“DOOM Eternal è il DOOM più grande e più ambizioso di sempre”. Affermazione pronunciata più e più volte dagli sviluppatori, che ha suscitato nei fan non poco hype, ma anche qualche dubbio: È possibile rendere più grande, aggiungere nuovi elementi senza snaturate il gioco? Assolutamente sì. DOOM Eternal, è un DOOM pompato di steroidi che, rispetto al predecessore, si ampia esponenzialmente in ogni singolo aspetto, permettendo non solo di rispettare, ma soprattutto di esaltare la filosofia (brutale) alla base del franchise. I ragazzi di Id Software avevano già nel 2016 mostrato il loro amore per DOOM, prendendosi in carico il suo reboot, un arduo compito specialmente se si ha tra mani uno dei capisaldi del genere fps. Il titolo di quattro anni fa andò ben oltre le più rosee aspettative, ma era solo un piccolo e piacevole assaggio sulla direzione intrapresa, perché con DOOM Eternal il team di Id Software si è scatenato, creando un prodotto adrenalinico e mastodontico, composto da mille sfaccettature ed elementi che migliorano quelli già esistenti, ma che ne introducono tanti nuovi, strizzando l’occhio sempre all’immancabile e iconico passato. Tanta (tantissima) carne al fuoco, che ricompensa i quattro mesi d’attesa in più per il solito (ormai la prassi) rinvio. Scrivere di DOOM Eternal è complesso, ma doveroso perché il titolo alza esponenzialmente l’asticella.
DoomGuy il salvatore
Il gioco inizia con il nostro Doom Slayer situato nello spazio della sua fortezza, che guarda dall’alto la Terra ormai sull’orlo del collasso. Il 60% del globo è stato invaso dai demoni che hanno reso l’ambiente invivibile e l’aria irrespirabile a discapito di miliardo di vite umane. L’unico modo che fermare l’invasione della Terra è bloccare la consunzione demoniaca portata avanti da tre sacerdoti: Deag Nilox, Deag Ranak e Deag Grav, comandati a loro volta dalla semi-divinità Khan Maykr. Accolte le disperate richieste d’aiuto da parte dei sopravvissuti, imbracciato il fucile a pompa, con l’inammaccabile musica metal di sottofondo, il DoomGuy, messa da parte per il momento Marte, parte alla volta della Terra alla ricerca del primo sacerdote, perché ovviamente lui è l’unico a poterli fermare. Un incipit meravigliosamente tamarro, ma che ci permette di entrare prepotentemente nello spirito e nel mondo di gioco fatti di simboli, riferimenti religiosi e luoghi di culto demoniaci ben costruiti e caratterizzati e inseriti alla perfezione, il tutto ovviamente contornato dall’inconfondibile humor del gioco. “Avete un problema? Digitate tre volte sei e un incaricato demoniaco verrà in soccorso”Una delle principali novità di DOOM Eternal è la trama. Ebbene sì per quanto la notizia possa scioccarvi, dato che sin dal suo primo capitolo la storia è stata solo un marginale pretesto per fare una carneficina, ora, però, raggiunge un nuovo livello assumendo sorprendentemente un ruolo significativo. Ovviamente non ci troviamo di fronte nulla di particolarmente introspettivo e l’obiettivo è sempre quello uccidere- preferibilmente in modo brutale- tutti i demoni che ci troviamo davanti, ma l’azione è contornata da una narrazione solida e interessante, presentata con il pacchetto completo: cutscene, dialoghi e caratterizzazione dei personaggi. State tranquilli anche in questo caso DoomGuy non dice una parola.
