiare ed approciare ed il livello di difficoltà determina unicamente quanti nemici dovremo affrontare in ogni missione. La necessità di creare quindi Retaggio e Conquista come due giochi separati non deriva da scelte di marketing (beh sì, probabilmente anche quello), ma dal voler offrire un gioco formato da missioni dedicate ai novizi ed un altro creato per piacere ai veterani. Conquista infatti è tarato verso un livello di difficoltà più alto, sarà più facile trovarsi in situazioni nelle quali saremo attaccati da più fronti e l’impossibilità di compiere missioni sfida extra come invece accade in Retaggio ci obbliga ad affrontare l’intera compagna con risorse limitate e poche possibilità di grindare, esattamente come succedeva in quel capolavoro che è Rekka no Ken.
Indipendentemente dal gioco acquistato, potremo giocare la campagna selezionando uno di tre diversi livelli di difficoltà (normale, difficile e folle) e potremo scegliere se attivare o meno la permadeath, esattamente come accadeva in Awakening, oppure selezionare la modalità fenice che riporta in vita un alleato caduto al termine del turno in cui è perito: in questo modo è molto più facile portare al termine il gioco anche per chi non ha dimestichezza con la serie e vuole comunque seguire le vicende di entrambi i casati, ma riteniamo che giocare a Conquista senza permadeath sia uno spreco del potenziale dell’episodio. Tutte queste semplificazioni inserite non vanno comunque ad intaccare la fruizione del gioco da parte dei giocatori più esperti e fidatevi se vi diciamo che Conquista darà non pochi grattacapi.
Anche tecnicamente il gioco è quasi ineccepibile: il successo commerciale di Awakening ha portato Nintendo ad investire più fondi sullo sviluppo di Fates che appare nettamente più curato rispetto al suo predecessore. Il motore grafico che muove i personaggi durante le scene di combattimento e le cutscenes è lo stesso già visto in Awakening, ma i modelli dei personaggi sono migliori sia nel numero di poligoni (sì, finalmente i personaggi sono dotati di piedi) che nelle texture, così come le animazioni di battaglia che risultano più fluide e ricche di dettagli. Il character design è stato affidato a Yūsuke Kozaki, che già aveva lavorato su Awakening, il quale è stato particolarmente abile a realizzare decine di personaggi molto piacevoli da vedere, ognuno diverso dall’altro e con caratteristiche fisiche che permettono di intuire la fazione di appartenenza con un colpo d’occhio. La narrazione della storia avviene tramite intermezzi fra un capitolo e l’altro nei quali si alternano scene realizzate con il motore di gioco a filmati in stile anime. La colonna sonora è molto varia, orecchiabile e ben si adatta alle situazioni nelle quali incapperemo durante il nostro viaggio: le arie più melodiose udibili in momenti di relativa tranquillità si alternano alle tracce più possenti e ritmate proposte durante gli scontri; eccezionale il tema di apertura “Lost In Thoughts All Alone” udibile più volte nel corso del gioco nelle sue variazioni. A fronte di un’ottima localizzazione in italiano dei testi a schermo, il doppiaggio è completamente in inglese e le voci dei personaggi sono udibili durante gli intermezzi animati ed all’apparire di un box di testo durante le scene di dialogo, ma la maggior parte delle volte verranno pronunciate solo poche parole. Se proprio vogliamo trovare dei difetti al gioco sul lato tecnico, dobbiamo segnalare la presenza di un po’ troppo aliasing (dovuto anche alle limitazioni tecniche della console).
PRO
- Gameplay complesso e rinnovato
- Ogni giocatore può trovare l’esperienza a lui più adatta
- Tecnicamente ottimo
- Completare Conquista è veramente appagante
CONTRO
- La storia di Retaggio pecca in diversi punti
- Alcuni alleati sono insopportabili