A distanza di ben 5 anni dal suo primo reveal ufficiale, Crackdown 3 è finalmente in d’arrivo. Sviluppato da Sumo Digital e Elbow Rocket, il titolo arriverà su Xbox One e PC il 15 febbraio come titolo Xbox Play Anywhere sia stand-alone che disponibile su Xbox Game Pass. Dopo nove anni siamo dunque tornati a vestire i panni del super agente dell’Agenzia impegnato in una dura ed impietosa lotta contro il crimine.
Mi piace l’odore del napalm al mattino
Crackdown 3 è stato uno dei titoli dallo sviluppo più controverso degli ultimi anni. Annunciato durante l’E3 2014 è completamente sparito dai radar fino a ricomparire magicamente poco dopo la cancellazione di Scalebound. Quello di Crackdown 3 nasce come un progetto molto ambizioso, quasi pioneristico, nell’ambito del cloud gaming. Il titolo era infatti pensato per mostrare al mondo i vantaggi del cloud computing all’interno di ambienti ad alta distruttibilità, promettendo un sandbox incredibilmente dinamico e divertente, sfruttando così l’occasione per rilanciare il brand di Crackdown in standby dal 2010. Crackdown è stato un franchise interessante, molto divertente, quasi rivoluzionario, nel suo primo capitolo e soltanto discreto nel secondo episodio. Un brand facilmente dimenticabile per molti ma che ha segnato, in positivo e con occhio sempre avanguardistico un futuro fatto di sandbox open world sulla scia di Just Cause che è riuscito, sebbene in altre forme, a catturare l’attenzione del pubblico. In più occasioni abbiamo avuto modo di mettere le mani sulle varie build di Crackdown 3 presentate nel corso delle varie fiere e, puntualmente, ne siamo usciti profondamente dubbiosi. Dubbi, peraltro, confermati da
Non basta il mitico Terry Crews per risollevare le sorti di un titolo difficile come Crackdown 3.
continui rinvii che hanno fatto slittare l’uscita del gioco per più di un anno. Approcciarsi a Crackdown 3 con mente fresca e critica non è dunque cosa semplice in quanto, sin dai primissimi momenti di gioco, la consapevolezza di avere tra le mani un titolo parziale, frutto di uno sviluppo difficoltoso e controverso, si fa strada man mano che procediamo nella pulizia di New Providence, la città proposta nel titolo.
Insomma, non basta il mitico Terry Crews per risollevare le sorti di un titolo difficile come Crackdown 3, a dimostrarlo vi è il disastro compiuto in fase di scrittura dei personaggi, della sceneggiatura e della storia di un titolo che, pur dovendo investire su altri livelli di produzione, non può cancellare con un colpo di pezza tutto quello che rende un videogioco un’esperienza da vivere. Non ci siamo avvicinati a Crackdown 3 nella speranza di trovare la storia del secolo, sappiamo benissimo che l’obiettivo del titolo è quello di divertire facendo leva sul caos e sull’azione frenetica ma non ci aspettavamo di trovare una situazione come quella proposta in Crackdown 3. L’incipit del titolo, quasi promettente, ci mette nei panni di un’agente dell’agenzia a nostra scelta a bordo di una navetta diretta verso New Providence quando, poco prima dell’arrivo, l’intero equipaggio viene spazzato via da una non ben precisata ondata magnetica. A questo punto verremo resuscitati e mandati in città con un solo compito, sbaragliare Terranova e liberare New Providence dalla piaga di Elizabeth Niemand, spietato CEO della corporazione che ha preso in mano la città. Detto questo, l’intera esperienza di gioco di Crackdown 3 si traduce nell’eliminazione dei vari mini-boss che gestiscono diverse aree della città, stanandoli a colpi di attività secondarie che, in ogni caso, prevede la distruzione di qualcosa.
Tutto qui?
La piattezza espressa in termini di storyline va dunque ad impattare anche sul game design che si presenta come estremamente ripetitivo, non riuscendo a ritmare l’esperienza di gioco e lasciando il giocatore libero di inseguire i “puntini” al fine di eliminare i boss ed arrivare ai titoli di coda. La struttura portante del titolo non cambia di una virgola rispetto ai precedenti capitoli, il giocatore è completamente libero di esplorare la città andando a potenziare il proprio personaggio in base allo stile di gioco ed alle armi utilizzate per eliminare i nemici. L’esplorazione, fortemente incentivata dalle sfere agilità presenti in tutta la mappa, ci permette di conoscere meglio New Providence ed allo stesso tempo di diventare più agili, scattanti e veloci. La crescita del personaggio è sempre tangibile, il nostro avatar diventerà sempre più forte fino a diventare inarrestabile. Scegliendo di eliminare i nemici a suon di pugni o lanciando oggetti, incrementeremo la nostra forza, passando dal sollevamento di oggetti relativamente leggeri alla possibilità di sollevare anche mezzi pesanti
Ci siamo divertiti parecchio nel distruggere i nostri nemici con qualsiasi mezzo possibile.
