Direttamente dall’antica Persia, Uppercut Games, già conosciuta per titoli come EPOCH e Submerged, torna alla ribalta con City of Brass, un rogue-like in prima persona dalle meccaniche molto particolari, scopriamolo insieme.
Sciabole e turbanti
City of Brass arriva alla sua forma finale dopo il rilascio in early-access avvenuto lo scorso Settembre 2017. Il titolo dalle forti tonalità persiane può vantare diversi nomi importanti nel suo dietro le quinte, nomi provenienti da produzioni come Bioshock e Dishonored. Nonostante le figure sicuramente autorevoli dietro allo sviluppo di City of Brass, il titolo prende una strada completamente diversa rispetto ai titoli sopra-citati, mantenendo però alcuni elementi di gameplay chiaramente ispirati ai due famosi titoli che vanno ad intaccare, in modo positivo, il sistema di movimenti e controllo del nostro personaggio ed alcune interazioni ambientali. City of Brass è un titolo che non si preoccupa di raccontare una storia e, sebbene sia comunque fornita una parvenza di lore, il titolo, pad alla mano, ci farà dimenticare qualsiasi vicenda narrativa richiedendo una concentrazione totale nei confronti del gameplay. In City of Brass vestiremo infatti i panni di un ladro intento a mettere le mani su di un tesoro leggendario posto all’interno di una città maledetta, i tredici livelli che ci separano dal suddetto tesoro non saranno però facili da superare e, tra boss-fights, nemici di vario genere e minacce ambientali, difficilmente ci ricorderemo del tesoro una volta immersi nei livelli di City of Brass. La componente procedurale del titolo, legata a doppio filo con lo scorrere dei livelli, sminuisce un po’ quello che sarebbe stato altrimenti un level design molto interessante ma, a differenza di quanto si possa credere, l’algoritmo che gestisce la generazione dei livelli non intacca l’ambientazione generale ma va ad intervenire soltanto su alcuni elementi, lasciando il resto ricorrente in modo da favorire la curva di difficoltà. City of Brass, come ogni rogue-like, è un titolo basato sulla ripetizione e la capacità del giocatore di imparare dai propri errori, ponendo sempre gli stessi ostacoli da superare che, man mano che si procede tra i livelli, diventano sempre più difficili. Da questo punto di vista City of Brass riesce benissimo a mantenere acceso l’interesse e la voglia di migliorarsi, non soltanto perché comunque il giocatore viene ricompensato dopo ogni morte grazie ad un sistema di leveling che garantisce dei bonus nelle partite successive ma anche e soprattutto per la natura del gameplay fortemente legata al concetto di skill.
40 Ladroni
City of Brass riesce ad ammaliarci accompagnando alle sue ambientazioni persiane un gameplay di base davvero accattivante. Durante le prime partite il giocatore avrà certamente difficoltà nel districarsi tra le varie insidie poste sul suo cammino ma in men che non si dica riusciremo a padroneggiare tutti gli strumenti a nostra disposizione in modo da superare i livelli sempre più rapidamente e con meno difficoltà. Sciabola e frusta costituiscono due degli strumenti più utili e, in particolare la frusta, ci permettono di interagire con l’ambiente circostante e di combattere i numerosi nemici sul nostro cammino. Il sistema di combattimento, fortemente incentrato sull’alternarsi delle due armi, spinge il giocatore a sbizzarrirsi sfruttando l’ambiente circostante a proprio favore. La frusta ci permette infatti di stordire i nemici a distanza con diversi effetti in base alla zona colpita ma ci permette anche di tirare verso di noi oggetti e nemici andando a costituire uno strumento davvero versatile e creativo. Potremmo attirare un nemico verso una trappola eliminandolo all’istante o prendere un vaso esplosivo e lanciarlo sui nemici senza sporcarci le mani. Le possibilità sono davvero tante considerata anche quella di spintonare i nemici sia per liberarci e garantirci un momento di respiro sia per spingerli verso trappole o burroni. City of Brass abbraccia dunque un concetto molto creativo ed applica al suo sistema di combattimento la necessità di sangue freddo e conoscenza delle possibilità da parte del giocatore. Man mano che moriremo e ricominceremo sarà infatti sempre più facile districarsi tra i livelli, non soltanto perché conosceremo le minacce che ci attendono ma soprattutto perché riusciremo a sfruttare sempre meglio gli strumenti a nostra disposizione.
