Il dopo-sbronza è una brutta bestia per tutti. Vi è capitato ancora di svegliarvi con un enorme mal di testa e desiderare che quella brutta bestia di un mondo finisse? In Disco Elysium è successo. Solo un poco, per una frazione di secondo… o siete stati voi a morire? Chi se lo ricorda? Di sicuro vi ricorderete ben più di qualcosa dopo averlo giocato, dopo aver sbattuto i denti e la faccia contro dialoghi mirabolanti ed un’ambientazione difficile da definire, che varia tra l’essere “semplicemente” catastrofica, ai limiti dell’assurdo o tutto insieme.
Sbronza e memoria non fan rima con gloria…
La storia raccontata da Disco Elysium, prima dell’inizio del gioco stesso, ruotava attorno alla vita del nostro bravo poliziotto alcolista e dell’indagine in cui pare fosse coinvolto. Solo che, dopo una colossale sbornia da cui il nostro eroe si sveglia non troppo stabile, sembra che il detective si sia dimenticato tutto: la sua identità, dove si trovi e cosa ci faccia un cadavere dietro la sua stanza – quello sul quale tecnicamente dovrebbe indagare.
Questa amnesia è il punto di partenza del titolo, ma anche il deus ex machina che ci permette di plasmare completamente le caratteristiche e la personalità del personaggio, permettendoci di decidere una qualsiasi direzione sia essa più fisica, mentale, emozionale o un misto delle succitate – non vi anticipiamo nulla di più, perchè questo elemento fa parte del fascino del gioco in cui vi andrete a calare. Il mistero che può aver causato l’amnesia del detective inoltre crea un interessante interconnessione tra personaggio giocato e giocatore che diventa quasi rottura della quarta parete della realtà in alcuni frangenti. Entrambi sono all’oscuro di tutto; entrambi possono decidere chi essere ripartendo da un foglio bianco su cui scrivere senza impicci, vecchie fiamme, dolori psicologici o scheletri nell’armadio a farla da padrone. L’unico problema sta nello dover (ri)scoprire la situazione che vige nel luogo in cui siamo capitati: il dove e il quando si ottengono semplicemente parlando a chiunque, capendo di essere a Revachol, una volta capitale prospera e ora città in rovina dilaniata dai resti di una rivoluzione andata a male, così simile alla nostra realtà attuale da poter trattare di argomenti come politica, omosessualità, masochismo, condizioni lavorative precarie o al limite dello stremo e immigrazione senza troppi indugi.
I dialoghi fanno bene al cervello. E al cuore. E a tutto il resto.
Disco Elisyum è un gioco punta e clicca basato sui dialoghi. Attenzione: quando scriviamo “basato sui dialoghi” non lo facciamo tanto per dire che potrete saltarli e tutto si risolverà come dovrebbe. In un gioco come Disco Elysium la copertina (anche quella digitale) dovrebbe essere venduta assieme ad una grossa insegna al neon pulsante che reciti: “si, avete capito bene, stavolta dovrete leggerli tutti” – e nel caso, dovrebbe anche essere incluso un foglietto informativo che avverta degli enormi mal di testa a cui stiamo per andare incontro, assieme a disturbi dissociativi della personalità, cambi d’umore e all’impossibilità di staccarsi dallo schermo per -troppe- ore della nostra lieta giornata.
Quindi, come oramai dovreste aver capito tutti, i dialoghi sono il vero motore del gioco e non c’è scusa che tenga, mentre l’esplorazione si limita alla raccolta regolare di indizi, note, oggetti e alle interazioni, sia umane che interne alla psiche del personaggio. Usando il tasto TAB possiamo evidenziare tutto quanto c’è di interattivo sulla mappa, un espediente che ci permette non solo di non perderci davanti al particolare stile grafico che caratterizza l’intero titolo, ma che ci aiuterà anche a non tralasciare nulla di veramente importante. In breve, passerete il gioco a girare per le mappe, dialogare con vari personaggi, mettere insieme indizi e cercare di procedere nella storia al meglio delle vostre possibilità, sfruttando le abilità in vostro possesso. Il primo combattimento si ha all’incirca alla decima ora di gioco, blando – è bene ribadire che lo spazio lasciato all’azione è molto poco, e sempre anticipato da folte linee di testo che ci spiegheranno per filo e per segno la situazione attuale. Tuttavia questo non risulta un peso per un videogioco così ampio dal punto di vista della scrittura: i dialoghi sono pieni di scelte da effettuare, molte percorribili anche nel caso si sia precedente scelta un’altra opzione. Alcune particolari azioni e argomenti hanno un tiro di dado da effettuare che determinerà il successo o meno dell’azione, a seconda dell’abilità chiesta e del punteggio della stessa. “Abilità” in questo caso è sinonimo di “lati della personalità”: 24 in tutto contenuti nel Thought Cabinet, divisi in categorie che vanno dall’intelletto, alla psiche, al fisico fino alla mobilità. I tratti sono aumentabili tramite esperienza e a seconda del “tipo” di personaggio che abbiamo deciso di giocare. Nel caso dovessimo essere sprovvisti dell’abilità giusta non c’è comunque da preoccuparsi: esistono quasi sempre altri espedienti, oggetti che ci possano aiutare, perfino stupefacenti da assumere per affinare questo o quel tratto. E proseguendo nell’avventura potremo continuare a personalizzare il protagonista secondo le nostre esigenze e volontà, incidendo sulla storia a tal punto che potremmo, nella stessa run, procedere in direzioni diverse con risposte diverse, o addirittura rendere inabili determinati PNG.
