I ragazzi polacchi di 11 Bit Studios e la casa sviluppatrice Dead Mage (già autori di This War of Mine e Frostpunk) ci deliziano di nuovo con un “piccolo” action RPG narrativo che somiglia vagamente a Diablo, tolto alcune dinamiche e approcci decisamente diversi. Children of Morta è tutto questo e anche di più, e non mette certo a suo agio il giocatore occasionale con scale di livelli o altro. Funzionerà?
Il monte Morta
La storia è quella di una famiglia in cui il giocatore si trova a vestire i panni di tutti i membri, o quasi tutti: quella dei guardiani del monte Morta. In quanto leggendari eroi e custodi da generazioni, i familiari si trovano ad affrontare una pestilenza chiamata Corruzione e che sta invadendo progressivamente foreste, templi, sotterranei cambiandone completamente l’aspetto. Il nostro compito è ovviamente di indagare sulla sua provenienza e, dove possibile, cercare di fermarla. La storia però in questo gioco, al di là di meccaniche e approcci action, è sempre l’epicentro dell’intero titolo: mano a mano che il tempo scorre e la storia procede la famiglia si evolve, con i suoi rapporti, scontri od unioni. La casa della famiglia Bergson è il nostro rifugio e ingresso a tutti i punti vitali del mondo di gioco, grazie ad una tecnologia di portali. Una volta partiti in missione è lì che poi torneremo, per sondare le interazioni tra membri, indagare, potenziarci e accogliere tutti quelli che all’inizio non fanno parte della casata.
Family First
Le missioni in Children of Morta hanno sempre inizio dalla casa, che oltre ad hub per le missioni e i progressi è anche un campo alla Dragon Age con cui interagire coi membri tramite brevi intermezzi, dove potrebbero spuntare fuori vite private e rapporti personali. Partiamo all’inizio con una coppia sposata con figli, la nonna e lo zio, ovviamente tutti con pareri e caratteri diversi ed ad ogni nostro ritorno la storia si evolverà per andare a creare un affresco familiare appassionante e più vicino ad una storia raccontata che ad un sipario che cala tra una missione e l’altra. I Bergson parlano a tavola, sia della Corruzione che del carattere del figlio, che delle aspettative per il nuovo nato, il tutto diviso in tre atti che si arricchiranno mano a mano di nuovi membri, andando ad introdurre storie secondarie e complicando le trame. La trama potrà quindi apparire scontata, ma è il modo in cui viene raccontata a renderla piacevole al punto da affezzionarsi a questi omini con i loro piccoli, grandi problemi.
Children of Morta è anche un RPG d’azione dove impersoneremo uno tra sei personaggi giocabili per sondare grossi dungeon, uccidendo mostri fino ad arrivare al boss di turno. All’incirca ci sono nove dungeon più uno sbloccabile, ma la generazione procedurale li rende unici ad ogni partita. Avremo a disposizione personaggi che rientrano al pieno nel canone fantasy, potendo scegliere tra un guerriero, un arciere, un mago, un monaco e un altro paio di “stereotipi”, ognuno con il suo albero delle abilità, punti di forza e debolezza. Farli salire di livello è fondamentale per sfruttare alcune abilità speciali passive che sono parte della famiglia: una volta sbloccate i loro effetti saranno sempre attivi anche sugli altri personaggi. Accumulare i px necessari all’operazione non è affatto un problema fortunatamente, ma l’avventura non spinge la levetta troppo in alto e ci permette di far crescere in fretta personaggi di basso livello per metterli al pari con gli altri, usando anche tatticamente un sistema di “affaticamento” che obbliga i personaggi ad un ricambio tra un dungeon e l’altro.
Oltre al già menzionato albero delle abilità che permette di sbloccare attacchi speciali e miglioramenti di caratteristiche, un’altra particolarità è che alla morte del personaggio si verrà riportati a casa Bergson, privi degli oggetti raccolti ma non dell’avanzamento in esperienza ottenuto. I soldi accumulati durante il nostro percorso possono essere spesi in potenziamenti generali per tutti i personaggi, dalla vita all’attacco nel laboratorio dello zio, alla nonna che può darci bonus legati ai consumabili del gioco: rune e obelischi, che si incontrano e spariscono una volta uccisi o conclusasi la missione. Attivandoli, è possibile ottenere effetti a tempo o poteri speciali legati al combattimento che ci aiuteranno. Uccidendo i mostri, aprendo forzieri e frugando tra i cadaveri dei compassati avventurieri si possono anche recuperare monete d’oro, pozioni curative e pietre dell’anima, usabili per aprire a loro volta forzieri speciali o spendibili presso un mercante, da sbloccarsi dopo un evento di gioco.
Il combattimento è semplice, lineare: sostanzialmente si usano le armi e le capacità del personaggio per sopravvivere all’ambiente, a volte sfruttando elementi dello scenario per fare danni o trappole piazzate ad hoc. I mostri normali non sono un problema, ma i boss sono variegati, potenti e cattivi, e vanno affrontati tutti in modo differente – con un personaggio che potrebbe essere più efficace di un altro in questo.
Passione per l’originalità
La grafica di Children of Morta è una pixel art di qualità, esteticamente piacevole e disegnata a mano dai ragazzi di Dead Mage. La qualità degli oggetti, dell’illuminazione e delle animazioni prodotte frame per frame dà profondita alle scene 2D del gioco – niente di nuovo sotto il sole, ma che nell’insieme funziona benissimo.
Lo stile particolare dei tratti influenza anche la caratterizzazione dei Bergson che risultano personaggi a tutto tondo nonostante la loro piattezza su schermo, che unita alla loro storia personale ben curata ne rende con particolare vividezza la vitalità. Ogni tanto si possono trovare cali di tono nei dungeon a causa della generazione procedurale, perchè troppo poco vari o poco riempiti, ma niente che si riveli un vero difetto.
La colonna sonora prodotta da Patryk Scelina è un altro punto di forza di Children of Morta, che non si limita ad essere di compagnia ma dà grande importanza a momenti e scene drammatiche, arricchendole di atmosfera. La voce narrante è un particolare in disuso fino ai Dungeons ma che qui funziona alla grande, con l’unica pecca della localizzazione unicamente in inglese: chi non mastica un minimo la lingua non riuscirà ad apprezzare tutto quanto offerto da Children of Morta e la profondità di una storia ben scritta e narrata, pur potendo divertire anche chi non comprende i dialoghi.
PRO:
⦁ Progressione abilità ben strutturata
⦁ La storia dei Bergson è appassionante
⦁ Pixel art disegnata a mano
CONTRO:
⦁ I dungeon procedurali non brillano sempre per originalità
⦁ Il gioco diventa squilibrato nella difficoltà in base al personaggio
Piattaforma: Pc, dal 15 ottobre Xbox One, Ps4 e Switch
Pegi: 13+
Longevità: 6 ore
Sviluppatore: Dead Mage
Editore: 11 bit studios
Distributore: Steam
Lingua: inglese, francese, tedesco, spagnolo (interfaccia e sottotitoli), voci in inglese
Anno: 3 settembre 2019
Tipologia: azione GDR indie
Versione provata: Pc (Steam)