Sempre più media stanno affrontando in modo concreto un tema tanto delicato quanto importante come quello del bullismo. Film come Wonder o serie TV come 13 Reasons Why hanno raccontato il tema portandolo all’attenzione del grande pubblico, in maniera più o meno efficace, ma comunque contribuendo a generare il dovuto dibattito su un fenomeno sempre più diffuso e allarmante. Sul banco degli imputati sono spesso finiti anche i videogames, il più delle volte accusati di portare i più giovani alla violenza e d’istigare lo scherno e l’insulto. Un dibattito infinito che ha portato sempre più appassionati a chiedere maggiore analisi e approfondimento ai media, senza limitarsi alle apparenze. Concrete Genie è un esempio perfetto di come anche i videogame possano dare un messaggio forte e chiaro contro il bullismo, senza scadere per forza nella banalità e nel luogo comune. La creatura di Pixelopus, realizzata in esclusiva per PlayStation 4, ci porta a vestire i panni di un ragazzo di nome Ash, un adolescente come tanti altri dotato di una spiccata dote artistica e da una fantasia sconfinata, cosa che lo ha portato a essere preso di mira da alcuni bulli. Vagamente ispirato a Jet Set Radio, titolo uscito nell’ormai lontano 2000 per DreamCast, dove un gruppo di writer tappezzavano la città di graffiti sfrecciando sui loro pattini, Concrete Genie propone una formula originale di gameplay basato sulla pittura, mescolando perciò sezioni action-adventure ad alcuni momenti in cui ci trasformeremo in dei provetti artisti per dar vita, in senso letterale, alle nostre creazioni più folli e bizzarre.
Il “genio” della pittura
La storia si apre con Ash, il protagonista del gioco, intento a scarabocchiare alcune strane creature sul proprio taccuino. Una lettera scritta dai genitori lo raccomanda di tenersi lontano da Denska, città portuale nonché luogo d’infanzia del giovane protagonista, ormai ridotta a una manciata di edifici caracollanti completamente abbandonati che si ergono fra vicoli altrettanto desolati. Ash, però, non sembra molto intenzionato a dare ascolto al loro avvertimento e infatti è proprio in Denska che il giovane artista ha trovato la sua città musa, fonte d’ispirazione per le proprie creazioni. Fin qui tutto bene, non fosse che, ad aver avuto la stessa brillante idea, ci siano anche un gruppo di ragazzini poco inclini alle buone maniere. Non passerà molto tempo, infatti, prima che il branco di bulletti incominci a stuzzicare il povero Ash, rubandogli il taccuino prima e strappando le pagine contenenti gli schizzi poi, lasciando le stesse in balia dell’incontrollabile brezza marina. Cercando di rimettere assieme il proprio quaderno, Ash farà una sconvolgente scoperta all’interno del Faro che si erge nel promontorio della città: i mostri, chiamati “Geni” che aveva disegnato precedentemente sui suoi fogli hanno preso inspiegabilmente vita. Queste simpatiche quanto bizzarre creature chiederanno aiuto al proprio disegnatore per ripulire la città da una strana sostanza oscura, che si è diffusa a macchia d’olio privandola del suo splendore. Starà quindi al nostro impavido artista dare nuova luce e colore alla città grazie ai propri dipinti, aiutato dai suoi fidi compagni Geni e stando attento a non finire tra le grinfie dei bulli.
Per fare una grande parete, ci vuole un grande controller
Concrete Genie si presenta quindi come una combinazione fra un action-adventure in salsa platform, con qualche enigma che richiederà la collaborazione con alcuni Geni specifici, e un sandbox dedicato alla realizzazione di speciali graffiti in grado di prendere vita. Fortunatamente, non è richiesto essere dei maestri del disegno, basta infatti un po’ d’ingegno e una buona dose di fantasia per divertirsi e dar forma così ai nostri “capolavori”. Il sistema di pittura tramite il sensore di movimento del Dualshock è semplice quanto intuitivo, basterà infatti spostare l’indicatore tenendo premuto il grilletto R2 per dar forma e colore al nostro soggetto, pescando fra una serie di elementi naturali e decorativi preconfezionati. Stesso discorsi per i geni, personalizzabili sia nelle conformità che nell’aspetto, aggiungendo dettagli e particolari sbloccati in precedenza raccogliendo le pagine svolazzanti in giro per Denska. Le mura diverranno quindi la nostra tela sul quale dipingere in totale libertà ciuffi d’erba, alberi, stelle, pianeti, farfalle o focolai. Il disegno sarà pienamente libero, anche se talvolta i Geni potranno esprimere le proprie preferenze che, se assecondate, verranno adeguatamente ricompensati con una carica di super vernice, utile a spazzare via la materia oscura dalle mura di Denska. Più semplici e lineari invece le fasi action, una versione semplificata di alcuni “fratelli grandi” come Uncharted e Tomb Raider, che comunque riesce a fare il suo dovere.
Ciò che colpisce maggiormente di Concrete Genie, però, è certamente il suo essere un’opera d’impatto a livello visivo, capace di mescolare uno stile d’animazione simil stop-motion, che ricorda a grandi linee le opere di Henry Selick, famoso per aver diretto pellicole del calibro di Coraline e Nightmare Before Christmas, a una veste grafica fumettosa a là Life Is Strange. I fluorescenti disegni che creeremo nel corso della nostra avventura, opposti al freddo grigiore della città portuale, creano un contrasto magico che saprà stregarvi lasciandovi fin da subito a bocca aperta. Per alcuni filmati d’intermezzo, è stata invece adottato uno stile d’animazione 2D più classico ma altrettanto delizioso, che ben si sposa con il resto del gioco. A tutto ciò si unisce un ottimo comparto audio, caratterizzato da una colonna sonora toccante e da un eccellente doppiaggio in italiano.
Dovendo tirare le somme, Concrete Genie è certamente un gioco interessante, che ha nel suo stile e nella sua capacità di toccare l’animo nel profondo il suo punto di forza, peccando però di longevità e di senso vero e puro di sfida. Raggiungere i titoli di coda è sicuramente un’esperienza appagante, ma che richiede davvero troppi pochi sforzi, anche per i giocatori più inesperti. Nemmeno la modalità esclusiva per VR aggiunge troppo all’economia complessiva del gioco, imitandosi a un singolo scenario in 3D ambientato in una sorta di giardinetto zen da tappezzare a nostro piacimento attraverso il movimento dei Move. Difetti per i quali non ci sentiamo comunque di penalizzare troppo il titolo di Pixelopus che, visto anche il prezzo relativamente accessibile di 29,99€, rimane in ogni caso un’esperienza da provare assolutamente.
Pro:
- Pitturare col Dualshock non è affatto male
- Stilisticamente superbo
- Storia toccante e coinvolgente
- Ottima localizzazione e doppiaggio in italiano
Contro:
- Piuttosto breve e lineare
- La modalità esclusiva per VR è poca roba
Playlist:
Pennellen – Gli Atroci // Colors – Beck // Paint it Black – The Rolling Stones