Siamo arrivati ad un nuovo punto di svolta per la saga di Destiny: dopo l’uscita nel 2018 del DLC i Rinnegati che ha avuto l’arduo compito di risollevare il secondo capitolo dalll’onta di un lancio privo di contenuti, Ombre dal Profondo non solo rappresenta il divorzio di Bungie da Activision, ma anche un nuovo modello di business per il brand che ha portato il team americano a rendere disponibile gratuitamente il gioco in una sua versione comprendente buona parte dei contenuti dell’anno 1 e 2. Da questa situazione di transizione e di nuovo inizio nasce Ombre dal Profondo, la nuova espansione del gioco che accompagnerà i guardiani, siano essi novizi o veterani, per un altro anno a scorrazzare fra pianeti e lune del sistema solare, ma che allo stesso tempo si porta dietro qualche difetto probabilmente ereditato dalla precedente gestione Activision: tutti i dettagli nella nostra recensione.
L’Oscurità emerge…
La prima cosa della quale vi voglio parlare, prima ancora della storia o del gameplay, è il cross-save, una apprezzatissima feature che in realtà è stata resa disponibile da fine agosto ma che ho avuto modo di testare solo con l’uscita di Ombre dal Profondo con il mio personale ritorno su Destiny 2: grazie al cross-save ogni giocatore potrà spostare i propri guardiani e l’argento ottenuto da una piattaforma all’altra, indipendentemente dal fatto che si tratti di PC, PlayStation 4 o Xbox One e nel prossimo futoro anche Stadia. In realtà la vera prova la effettuerò all’uscita di quest’ultima piattaforma dato che l’edizione Founder’s Pack include proprio la versione completa di Destiny 2 e relative espansioni, ma vi sono un paio di limitazioni che dovete tenere presenti: oltre a dover possedere una copia di Destiny 2 per ogni piattaforma sulla quale intendiate giocare, sappiate che potete selezionare solo uno degli account già esistenti che diventerà il vostro principale, mentre gli altri eventuali account verranno rimossi (con account si intende un singolo profilo giocatore legato ad una specifica piattaforma ed al relativo servizio online, sia esso il PlayStation Network, l’Xbox Live o Steam). Si tratta quindi di una rinuncia che probabilmente affligge solo una porzione molto limitata di utenza maniaca di Destiny e che, al di là della potenziale utilità del servizio, permette a Bungie di offrire un servizio che delinea la volontà di offrire un’esperienza che prescinda dalla piattaforma sulla quale stiamo giocanto. Detto questo, veniamo al gioco vero e proprio.
Ombre del Passato si è ritrovato con l’arduo compito di offrire un’esperienza che fosse quantomeno paragonabile a quella de I Rinnegati: era in partenza difficile rivaleggiare con un’espansione che ha colpito la community del gioco per i suoi contenuti, ma soprattutto per la trama. La morte di un personaggio tanto amato come Cayde-9 per mano di Uldren Sov e la storia di vendetta intorno alla quale girava intorno la campagna hanno fatto emozionare i fan del gioco. Per cercare di mantenere alto il coinvolgimento emotivo del giocatore, Bungie prova a giocare la carta della nostalgia riportandoci sulla Luna, uno dei “mondi” presente sin dal primo anno del primo Destiny, e facendo ruotare la campagna intorno alla figura di Eris Morn, la misteriosa ex-guardiana che in passato servì l’Avanguardia e che abbiamo conosciuto durante gli eventi relativi alla guerra contro Crota. Poiché la campagna è ambientata sulla Luna, ancora una volta dovremo affrontare gli sciami dell’Alverare in una sua versione primordiale e potenziata, ma soprattutto dovremo affrontare la manifestazione dei traumi dei guardiani. In una missione di esplorazione Eris varcherà le soglie della Fortezza Scarlatta per trovarsi di fronte ad una Nave Piramide rimasta sotterrata: il potere che Eris risveglia è enorme, al punto tale da far apparire i fantasmi del passato (che niente hanno a che vedere con gli Spettri del mondo di Destiny) che non faranno a meno di tormentare i vivi ed a riportate in vita sotto forma di incubi alcuni fra i nemici più potenti affrontati in passato dall’Avanguardia. I nostri dovranno affrontare le insidie della Fortezza per recuperare il crittoglifo, un antico manufatto dell’Alveare che permetterà all’Avanguardia di creare nuove armi ed armature potenziate necessarie per affrontare le forze dell’Oscurità generate dalla Piramide. A livello di lore il gioco si dimostra molto importante per la costruzione dell’universo di gioco, ma narrativamente parlando il titolo non tiene testa a i Rinnegati: nonostante lo sviluppo della trama risulti affascinante, la campagna in sé non ha sequenze di filmati narrativamente forti come quelle incontrate ne I Rinnegati e la sua lunghezza si esaurisce ben presto, lasciando il giocatore in attesa di un punto di svolta nella storia che inesorabilmente non arriverà nell’immediato. Un peccato poiché, al netto degli immancabili assalti ed incursioni che accompagano ogni aggirnamento del gioco, le missioni della campagna che normalmente si riducono ad un semplice “pulisci l’area e procedi” con livelli di difficoltà piuttosto contenuti a questo giro hanno dimostrato di possedere una capacità di intrattenimento superiore.
