Quest’anno la saga di DOOM ha compiuto 25 anni. Un considerevole lasso di tempo soprattutto in relazione al settore e gli elementi specifici che lo compongono come grafica e gameplay, che subisco brutalmente i segni dell’età. DOOM è un caso a sé: nonostante il peso dell’età (DOOM, DOOM II e DOOM 3 sono usciti rispettivamente negli anni 1993, 1994 e 2004) i giochi rimangono dei veri e autentici classici, con un gameplay ancora straordinariamente godibile. Bethesda, sfruttando l’hype derivato DOOM Eternal il nuovo capitolo in uscita il 22 novembre (potete trovare il nostro provato qui), ha avviato l’operazione nostalgia, proponendo i classici sopra citati sulle console dell’attuale generazione, ovvero Play Station 4, Xbox One e Nintendo Switch. Un’operazione che ha ovviamente come obiettivo non solo quello di “accaparrarsi” i nostalgici, ma anche quello di presentare il brand a chi ancora non avesse avuto la fortuna di conoscerlo e, allo stesso modo, getta le basi su quello che sarà Doom Eternal.
DOOM, DOOM II
DOOM e DOOM II sono ancora oggi delle pietre miliari del genere FPS. I titoli hanno sin da subito conquistato i giocatori grazie al loro stile innovativo, brutale, veloce e complesso. I comandi ad oggi risultano macchinosi, i movimenti rapidi e la mira poco precisa, ma si tratta di inezie che di certo non mettono in secondo piano un level design (simili tra i due titoli a causa dell’uscita ai tempi ravvicinata) estremamente ispirato e semplice che può, nonostante i venticinque anni, essere paragonato senza paura a titoli FPS odierni. Marte, le armi e i nemici: tutto rimane al suo posto, così come il primario obiettivo di DOOM, ovvero uccidere e massacrare demoni e tutto ciò che Doomguy trova sulla sua strada. Il restante (come la trama) è secondario: una formula che nonostante l’età ancora funziona e rappresenta un vero e proprio classico per il genere. Entrambi i capitoli arrivano su console con la modalità cooperativa e nella loro versione completa: in particolare il primo DOOM ha l’espansione Thy Flesh Consumed, che aggiunge nove livelli inediti. DOOM II, invece, contiene il celebre Master Levels e 20 livelli creati dalla community con la supervisione degli sviluppatori.
DOOM 3
Doom 3 -che non è il terzo capitolo uscito in ordine cronologico, vista la presenza di Doom 64 del 1997-, rappresenta il primo grande passo evolutivo e cambiamento per la saga. Il gioco è sempre ambientato su Marte e l’obiettivo è sempre quello di distruggere tutto quello che ci capita d’avanti ma il protagonista (come sempre Doomguy) sarà diverso. Il nostro main character è un marine assegnato ad una base della UAC su Marte che, a causa di svariati esperimenti sul teletrasporto avviati dall’insano Malcom Betruger, si trasformerà in un vero e proprio inferno. DOOM 3 sfruttava le tecnologie più moderne al tempo (id Tech 4) ed espande l’universo demoniaco con l’aggiunta di cinematiche, personaggi secondari e una maggiore libertà in termini di gameplay ed esplorazione. Il titolo in sostanza assume una nuova e cupa atmosfera: una tinta horror-survival ed un passo importante per comprendere l’evoluzione del brand.
DOOM 3, con la sua tensione dettata dalla paura di scoprire cosa c’è dietro ogni angolo e un parco armi rinnovato (anche in linea con la serie) è ancora un titolo più che piacevole da giocare. Quest’edizione arriva comprendendo anche le due espansioni Resurrection of Evil e The Lost Missions, che chiudono il cerchio narrativo, oltre ovviamente la possibilità di giocare in multiplayer, dai Deathmatch alle Coops.
A livello tecnico
DOOM I e II, curati da Nerve, risultano fluidi ed ancora ampiamente giocabili, ma ci sono alcuni difetti che è impossibile non notare. La risoluzione presenta una conversione a 1080p, una scelta non proprio ideale dato che per la maggior parte del tempo avremo texture sgranate e sia i nemici che l’icona del giocatore schiacciati e deformati, notabili specialmente sui televisori più performanti e ampi.
DOOM 3, invece, non ha particolari difetti da segnalare, ma anzi apporta notevoli migliorie tecniche alla struttura originale. Panic Button ha realizzato un ottimo lavoro con un frame rate solido a 60fps ed una risoluzione fino a 4K con la possibilità di poter modificare il campo visivo o di aggiungere luci dinamiche a tutte le fonti luminose del gioco. Un eccellente lavoro che esalta l’innovazione grafica che DOOM 3 rappresentò all’uscita, tanto da non sfigurare con gli standard e i titoli odierni.
Tirando le somme, l’operazione nostalgia di Doom è riuscita con successo riproponendo titoli che rappresentano la storia del genere e dando così la possibilità ai giocatori più giovani di recuperare dei giochi di alto livello. Il tutto, ovviamente, in attesa di Doom Eternal.
PRO
- Contenuti aggiuntivi
- Multiplayer locale
- Gameplay originale
CONTRO
- DOOM, DOOM II texture sgranate
Versioni disponibili: PS4, Xbox One, Nintendo Switch
Versione provata: PS4
Voto: 8