A distanza di ben sei mesi dall’uscita di Dark Souls 3, la prima espansione dedicata al titolo firmato Hidetaka Miyazaki è finalmente arrivato, Ashes of Ariandel porta con se diverse novità ed una nuova zona completamente esplorabile piena di insidie e nemici temibili. Sarà sufficiente a giustificare la spesa? Scopriamolo nella nostra recensione!
Nel blu dipinto di blu
Che Dark Souls 3 fosse uno dei giochi più importanti dell’anno era ben chiaro sin dalla sua uscita e i risultati portati a casa dal terzo capitolo dell’ormai celebre saga firmata Hidetaka Myiazaki ne è la prova più tangibile. Sicuramente uno dei titoli in lizza per il tanto ambito “Game of The Year”, Dark Souls 3 ha subito creato l’aspettativa di un roseo futuro fatto di espansioni e novità pianificando ben 3 DLC da rilasciare nel prossimo futuro. Ashes of Ariandel non è che il primo e si introduce silenzioso nel mondo di gioco, entra senza disturbare mettendosi in un angolino, in attesa di essere giocato. Per accedere ad Ashes of Ariandel bisogna aver sbloccato la Cattedrale delle Profondità sebbene sia consigliata l’esplorazione delle profondità del castello di Lothric prima di avventurarsi nella nuova espansione, una giusta misura cautelare al fronte dell’entità dei nemici presenti nella nuova zona. Un NPC ci introdurrà dunque, dopo un breve dialogo, in quello che viene definito Il mondo Dipinto di Ariandel, un chiaro riferimento al mondo dipinto presente nel primo capitolo della saga. Il mondo dipinto di Ariandel si rivela una zona enorme fatta di foreste e castelli, piena zeppa di nemici temibili dietro ogni angolo. La maestosità con la quale si presenta la nuova zona fa subot ben sperare sebbene la versione console del titolo sia messa a dura prova dalle nevicate improvvise che imperversano continuamente, andando ad azzoppare quel frame-rate già tentennante nella versione originale del titolo. Ashes of Ariandel spezza il ritmo con il quale il titolo si è imposto originariamente, proponendo una zona quasi arida, priva di un appeal degno di nota se non per il castello finale raggiungibile dopo una lunga scalata. Le note dolenti in arrivo con Ashes of Ariandel purtroppo non sono poche, l’espansione non propone infatti i contenuti che hanno caratterizzato le espansioni dei titoli precedenti e la sterilità generale del lavoro svolto dai ragazzi di From Software sembra voler evidenziare la stanchezza di una serie che ha già dato tutto. La totale assenza di un miglioramento grafico combinata con i già presenti problemi tecnici del titolo vanno a creare un’esperienza di gioco a tratti pesante che si ripercuote inevitabilmente sul giudizio di una prima espansione che sembra non decollare in termini di qualità. I nuovi set di armature ed armi non giustificano minimamente il costo dell’espansione e vengono disposti in modo anonimo e poco curato in un mondo di gioco morente che cerca di scimmiottare senza grandi risultati il mondo dipinto del primo Dark Souls. La vastità del Mondo Dipinto di Ariandel denota però una certa profondità in termini di level design che viene però spesso minato da un concept già visto di scorciatoie poco sensate e sub-livelli assolutamente inutili. Insomma, una nuova zona da esplorare che purtroppo non riesce a cancellare l’immagine di Eleum Loyce dalla nostra mente. I due boss presenti nell’espansione, uno facoltativo mentre l’altro obbligatorio, offrono due boss-fight interessanti. Il boss finale dell’espansione, ovvero l’unico boss obbligatorio presente nella zona, offre un combattimento strutturato in tre fasi davvero interessante che alza enormemente il livello di difficoltà generale di un’espansione troppo sopita.
I see flame, Flame, flickering, once again.
I contenuti disponibili all’interno di Ashes of Ariandel sembrano essere davvero pochi e l’intera esperienza di gioco non è stata degna di nota, sopratutto se confrontata a Dark Souls 3 con i suoi mondi e la sua profondità. Ashes of Ariandel prende dunque il posto di secondo incomodo ma aggiunge una novità molto interessante che riguarda il PvP del titolo. Proprio come nel primo capitolo della saga, Ashes of Ariandel va ad aggiungere un sistema di matchmaking dedicato agli scontri tra giocatori e propone una nuova arena nella quale prendersi a mazzate seguendo diverse tipologie di combattimento, dal più classico scontro uno contro uno agli scontri di squadra. Fermo restando che la novità è più che ben accetta, una funzionalità del genere dovrebbe essere presente sin dal rilascio del titolo in quanto va ad influenzare un’aspetto base del gioco, inserirlo come contenuto a pagamento limita l’esperienza di gioco anche per coloro che non hanno intenzione di acquistare Ashes of Ariandel, una scelta criticabile che però non intacca il valore aggiunto delle nuove funzionalità PvP. Da un punto di vista più tecnico Ashes of Ariandel mostra difficoltà in più di un occasione, con crolli imbarazzanti del frame-rate che arriva anche a 10FPS nei momenti più critici e una realizzazione tecnica complessiva poco curata che mette ancor più in evidenza una resa grafica carente che non rispetta gli standard di questa generazione di console. Un triste risvolto per quello che avrebbe dovuto essere il DLC d’apertura di uno dei titoli più importanti dell’anno. La longevità dell’espansione si assesta sulle 4-5 ore per coloro che amano esplorare mentre risulta molto meno longevo nel caso in cui si decida di affrontare il boss a testa bassa limitandosi ad attraversare il mondo dipinto di ariandel, sebbene una pigrizia complessiva in termini di level design imponga spesso dei giri inutili atti ad aprire scorciatoie altrettanto inutili. Ashes of Ariandel non rispetta dunque i canoni tipici di un DLC di Dark Souls, andando a posizionarsi sicuramente tra i peggiori.
PRO:
- Bossfights sempre impegnative
- La nuova zona è molto vasta
- Il matchmaking da finalmente senso al PvP
CONTRO:
- Poco Longevo
- Level Design non ai livelli di Dark Souls
- Ambientazione poco ispirata
- Problemi tecnici molto evidenti