… i contenuti tardano a farlo
Lato gameplay il gioco non si smuove dai solchi tracciati dal secondo capitolo e relative espansioni e l’aggiunta di nuove abilità per ogni sottoclasse influisce ben poco sul feeling con il gioco che rimane comunque sempre molto soddisfacente in termini di gunplay. Ciò che cambia è la mole di contenuti che sono offerti, oltre alla “nuova” ambientazione presentata. La Luna presenta scorci che richiamano le ambientazioni che abbiamo visto nel primo Destiny, ma che ben presto si tingono del rosso scarlatto man mano che ci avventuriamo nelle profondità del pianeta. Lo scenario è estremamente suggestivo e gli obiettivi di pattuglia rappresentati non più dai ricevitori sparsi sulla mappa ma dalle anime dei guardiani caduti rannicchiate in un qualche anfratto donano un’atmosfera più lugubre alla Luna, satellite così vicino alla Terra, la quale non si pensava potesse contenere tanti segreti. Purtroppo la scelta di riportare in vita vecchi nemici e luoghi, per quanto suggestivi, trasmette una sensazione di pigrizia nello sviluppo poiché Bungie prende a piene mani da mappe e asset ben noti ai giocatori del primo Destiny. In termini di contenuti, l’Oscurità dal Profondo spinge ancora di più l’acceleratore sul concetto di looter shooter, portando il giocatore a rimanere incollato il più possibilie al gioco grazie all’uso delle “stagioni” inserite già successivamente al lancio de I Rinnegati ed ad una nutrita road map di contenuti che varranno rilasciati da qui nel corso dei mesi futuri. Ciò ha portato il gioco ad una narrazione frammentaria ed ad una serie di missioni basate sul grnding e l’ottenimento di taglie che spezzettano la narrazione della campagna. Non è un caso infatti che l’incursione rialsciata qualche giorno fa veda i guardiani scntrarsi contro i Vex e non contro l’Alveare: tutto è lasciato aperto, tutto è in divenire, tutto è in attesa di una conclusione che non ci sarà per chi comprerà il solo pack iniziale di Ombre dal Profondo. La conclusione arriverà per chi deciderà di tornare costantemente sul gioco e portare avanti la propria esperienza stagione dopo stagione il che fa sorgere un problema: come valutare Ombre dal Profondo? Contenutisticamente il titolo non fa che creare una struttura che verrà riempita e terminata nei prossimi mesi sia che si tratti di elementi di trama e di lore che se parliamo di contenuti: tutto è affidato alle seasons, tutto gira intorno a ciù che uscirà nel periodo successivo al rilascio dell’espansione, il che è poco soddisfacente se pensiamo che i Rinnegati è stata un’espansione completa arricchita da materiale aggiuntivo, mentre qui siamo di fronte a qualcosa che al momento è manchevole e che vedrà la sua conclusione nel corso di questo terzo anno. Se dovessimo giudicare la direzione presa dalla saga ed il rilascio di contenuti in stagioni sicuramente ci sono gli estremi per riporre fiducia in Bungie, poiché durante l’anno 2 Bungie ha dimostrato che la suddivisione in stagioni dei contenuti è un aspetto che il team sa come gestire. Tuttavia il giudizio sulla proposta di Ombre dal Passato allo stato attuale dell’arte è penalizzata non tanto dalla mancanza di completezza nella campagna (che già sappiamo che sarà diluita nel tempo) o ad una ridistribuzione dei contenuti nel tempo, quanto dal riciclo di elementi provenienti addirittura dal primo Destiny e da una costruzione della narrazione che lascia un po’ a desiderare e che sfigura se accostata a quanto fatto in anno 1 e 2.
PRO
- La struttura a stagioni è capace di mantenere la community viva sul gioco
- Ambientazione ispirata ed atmosfera suggestiva
- I fan gradiranno il ritorno sulla Luna…
CONTRO
- … molto meno il riciclo degli asset
- Narrazione frammentata e incompleta
- I contenuti arriveranno, ma al momento non ci sono
Versione testata: PlayStation 4 Pro
Disponibile su: PlayStation 4, Xbox One, PC, Google Stadia (dal 15 novembre)