Quando una persona cade in acqua all’improvviso, viene istintivo inalare o boccheggiare in preda al panico. Anche una volta salvati, in rare occasioni i muscoli possono rimanere irrigiditi per proteggere i polmoni, innescando quello che in inglese viene detto “dry drowning”, ovvero un annegamento all’asciutto. Dry Drowning è anche il nome perfetto per quest’avventura investigativa italiana che ci lascia immergere e annegare nella sua complessità.
Annegare lentamente
Dry Drowning prende ispirazione da diverse opere letterarie a tema tecnologico e distopico, dove in un mondo tetro e corrotto fino al midollo nessuno può vincere contro lo sfruttamento imposto dalla società, dovendo piuttosto condividere il posto con i propri demoni.
La trama in questo caso ruota attorno a Mordred Foley, ex-investigatore privato di Nuova Polemos nell’anno 2066, tormentato per aver causato l’esecuzione di due innocenti alcuni anni prima. Mordred è accompagnato dall’assistente (e viene dato per scontato, compagna) Hera Kairis, una ragazza introversa la cui famiglia è stata vittima delle politiche restringenti del partito in fatto di immigrazione. Foley vorrebbe un riscatto dai demoni del passato e dalla cattiva nomea che ha procurato a sè, alla propria compagna e all’agenzia, e questo gli viene offerto quando il killer detto Pandora, un omicida seriale che si ispira a miti greci per compiere i delitti, si riattiva improvvisamente scatenando una nuova ondata di terrore in Nuova Polemos. L’unico sospettato per ora è il capo delle Bande Nere, partito radicale cittadino e anche presunto innocente.
Saper raccontare in maniera assoluta
La sceneggiatura di Dry Drowning è immersiva, avvincente e ben scritta, ma il fulcro del titolo è sicuramente la narrativa dello Studio V. Il gameplay sfrutta a fondo tutto quello che viene fatto e raccolto, i documenti ed i dialoghi, dividendosi quasi nettamente in due fasi, una di ricerca e una di risoluzione. Mentre recupereremo indizi dalle scene del crimine durante la fase di ricerca, ci verranno dati vari oggetti che potremo usare per ricostruire l’ordine degli eventi poi durante la risoluzione. Parlando sempre della fase di ricerca, non faremo fatica a scoprire gli indizi nelle scene inquadrate in quanto potremo evidenziarli subito al passaggio del mouse. Questo meccanismo permette – oltre a far apprezzare l’elegante stile di disegno del titolo – di soffermarsi su dettagli impercettibili altrimenti, mentre la scelta delle opzioni di dialogo al di fuori di questa fase permette al giocatore di sviluppare la trama in diverse direzioni che cambiano radicalmente. Gli oggetti, indizi, foto raccolti andranno poi a formare le argomentazioni utili ad arrivare alla soluzione del caso durante la fase di risoluzione.
In tutto questo sono inserite tutta una serie di diramazioni narrative inaspettate. I dialoghi sono scritti in modo da risultare chiari anche durante gli scorci narrativi più intensi o intricati, e sono il vero punto di forza di questo progetto che pone il giocatore davanti a scelte e dubbi che incideranno sul tipo di detective che si andrà a giocare, e che influenzeranno eventi futuri, rapporti con altri PG e le reazioni di Mordred ed Hera.
Il tutto viene portato avanti attraverso i sottotitoli e vari menù secondari: accedendo alla voce Investigazione si attiva l’esplorazione della schermata nella quale ci troviamo, se disponibile, mentre tramite la mappa è possibile selezionare vari punti di interesse e luoghi dove è possibile raccogliere ulteriori informazioni ed evidenze. In alcuni frangenti bisognerà anche risolvere piccoli enigmi che ci spingeranno a prendere carta e penna e a segnare alla vecchia maniera gli indizi – nulla di troppo macchinoso o difficile, ma fondamentale per avanzare nella storia.