I riferimenti con il passato sono costanti e difficilmente e lasceranno indifferente i fan di vecchia data
Perenne stato di apnea
Introdotta la storia, è arrivato il momento di entrare nel fulcro di DOOM Eternal, il gameplay. I ragazzi di Id Software hanno, come ho detto in precedenza, fatto le cose veramente in grande, e per poter spiegare i tantissimi aspetti che caratterizzano il gameplay, dobbiamo andare per gradi. Partiamo innanzitutto dalla base, dall’aspetto che ha sempre caratterizzato DOOM, ovvero l’azione adrenalinica. In DOOM Eternal le fasi di gioco in cui dovremo respingere i demoni potrei dire che avvengono di frequente, ma sarebbe riduttivo; ci ritroveremo contornati spessissimo non solo da demoni, ma da intere orde di demoni di ogni tipo e gradi di difficoltà che tenteranno di farci la pelle da ogni lato della mappa. Momenti di pura adrenalina frenetici, folli con l’incofondibile musica metal di sottofondo e ovviamente totalmente appaganti, ma inutile negare che una volta sterminati tutti tireremo su un bel sospiro di sollievo che durerà molto poco, dato che l’arrivo di un altro demone è sempre dietro l’angolo. Se lo ora già nel titolo precedente adesso è tassativo: l’unico modo per poter superare l’orda di nemici è sfruttare a pieno l’aria circostante, non muoversi equivale essere velocemente, e nella maniera più violenta possibile, sopraffatti demoni. Il level design quindi si sviluppa verticalmente, anche per “andare incontro” alle nuove abilità del Doom Slayer: oltre al già presente doppio salto, il nostro protagonista ora può anche scattare quindi spostarsi velocemente, una vera ancora di salvezza nelle molte, o meglio costanti fasi concitate. Le due abilità possono essere combinate, ed ecco quindi che troveremo aree più alte, più distanti alle volte composte solo da piattaforme o composta pioli orizzonta, o zone che assomigliano e vere e proprio arene (in puro stile Quake) quindi oltre alle già conosciute piattaforme che ti spingono più in alto, e portali che ti trasportano alla parte opposta dell’area. Un dinamismo ancor più marcato veloce che ci spingerà non solo a trovare costantemente nuovi modi “d’attacco e muoverci costantemente (i demoni ci raggiungeranno in ogni meandro), ma soprattutto porta con sé nuove meccaniche e sfide, come per esempio il Totem, un vero demone che aumenta la velocità e la forza dei nemici, fino a quando non verrà distrutto continuerà a generare demoni sempre più forti.
I diversamente mortali
Li abbiamo citati tanto, è il momento di dedicare a loro il giusto spazio, del resto i demoni (o come capiamo dal gioco preferiscono essere chiamati diversamente umani) sono uno dei capisaldi di DOOM. In DOOM Eternal ritroveremo vecchie conoscenze come per esempio i Reverant (che sarà il protagonista di una sorpresa nel corso del gioco) e Cavaliere del terrore, Mancub us e Pinky; graditi ritorni come il fluttuante Elementale del dolore, Cacodemone demone volante con un morso che può essere letale e l’Aracnotron, demone, come facilmente intuibile, ispirato a un ragno, è veloce particolarmente insidioso si può arrampicare anche al soffitto ed ha una torretta sulla testa. In line con la struttura alla base del gioco, anche in questo caso, rispetto al predecessore il numero dei demoni aumenta, addirittura si raddoppia, aggiungendo nuove facce: come il Marauder, un demone dalle fattezze quasi umane ma con una testa simile a un teschio e grandi corna e un’armatura ricorda molto quella del Doom Slayer. È ed è dotato di una doppietta che utilizza quando cerca un attacco ravvicinato, e un’ascia bipenne dalle lame Argent per attacchi dalla media distanza. Particolarmente insidioso bisogna per sconfiggerlo bisogna mantenere la giusta distanza e attaccarlo solo quando gli occhi diventano verdi. Interessanti sono anche le Flagellanti, metà tra un demone e un serpente. Fastidioso sguscia velocemente schivando i proiettili, quindi l’approccio migliore è congelarlo con una bomba criogena e farlo a pezzi prima che sia in grado di riprendersi. Il Doom Hunter, poi, è impressionante: metà cibernetico e metà demoniaca è il predatore supremo. Equipaggiato con un cannone su un braccio e una motosega nell’altro, grosso, pericoloso e rapido grazie alla sua slitta a propulsione. Quest’ultima si può abbattere rendendolo più vulnerabile. Le altre due novità sono il Razziatore e il Gladiatore, ma non vogliamo allungarci troppo e svelare più del dovuto e rovinarvi la sorpresa, ma c’è da dire che il design di tutti i demoni è ottimo. Delle vecchie conoscenze l’estetica è stata rivista e in alcuni casi modernizzata, delle novità la caratterizzazione è eccelsa, ma non c’è da stupirsi, una degli elementi sicuri di DOOM è il design dei personaggi che non delude mai. Al di là dei nuovi mostri, ci sono delle novità a livello di gameplay? Ovviamente sì. I nemici ora hanno un punto debole, che se colpito lampeggerà di rosso, ma se state pensando che la nuova aggiunta renda il tutto più semplice, vi sbagliate di grosso: è vero che se verrà colpito un punto specifico del demone (come nel Aracnotron la torrette a del Cacodemone la bocca) si indebolirà tanto da arrivare più facilmente alla tanto agognate Glory Kills- questa volta ancora più brutali e spettacolari- ma per ogni demone varierà il punto, e dovrà essere fatto con una tattica e arma specifica, il tutto ovviamente attorniata da nemici che tenteranno costantemente di farvi la pelle, e non sarà quindi così raro passare gran parte del tempo a ricaricare l’ultimo checkpoint. Oltre che visivamente stimolante e meccanicamente è estremamente divertente, questo nuovo sistema permette di sfruttare maggiormente il potenziale di tutte le armi e, come detto poc’anzi, il campo di battaglia adattandosi al contesto, sfruttando l’ambiente a proprio favore. Il proprio stile di gioco viene costantemente messo alla prova, ed è proprio questo il punto alla base di DOOM Eternal: l’obiettivo non è solo sopravvivere, ma piuttosto divertirsi a sperimentare.
