Ad un paio di mesi dal lancio di PlayStation VR sul mercato possiamo dire che la periferica di Sony ha finora riscosso un successo di vendite inaspettato. Sicuramente ci vuole ancora del tempo affinché una tecnologia ancora così acerba come la realtà virtuale prenda piede ed entri a far parte degli oggetti imprescindibili per ogni videogiocatore, tuttavia Sony è stata capace di prendere una tecnologia all’avanguardia e di adattarla alle sue esigenze per poterla proporre ad un mercato che ormai non fa più sconti a nessuno, neanche ai big dell’industria che trattano videogiochi da decenni. Nato come spin-off dell’MMO spaziale EVE Online e rilasciato originariamente su HTC Vive ed Oculus Rift, EVE Valkyrie è un gioco multiplayer di simulazione spaziale nel quale ci immedesimeremo nei panni di un pilota di navicelle da battaglia per portarci in una immersiva esperienza multiplayer. Con l’uscita su PlayStation VR abbiamo avuto l’occasione di provare il gioco di CCP Games nella sua edizione più completa, infarcita di contenuti aggiuntivi dedicati agli utenti PlayStation 4.
OPERAZIONE VALCHIRIA
Il tutorial del gioco offre un incipit narrativo, un’infarinatura che permette di contestualizzare il gioco e la storia del pilota da noi impersonato: ci risveglieremo all’interno di una vasca di clonazione contenuta in una camera buia dove una voce ci rivelerà informazioni riguardanti la nostra morte e del trapianto della nostra coscienza in un nuovo corpo per preservare la nostra esistenza e di conseguenza le nostre capacità di pilota: shockati dalla notizia, cercheremo di ribellarci al sistema unendoci al corpo delle Valchirie di Rán Kavik. La componente single player si limiterà però a poche missioni denominate Cronache, tutte piuttosto simili fra loro e senza particolare mordente: tali missioni servono principalmente a prendere familiarità con il sistema di controllo della nave spaziale ed a fornire una contestualizzazione del mondo di gioco cosicché anche coloro che non hanno mai avuto modo di giocare ad EVE Online possano familiarizzare con l’ambientazione del gioco. È un peccato che la parte single player del gioco faccia emergere velocemente le sue mancanze in termini di varietà ma soprattutto per quanto riguarda la narrazione, troppo sbrigativa e troppo poco approfondita. Tuttavia non tutto il male viene per nuocere: si tratta sicuramente di un’occasione sprecata ma complessivamente non di un difetto troppo influente dato che il cuore pulsante del gioco è rappresentato dalla modalità multiplayer. Ma andiamo con ordine.
Una volta iniziata una partita, sia che si tratti di PvP che di PvE, utilizzeremo il pad per impartire i comandi alla nostra nave: con uno stick ci potremo muovere, con l’altro effettueremo manovre evasive mentre con i vari pulsanti d’azione frontali e dorsali potremo scattare, frenare ed ovviamente fare fuoco. Ogni volta che respawneremo potremo scegliere una delle 24 navi disponibili che si dividono in tre classi, ciascuna delle quali si differenzia per le abilità peculiari: Fighter, Support ed Heavy. I Fighter sono le navi più bilanciate, caratterizzate da una buona potenza di fuoco e da un arsenale di tutto rispetto, utili soprattutto nelle prime battaglie per poter prendere familiarità con il gioco; i Support sono le navi più difficili da utilizzare dato che la loro notevole velocità e la possibilità di riparare le navi alleate e di disturbare le armi degli avversari vengono compensate da una corazza meno resistente e da una potenza di fuoco decisamente inferiore, ma una volta padroneggiate potremo mettere in seria difficoltà il team nemico; infine gli Heavy sono navi di grosse dimensioni, pesantemente corazzate e con un arsenale molto devastante in gradi di colpire più bersagli contemporaneamente, ma dalla velocità ridotta a causa della mole. Ciascuna classe cerca quindi di sopperire alle mancanze delle altre, creando un equilibrio ormai collaudato fra le diverse tipologie di navi: tutte le navi son però accomunate da una doppia modalità di fuoco principali, la prima è una semplice mitragliatrice, mentre la seconda sono una serie di missili a ricerca dove l’agganciamento della nave nemica avviene tramite un mirino direzionabile con il movimento della testa.
Come già detto in multiplayer il gioco da il meglio di sé e la frenesia generata nelle sfide deathmatch che lo fanno assomigliare più ad un gioco arcade che ad un simulatore di navi spaziali sono una costante fonte di divertimento e, nonostante le poche mappe (6 in totale), il gioco riesce a catturare l’utente offrendo un’esperienza appassionante. Oltre alle due modalità multigiocatore presenti anche nella release per PC, ovvero il deathmatch e la modalità controllo, il titolo su PlayStation 4 propone tutti i contenuti introdotti su computer tramite i DLC, ovvero la modalità Carrier Assault, nella quale dovremo dare la caccia ad alcune navi da trasporto, distruggerne le difese ed introdurci fra le loro lamiere per poter colpire il loro punto debole in pieno stile Morte Nera, una modalità sopravvivenza cooperativa ad orde, alcune missioni storia aggiuntive ben strutturate e probabilmente migliori di quelle incluse nelle Cronache e la possibilità di sfidare i giocatori PC grazie agli scontri cross-platform.
Tecnicamente la release per PlayStation 4 ha ben poco da invidiare a quella PC: durante la nostra prova, avvenuta sulla neonata PlayStation 4 Pro, non abbiamo riscontrato alcun problema relativo a cali di frame e, sebbene la versione console deve sottostare alle limitazioni date dall’hardware di PS4 e PSVR, le texture ad una risoluzione inferiore non pregiudicano l’esperienza di gioco e la differenza salta meno all’occhio all’interno del contesto frenetico. Per quanto riguarda eventuali disturbi dovuti all’uso del visore come il motion sickness, è bene segnalare che se durante la nostra prova avvenuta più di un anno fa su una vecchia build che ci aveva causato qualche problema, nella versione finale il gioco è stato nettamente migliorato anche sotto questo aspetto, attenuando nettamente ogni senso di nausea. Infine è bene segnalare che sono presenti acquisti in-app nel gioco sotto forma di moneta virtuale che può essere scambiata per incrementare l’esperienza e quindi accelerare nettamente la progressione del gioco, favorendo inevitabilmente coloro che sono disposti a sborsare qualche euro extra nonostante poi nel complesso il gioco non prenda mai una deriva fortemente pay-to-win.
PRO
- Divertente e frenetico
- La versione PS4 non sfigura rispetto a quella PC
- I DLC (inclusi con il gioco) hanno introdotto diverse modalità
CONTRO
- Modalità poco originali
- Presenza di acquisti in-app
Versione provata: PlayStation 4 (testato con una PlayStation 4 Pro ed un PlayStation VR)
Voto: 8