Disco Elysium non ha paura del confronto in primis col giocatore, e in secondo non si tira indietro dal trattare qualsivoglia argomento, comodo o scomodo che sia. I detective vomitano davanti ai cadaveri, i ragazzini crudeli li prendono a sassate, la gente deruba i più fortunati – e anche i meno fortunati si derubano tra di loro. L’ambientazione, ferma in una realtà parallela alla nostra che ricalca gli anni ’60, parla con profondità e competenza di temi attuali senza scadere nella banalità. Non esiste una cosa giusta o sbagliata da fare, tant’è vero che il protagonista non solo interagisce coi personaggi, ma anche con le 24 sfumature della personalità che abitano nella sua mente – fantasmi interiori con cui potremo avere lunghi scambi di opinione e da cui lasciarci tentare. Perchè non rafforzare il nostro corpo rubando un’armatura ad un cadavere, ci potrebbe dire la nostra “paura di essere feriti”? L’unica vera ancora alla realtà tra le loro richieste assurde sarà Kim Kitsuragi, rigidissimo compagno di investigazioni che oltre a darvi un aiuto costante e importantissimo, vi guiderà tra le varie possibilità offerte dal gameplay offrendosi da paciere e spalla.
Tinteggiato ad hoc
La grafica di Disco Elysium è particolare e riassumibile in un “sembra dipinta”. Effettivamente, il gioco ci offre una visuale isometrica reinterpretata con tratti di pennello e acquarello, che danno all’intera ambientazione un aspetto onirico, fantastico e allo stesso tempo vecchio stile. Sotto questo particolare uso delle texture si nascondono modelli 3D di ottima fattura, molto elaborati e particolareggiati, che nella pratica non danno mai grossi problemi di compenetrazione con oggetti o altre superfici. L’unico piccolo neo di una produzione così ben fatta è sulle luci, non sempre disposte perfettamente in tutta la superficie della mappa. Le illustrazioni stesse dei nostri tratti personali sfidano ogni convenzione proponendoci dei quadri contorti e inquietanti, ma bellissimi da vedere e interpretare.
Purtroppo, Disco Elysium è disponibile solamente in inglese e non è presente nessuna localizzazione italiana: i testi, già impegnativi per la loro lunghezza, sono scritti con un inglese ricercato non proprio alla portata di tutti, che però è voluto come valore aggiunto. La composizione stessa di storia e scrittura sono maniacalmente curate. A questo si aggiungono linee di dialogo recitate da attori professionisti che hanno fatto un lavoro incredibile, rendendo vivi i personaggi e vivide le loro reazioni. Le soundtrack che ci accompagneranno durante le ricerche ovviamente varieranno in base alla località, ma ci riserveranno molte sorprese in quanto a generi e stili usati, venendo integrate al gameplay.
In tutto questo, vi stupirà sapere di avere tra le mani un titolo che potrebbe durare anche 60 ore di gioco nel caso decidiate di affrontare tutte le quest – che si riducono a trenta seguendo solo la trama principale, dotata di svariati finali.
PRO:
⦁ Dialoghi sopraffini
⦁ Totale libertà nella creazione del protagonista
⦁ Risposte e conseguenze (per davvero)
⦁ Mondo di gioco intricato e affascinante
⦁ Temi diversi sotto i riflettori
CONTRO:
⦁ Solo in inglese
⦁ Pochissimi inciampi tecnici
Piattaforma: Pc
Pegi: 18+
Longevità: 30-60 ore
Sviluppatore: ZA/UM
Editore: ZA/UM
Distributore: Steam
Lingua: inglese (testi e voci)
Anno: 15 ott 2019
Tipologia: GDR, isometrico, thriller