e di sferrare pugni potentissimi. Una, piccola ma importante, nota positiva all’interno di un modello di gioco ormai stantio, fuori dai canoni del videogioco moderno che non riesce a legare a dovere le sue componenti al fine di offrire un’esperienza di gioco al passo con i tempi. Anche il nostro arsenale non sarà propriamente variegato ma ci permetterà di scegliere fino a tre armi da utilizzare contemporaneamente in base alle situazioni in cui ci troviamo. Anche la scalata, ancora una volta invariata, dei vari grattacieli costituisce un elemento ludico non indifferente in Crackdown 3, spingendo il giocatore a raggiungere vette sempre più alte sfruttando l’ambiente circostante al fine di potenziare sempre di più il proprio personaggio. New Providence è una mappa relativamente piccola, non ci vorrà molto ad attraversare la città da capo a capo e, in ogni caso, è sempre disponibile il viaggio rapido per viaggiare tra i punti di riferimento sbloccati in precedenza. Crackdown 3 si traduce dunque in un’esperienza di gioco limitata, ripetitiva e poco incentivante, almeno da questo punto di vista. A salvare il titolo vi sono il sistema di combattimento ed il divertimento che ne deriva. Nelle fasi più avanzate del gioco, quelle in cui il nostro personaggio è davvero potente, ci siamo divertiti parecchio nel distruggere i nostri nemici con qualsiasi mezzo possibile in un marasma caotico di esplosioni, pugni e spari. Una valvola di sfogo che si allontana dal concetto di videogioco ma che riesce comunque ad intrattenere in quella manciata di ore, meno di una decina, necessarie per sconfiggere il boss finale.
Cloud si, cloud no
La ciliegina sulla torta di una produzione fino a questo punto poco più che mediocre è un comparto tecnico completamente da dimenticare. Abbiamo provato Crackdown 3 su PC sparando tutte le impostazioni grafiche su Ultra in una risoluzione a 4K. Pur mantenendo costantemente i 60FPS, la presenza di alcuni micro-stuttering hanno minato l’esperienza di gioco, piccoli errori risolvibili giocando con le impostazioni grafiche. Crackdown 3 si presenta stabile, fluido e molto veloce, il problema arriva analizzando il dettaglio della resa grafica, gli effetti di luci, le esplosioni ed i modelli poligonali. Il risultato è un gioco appartenente alla scorsa generazione, nulla di più, nulla di meno. Anche il taglio artistico futuristico si presenta spoglio, banale
Tanti buoni propositi che non trovano concretezza in un prodotto complessivamente al di sotto degli standard.
, fatto di luci al neon e poco più al fronte di una distruttibilità ambientale praticamente assente. Potremo infatti distruggere veicoli, lampioni e tantissimi elementi minori ma non potremo mai e poi mai scalfire un palazzo, come mostrato nei gameplay di qualche anno fa. Un passo indietro importante che scopre il velo di una produzione ancora una volta difficoltosa in quanto un’ambiente completamente distruttibile avrebbe messo una pezza su una realizzazione tecnica disastrosa. La distruttibilità totale è stata invece promessa per la modalità Wrecking Zone, non disponibile nella build consegnata per la recensione e della quale parleremo più avanti. Inconcepibile inoltre il frame bloccato a 30FPS durante le sessioni cooperative perché si, Crackdown 3 è giocabile interamente con un amico al prezzo, misterioso, di rinunciare alla fluidità a favore di un frame-rate bloccato a 30FPS che però rischia di rallentare vertiginosamente l’azione, togliendo uno dei pochi aspetti positivi del titolo ovvero il suo gameplay. In conclusione, Crackdown 3 è un titolo ancora insufficiente, tante buone idee e tanti buoni propositi che non trovano concretezza in un prodotto complessivamente al di sotto degli standard. Non siamo stati convinti dalla prova di Crackdown 3, c’è un margine di miglioramento ma difficilmente il titolo riuscirà mai a raggiungere vette particolarmente elevate. Non ci resta che sperare in una rinascita del brand in un eventuale capitolo successivo, magari non minato da problemi di produzione e sviluppo, concretizzando l’esperienza di gioco e rinnovando veramente un titolo che, ormai, appartiene ad un’altra epoca.
PRO:
- Terry Crews
- Esplosioni
- Caos
- Co-op a 2 giocatori..
CONTRO:
- …bloccata a 30FPS
- Graficamente inguardabile
- Personaggi anonimi
- Trama inesistente
- Ripetitivo e piatto
- Longevità minima per un sandbox open world
Voto Finale: 5
Versione provata: Windows 10
Versioni disponibili: Windows 10, Xbox One, Xbox Game Pass.