Il Codex svolgerà, come per il precedente capitolo un ruolo essenziale, raccogliendo tutte le informazioni riguardanti il gioco, anche se ogni nuova meccanica viene sempre introdotta da una spiegazione e un filmato.
L’arsenale perfetto
Non si può parlare di demoni senza parlare delle armi, il nostro unico mezzo per sterminarli. La soluzione a tutti i problemi è essere aggressivi, ha dichiarato in un’intervista il direttore creativo Hugo Martin, affermazione presa assolutamente alla lettera visto che in DOOM Eternal avremo a disposizione un vero e proprio arsenale. La lista di bocche di fuoco che sbloccheremo man mano nel gioco vanno, dalle classiche armi come il fucile a pompa, la motosega ( da usare per dividere in due i demoni e recuperare le risorse), la doppietta dotata ora di un Gancio da macellaio che Infilza un demone e permette fiondati al volo su di esso, la mitragliatrice, il lanciarazzi e all’onnipresente fucile al plasma; ad arma decisamente più complesse come il BFG un’arma iconica e potentissima in grado di vaporizzare interi gruppi di demoni all’istante e la Balista che emette un raggio di energia termica in grado di trapassare i nemici. Tra le risorse a nostra disposizione abbiamo anche l’equipaggiamento da spalla composto da: il getto infuocato che consente di dar fuoco ai nemici che una volta avvolti dalle fiamme lasciano cadere frammenti di corazza; granata da frammentazione e Bomba criogena, ma anche il Pugno di sangue, un devastante attacco in mischia che infligge danni extra, di ricarica accumulando le uccisioni epiche. L’equipaggiamento da spalla rendere gli scontri ancora più folli, attivo e reattivo con l’ambiate costringendoti a variare costantemente lo stile. Descrivere ogni singola arma ed equipaggiamento sarebbe impossibile e avremo bisogno di un‘altra recensione, ma al di là delle loro caratteristiche, sono accomunate da un unico punto: inarrivabili feeling. I colpi risultano pieni e si ha la piena sensazione del colpo e tutto è riscontrabile dal suono realistico, ma anche dall’effetto brutale che si vede sui nemici. A questo dobbiamo aggiungere la fluidità derivata dall’assenza di ricarica dell’arma che rende il tutto assolutamente più frenetico.
Il punto alla base di DOOM Eternal è la massima libertà, straordinario elemento che si può evincere dalla marcata interessante e impressionante componente ruolistica presente nel gioco; tutto si può potenziare. Partendo dalle armi, nel corso del gioco, ci capiterà di interagire nei vari livelli con un Mod Bot che ci consentirà di sbloccare un modulo aumentando considerevolmente le funzionalità. Tutte le armi a tranne della doppietta, balista e BFG (non ha per ovvie ragioni potenziamenti), possiedono due moduli, il fucile al plasma, esempio, ha il modulo l modulo Vampata incandescente consente di accumulare calore sparando normalmente per poi sprigionarlo in una potente scarica di energia, mentre il Raggio a microonde emette un flusso concentrato di energia al plasma che immobilizza un bersaglio fino a farlo esplodere. Questo ovviamente è solo un piccolo esempio, ma sappiate le possibilità sono numericamente impressionanti, perché per ogni modulo ci sono altri potenziamenti e, sbloccabili tramite i punti armi accumulati durante il gioco avanzando di livello, portato a termine le missioni e i combattimenti. Maestria Armi è l’ultimo di potenziamento della Mod raggiungendo dei livelli di danno molto alti completare la sfida di gameplay assegnata o bypassare la sfida con un Token Maestria. Tutto, come abbiamo detto in precedenza può essere potenziato, e lo stesso “lo stesso trattamento lo subisce” l’armatura Predator con le quattro macro aree di potenziamento (ambiente, esplorazione, fondamentali, bomba di frammentazione e bomba criogena) tutti reperibili nei vari livelli, così come i cristalli delle sentinelle che aumentano la salute la corazza e le munizioni. Non possono poi mancare le classiche le rune che sono fondamentalmente delle abilità che vanno a definire ulteriormente il proprio stile di gioco. Gli slot disponibili arrivano fino a un massimo di tre, il che permette di ingrandire ancore di più variegato e profondo sistema di gioco.
