La francesissima Fractal Box lancia la sua prima opera videoludica; Cubikolor, un coloratissimo puzzle game che impegna le menti più acute con enigmi basati su posizionamento e prospettiva, vediamolo nella nostra recensione.
Rubikolor
Il mondo dei puzzle game è da sempre uno degli ambienti più stimolanti, sia per gli sviluppatori che per i giocatori. Fractal Box, una software house indipendente, esperta nel campo del Design, ha deciso di tentare il grande salto proprio con un puzzle game. Dagli enigmi aritmetici a quelli logici, il mondo dei puzzle game riesce a spaziare nella mente del giocatore richiedendo un’elasticità mentale che poi altri generi riescono a tirar fuori. Siamo di fronte ad un titolo che trae forte ispirazione dai rompicapo più celebri, non per forza legati ai videogiochi, come il cubo di Rubik, data la conformazione dell’intero titolo. Cubikolor va infatti a coinvolgere diverse meccaniche legate non solo ai colori ma anche alla posizione, rendendo l’esperienza di gioco molto più interattiva di quanto ci si possa aspettare in un puzzle game.
Fractal Box ha deciso di dare al titolo un tocco tecnologico, definendo il piccolo comparto artistico di Cubikolor in un mondo digitale, cercando di dare una parvenza di trama in un titolo che effettivamente non ne ha bisogno. Il protagonista del titolo è infatti un cubo con un colore per ogni faccia e il suo scopo è superare i diversi livelli che lo separano dalla valutazione finale al fine di diventare un vero programma. Il mondo di Cubikolor è dunque ambientato in un universo metafisico totalmente digitalizzato, un buon espediente per gettare le basi di un puzzle game che fa della logica e del calcolo i suoi pilastri portanti. L’inserimento di alcune cutscene che mostrano il progresso del giocatore nei vari livelli di gioco conferisce inoltre un senso di progressione molto piacevole e che spesso introduce nuove meccaniche che rendono i livelli successivi più impegnativi.
Il setting tridimensionale ricorda molto quello dello storico Kula World, fermo restando che si tratta di un titolo totalmente diverso, eppure, le somiglianze tra le prospettive utilizzate ci sono e le somiglianze tra la palla e il cubo delineano un chiaro riferimento a quello che è stato uno dei puzzle game più famosi dell’epoca della prima Playstation.
The Cube is a Lie
Cubikolor è sicuramente un’esperienza stimolante per tutte le menti e, grazie alla sua semplicità ed intuitività, riesce a coinvolgere sin dai primi momenti, alzando, man mano che si avanza, l’asticella della difficoltà, fino ad arrivare a livelli veramente impegnativi nei quali bisogna calcolare ogni minimo movimento.
Il titolo si struttura in 150 diversi livelli, suddivisi in gruppi da 10 in ordine di difficoltà che vanno alla lettera A, la più facile, alla lettera O. Ogni capitolo è dunque formato da dieci livelli, completati i quali è possibile accedere al capitolo successivo che introduce sempre una nuova meccanica, alzando così la curva di difficoltà di un titolo che si presenta come semplice ed elementare ma che può diventare estremamente complesso, sopratutto negli ultimi capitoli. Le meccaniche introdotte alla fine di ogni capitolo spaziano in dimensioni e concetti, dalla conformazione degli stage su più livelli ad un limite di tempo o di mosse disponibili. Le meccaniche più complesse riguardano invece il nostro cubo e i colori che lo compongono, sarà necessario posizionare il cubo in modo da far combaciare un colore con lo spazio di gioco per andare avanti, è di conseguenza richiesto un gran senso della prospettiva per poter muovere il cubo in maniera corretta, anche se è sempre possibile tornare indietro con il comando di rewind, a discapito però della valutazione finale presente a fine livello che assegna al giocatore una medaglia basata sul tempo di risoluzione del puzzle e gli aiuti utilizzati.
I 150 Livelli di Cubikolor sono inoltre rigiocabili in modalità Hardcore, che propone gli stessi livelli con una maggiore difficoltà e limiti particolari al fine di ottenere una speciale medaglia rossa, superiore a quella d’oro.
Dal punto di vista tecnico c’è ben poco da dire, il titolo è sviluppato in Unity e propone uno stile grafico tridimensionale senza particolari cenni artistici, il titolo si pone infatti in modo molto “freddo”, ma il genere di appartenenza concede tali privilegi ad un titolo che ha l’unico compito di divertire e stimolare le menti.
In definitiva, Cubikolor è un puzzle game molto stimolante che mette alla prova le menti più capaci ma che non dimentica di condurre pian piano anche quei giocatori meno avvezzi al genere, un titolo che spazia tra dimensioni e prospettive che nei sui 150 livelli non manca di impegnare e divertire, grazie anche alla sua notevole longevità.
PRO:
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Curva di difficoltà eccellente
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150 Livelli con meccaniche intuitive ed innovative
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Difficile al punto giusto
CONTRO:
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Assenza di una leaderboard
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Poche modalità