Un’altra cosa apprezzabile di Dry Drowning è come solo all’inizio gli autori abbiano voluto suggerire un certo andamento, mentre nelle fasi successive il giocatore è libero di andare anche per presentimento, risolvendo o fallendo nel tentativo. Gli interrogatori sono i frangenti più caratteristici dell’intero gioco: le particolari doti di Mordred gli permettono di smascherare i bugiardi, meccanica tradotta in gioco con la comparsa di grottesche maschere animali sui volti degli interessati. In queste fasi bisogna arrivare all’inganno e smontarlo tramite delle argormentazioni che fanno necessariamente riferimento a tutto quello che è stato recuperato nell’indagine, facendo attenzione ai tentativi fallimentari che porteranno, dopo tre insuccessi, al game-over.
Come in altri titoli a bivio, al termine di ciascun capitolo viene elencata una breve lista delle scelte intraprese durante la partita, un sunto perfetto prima di procedere oltre. Per variare abbondantemente il ritmo, gli sviluppatori hanno introdotto anche alcuni mini giochi, come la modalità Be a Good Citizen – in cui si devono completare una serie di livelli che prevedono di attivare tutte le celle all’interno di una griglia. Ognuna di esse dev’essere collegata alle altre ruotando i blocchi, fino ad arrivare alla combinazione esatta. Non manca di varietà nemmeno l’indagine : a volte ci sarà chiesto di mettere a confronto scene del crimine differenti per individuare ciò che le contraddistingue, o di ricostruire segnali radio, risalire ad indizi da quadri e pitture e molto altro.
Più che annegamento, nuoto olimpico
Il livello grafico di questo gioco è spettacolare, a partire dagli ambienti per passare ai personaggi ben caratterizzati e distinguibili, ma sopratutto inseriti bene nel loro contesto, nonostante la distopia che pervade il gioco. Tutti gli individui sono rappresentati con tonalità di grigi rispetto alle ambientazioni colorate; una scelta stilisticamente particolare e anche un buon modo per dare un’impronta riconoscibile al gioco. Meno convincenti le location di Nuova Polemos, che però passano in secondo piano per dare maggiore risalto alle scene del crimine particolareggiate e ben costruite. Per non rendere i passaggi da un dialogo all’altro del tutto statici, gli sviluppatori hanno inserito delle piccole animazioni di movimento che permetteranno ai personaggi di cambiare espressione in base allo stato d’animo. Anche la colonna sonora si rivela convincente, passando dall’essere tranquilla e orecchiabile durante le indagini all’ispirare ansia e terrore durante le fasi di risoluzione, offrendo sempre una traccia audia adatta alla situazione su un totale di circa cinquanta tracce originali.
Quanto alla longevità di Dry Drowning, Studio V ha avuto cura di disporre ben 150 ramificazioni che conducono a tre differenti finali, per una durata complessiva del gioco che si aggira attorno alle 20 ore – 5 circa per completare una partita. Il lavoro svolto sui testi è inoltre di tutto rispetto, ed è valso all’incirca 750 pagine di sceneggiatura su raccolta di indizi e dialoghi, estremamente elaborata e piacevole.
Sarà una gioia per molti sapere che il gioco è interamente sottotitolato sia in italiano che in inglese. Un bell’incentivo all’acquisto per chi non mastica l’inglese o più semplicemente preferisce godersi la trama senza sforzi di traduzione particolari.
PRO:
⦁ Storia convincente con diverse ramificazioni
⦁ Stile di disegno particolarmente efficace e bello
⦁ Fa sentire tutta la tensione di un’indagine
CONTRO:
⦁ A volte risulta difficile comprendere il come risolvere determinati enigmi
Versione Provata: PC
Piattaforma: PC, Xbox One, PlayStation 4, Switch
Pegi: 18+
Longevità: 20 ore (5-6 ore a partita)
Sviluppatore: Studio V
Editore: VLG Publishing
Lingua: inglese, italiano (interfaccia e sottotitoli)
Anno: 2 agosto 2019
Tipologia: Avventura, Thriller, Indie