Far confusione in questo mastodontico mondo fatto di livelli, potenziamenti e infinite componenti può sembrare semplice, ma non lo è: le schermate sono intuite e una volta visti gli effetti immediati dei vari potenziamenti il senso di libertà supererà qualsiasi dubbio. DOOM Eternal permette di ampliare e sviluppare puramente il proprio stile di gioco e il personaggio dando il pieno controllo delle scelte. Un senso di controllo che in titoli di queste difficilmente si trova. Certo risulta non tanto difficile fare confusione, ma quanto dare il giusto peso ad ogni singolo aspetto. Tralasciare qualcosa sembra quanto mai inevitabile il che è un peccato perché ogni singolo aspetto è meravigliosamente realizzato. A rendere le cose più semplici c’è la Fortezza del Destino, uno spazio personale dello Sleyer. L’hub è un luogo dove poter aggiornare l’armatura Praetor, le armi, allenarsi mettendo alla prova le proprie capacità in una prigione demoniaca e utilizzare le Batterie delle Sentinelle, sparse nel mondo di gioco, per sbloccare aree e ampliare la Fortezza del Destino.
Non solo stragi
L’altro significativo cambiamento riguarda la nuova componente che sconfina nel platforming. Le nuove abilità del DoomGuy non sono solo utilizzate per abbattere demoni, ma anche per esplorare l’intero mondo di gioco. Ne abbiamo avuto un piccolo assaggio nel capitolo precedente, oggi ci troviamo di fronte a un level design verticale che sviluppa a pieno la nuova componente. Il nostro protagonista si aggrappa alle pareti, salta su le traballanti piattaforme tutto allo scopo di trovare collezionabili, scoprire nuove aree, le sfide segrete a tempo, o il Cancello Slayer (sfide opzionali complesse che possono essere effettuale anche in un secondo momento) e le utilissime risorse per i potenziamenti. Se al termine di una zona ci rendiamo conto di non aver scoperto tutti i segreti, potremo ritornare alla zona incriminata tramite il fast travel, opzionabile nella mappa di gioco. Recuperando, però, l’automappa (presente tutti i livelli) potremo visualizzare le zone non esplorate e man mano che andremo avanti avremo la visuale di tutti i segreti. Nel complesso è un ottimo espediente che introduce nuove meccaniche e spezza il ritmo che potrebbe a lungo andare risultare ripetitivo dando anche la possibilità di vedere lo splendido mondo di gioco, ma in alcuni frangenti le sezioni risultano poco chiare, spezzano la progressione confondendo il giocatore e non si comprende bene come proseguire.
Panorama infernale
La varietà di scenari proposta dai ragazzi di Id Software è impressionante. Location completamente differenti ma tutte realizzate artisticamente e graficamente in modo eccelso, così come gli effetti particellari, mostrando il vero potenziale dell’ID Tech 7. Il gioco è fluido e riesce a costantemente i 1080p e 60fps anche nelle scene più caotiche Abbiamo riscontrato solo alcuni casi di pop up soprattutto tra i vari caricamenti. L’audio è incredibile si nella realizzazione degli effetti in gioco, sia nella colonna sonora pure e crudo ed esaltante metal composta da Mick Gordon.
DOOM Eternal alza l’asticella del genere che non verrà superata tanto facilmente. È un gioco mastodontico sotto tutti i punti di vista, abbiamo volutamente tralasciato degli elementi per non rovinarvi la sorpresa, ma il livello giocabilità e rigiocabilità è altissimo. Sarà un probabile compagno per mesi, per adesso ed è già un ottimo titolo per il GOTY 2020.