Durante le nostre avventure incontreremo, diverse volte per livello, un genio che, da buon venditore, ci proporrà diversi miglioramenti e bonus in cambio di oro raccoglibile nei livelli. Tali miglioramenti possono influenzare le resistenze del nostro personaggio o possono sostituire le nostre armi con qualcosa di più potente o ancora possono semplicemente costituire un’assicurazione in caso di morte. Le possibilità sono veramente tante e City of Brass sembra voler spingere sulla leva non tanto della casualità quanto della varietà proponendo un’esperienza di gioco sempre diversa ma mantenendo dei punti cardine in modo da non lasciare il giocatore disorientato. Un ottimo bilanciamento dunque di elementi casuali, ripetizione e senso di progressione rendono City of Brass un titolo piacevolmente equilibrato e con quel tocco di frustrazione che ci piace tanto. Abbiamo apprezzato City of Brass perché non si verticalizza sul progresso e sul loot ma riesce a farsi strada tra i nervi saldi del giocatore richiedendo fortuna, skill e conoscenza degli ambienti in quella che si rivelerà una sfida tanto interessante quando difficile. City of Brass punisce duramente il giocatore, soprattutto durante le prime fasi di gioco ma lo fa in modo costruttivo. Il titolo non mette mai il giocatore con le spalle al muro ed offre sempre una scappatoia, il punto è riuscire ad individuarla.
Le bellezze persiane
City of Brass non fa certamente del comparto grafico il suo punto di forza, il taglio artistico chiaramente ispirato all’antica persia si rivela tuttavia piacevole da esplorare e, a dispetto dei clichè presenti in gioco, le ambientazioni si presentano in modo piacevole ed accessibile. Nessuna meraviglia tecnica, nessuna rivoluzione grafica ma il giusto e necessario per rendere l’esperienza di gioco interessante e scorrevole. Abbiamo provato City of Brass sia su Playstation 4 che su PC ed in entrambi i casi non abbiamo notato sbavature tecniche con un frame-rate bloccato sui 30 per la prima ed ampiamente sopra i 60 sulla seconda. Chiaramente l’esperienza PC ne esce vincitrice in quanto riesce a proporre una vasta gamma di possibilità grazie ai 60FPS ma anche su PS4, dato il ritmo ben cadenziato dell’azione, non abbiamo avuto particolari problemi. Al di là dei tecnicismi, City of Brass riesce a soddisfarci mantenendosi sugli standard grafici e tecnici senza particolari colpi di testa. Il taglio artistico invece riesce a comunicare qualcosa di più interessante e lo fa grazie ad una vasta gamma di ambientazioni che, pur generate proceduralmente, restano fedeli alla progressione del gioco. Per quanto riguarda il game design possiamo invece snocciolare qualche altro complimento nei confronti del titolo di Uppercut Games, tanta varietà non soltanto in termini di armi ed oggetti ma anche in termini di nemici, tutti con proprietà diverse, resistenze ed attacchi diversi, riuscendo a mescolarsi benissimo con le ambientazioni di gioco ed il ritmo della progressione tra i livelli. City of Brass riesce dunque a proporre un rogue-like capace di tenerci incollati, proponendo un titolo bilanciato ed accattivante, sarebbe bello in futuro vedere una componente cooperativa applicata al titolo ma al momento è possibile affrontarlo soltanto in single player, la speranza però è l’ultima a morire.
PRO:
- Bilanciato e divertente
- Profondamente skill-based
- Grande varietà di loot e nemici
CONTRO:
- Generazione procedurale dei livelli che intacca il level design
- Può risultare frustrante in certi casi
Voto: 7.5