Cthulhu, un nome una volta sussurrato di nascosto tra sparuti gruppi di appassionati, negli ultimi ha vissuto una seconda giovinezza, un’esplosione di popolarità dovuta a nuovi libri, giochi da tavolo e non ultimi, i videogiochi. Decine e decine di titoli sono approdati sulle più sparute piattaforme, alcuni dichiaratamente ambientati nei miti dei Grandi Antichi, altri che velatamente attingevano a quello che il solitario di Providence ha raccontato nei suoi libri. L’ultimo di questa più o meno fortunata serie di titoli è Call of Cthulhu, un’avventura investigativa che si rifà platealmente ai più famosi racconti di Lovercraft e ai giochi più conosciuti, come Arkham Horror o le Case della Follia, sviluppato da Cyanide Studios, i creatori del mai troppo citato Styx. E proprio grazie a questo team di sviluppo siamo rimasti incredibilmente sorpresi da quello che alla fine dei conti è un titolo intrigantissimo, con un’atmosfera unica, non di certo privo di difetti come vedremo, ma sicuramente uno dei migliori giochi ambientati nel Ciclo dell’Eternità.
Queste parole mi sono state dettate in sogno…
Call of Cthulhu ci mette nei panni di Edward Pierce, un reduce americano della prima guerra mondiale reinventatosi investigatore privato per riuscire a ritrovare un proprio posto nel mondo. Il lavoro latita, finché non veniamo assoldati da un ricco industriale per indagare sulla tragica morte di sua figlia, Sarah Hawkins, deceduta in seguito ad un terribile incidente insieme al marito e al figlio sull’isola di Darkwater. Da questo semplicissimo espediente narrativo partirà una delle storie più inquietanti ed assurde mai narrate, dove affronteremo pericoli di ogni sorta sulla buia isola dei pescatori di Darkwater, dilaniata da criminalità organizzata, culti segreti e ovviamente mostri al di là dell’immaginazione umana. Call of Cthulhu è palesemente un titolo horror che però decide di percorrere la via più difficile, abbandonando i classici jumpscares e altri orpelli dall’urletto facile per abbracciare una costruzione dell’ambientazione davvero maestosa. Il risultato è un gioco che inquieta il giocatore in ogni suo passo attraverso l’ambiente, i suoni, gli oggetti ritrovati, gli stessi dialoghi ascoltati di sfuggita, portandoci ad immergerci in una spirale di follia e inquietudine sempre più profonda, tale da catturarvi per ore, esattamente come un racconto di Lovercraft. Non è assolutamente semplice, e qui si vede il minuzioso lavoro che i ragazzi di Cyanide hanno speso nell’immaginare il loro mondo di gioco, una creatura vera e propria, immobile e di sfondo all’apparenza, che in realtà vi osserva nell’oscurità, esattamente come i Grandi Antichi. Per questo Call of Cthulhu a parer nostro, è il miglior esempio di come creare un’ambientazione, passando per i dettagli e arrivando fino al quadro d’insieme, dove spiazza completamente il giocatore, facendolo inquietante con minacce velate, orrori solo sussurrati a volte, per poi coglierlo di sorpresa con le nefandezze umane o l’impotenza davanti agli esseri degli altri mondi. La storia di Call of Cthulhu non è assolutamente lineare, ma cambia drasticamente in base alle scelte che compiremo e delle relazioni che vorremo istaurare, e queste molto spesso non sono neanche così ovvie, innescando un effetto farfalla che vi lascerà senza parole: una risposta sbagliata o un oggetto non trovato possono portare dopo qualche capitolo alla morte di un personaggio, amplificando a dismisura le possibilità nel gioco con un altissimo tasso di originalità.
Coloro che hanno osato provare a vedere oltre il Velo
In Call of Cthulhu interpreteremo un detective, e questo è tutto quello che c’è da sapere sul gameplay. Edward Pierce è un ex soldato, ma ha abbandonato la divisa da un po’ in favore della logica e della deduzione, armi decisamente più letali nelle mani giuste. Se questo sarà il caso dipenderà da noi e dal nostro modo di giocare questa avventura investigativa, cogliendo indizi sparsi nei livelli, parlando con le persone giuste e cercando di capire di chi fidarci o meno. In questo il gioco è di una semplicità disarmante, permettendoci a livello di controlli solamente di correre, accovacciarci e interagire con alcuni degli oggetti che troveremo. Il resto lo faranno le nostre abilità investigative, regolate tramite un punteggio di statistica che aumenta a seconda dei successi che raccoglieremo e degli eventi che affronteremo. Un punteggio più alto in Fiuto ci permetterà di scoprire oggetti che altrimenti sarebbero passati inosservati, mentre con Psicologia riusciremo a scoprire quali sono le vere intenzioni delle persone con cui parleremo. Tutte le altre abilità seguono lo stesso filo, tranne quelle relative a Medicina e Occulto, potenziabili solo tramite il ritrovamento di specifici tomi od oggetti, facendo sì che le informazioni più importanti siano di scarsa reperibilità. Un sistema molto semplice che fa da filo conduttore per tutta l’avventura, strutturando di fatto Call of Cthulhu come un vero e proprio gioco di ruolo. Le fasi poche fasi d’azione riguardano la risoluzione di alcuni enigmi anche abbastanza semplici, e prevedono l’uso di torce o fonti di luce per allontanare la follia e l’oscurità, con tutto quello in agguato al suo interno. A proposito di follia, non sarebbe un titolo dedicato ai Grandi Antichi se non si parlasse della perdita di sanità mentale, una costante nei racconti di Lovercraft, e il gioco ovviamente non ne fa eccezione. Assistere ad eventi traumatici, inspiegabili, letture proibite o atti palesemente brutali farà vacillare lentamente ma inesorabilmente la nostra psiche, trascinandoci in un viaggio di sola andata verso la follia totale. Man mano che il gioco andrà avanti infatti Edward dovrà affrontare innumerevoli eventi che con le scelte sbagliate mineranno per sempre la sua capacità di pensiero, rendendoci di fatto dei folli, influenzando ovviamente lo svolgersi dell’avventura.
Le porte dell’inferno sono chiuse
Fin qui quindi si penserebbe che Call of Cthulhu sia un titolo eccezionale sotto ogni aspetto, ma purtroppo non è propriamente così. La semplicità del gameplay è al tempo stesso la sua forza e la sua debolezza, dato che faremo poco altro se non andare in giro per i livelli e interagire con gli oggetti evidenziati, e la casualità degli eventi viene dettata sempre più spesso dalle scelte di dialogo e non proprio dalle nostre azioni. Questo è molto più evidente da metà gioco in poi, dove il titolo diventa decisamente più lineare perdendo quella sensazione di libertà donataci nelle prime ore. Se infatti all’inizio le opportunità nei livelli sono innumerevoli, una volta tracciata la strada sarà difficile deviare da quanto stabilito dagli sviluppatori, rendendo le parti finali del gioco quasi un film interattivo. Non è una situazione tragica sia chiaro, ma resta un po’ d’amaro in bocca per i livelli eccessivamente lineari della seconda parte, soprattutto se paragonati alla magnificenza della prima. L’altro enorme difetto del gioco è purtroppo il lato tecnico, dove abbiamo alcune tra le animazioni più approssimative mai viste e una resa grafica che è indietro anni luce rispetto agli standard moderni. Questo purtroppo tende a snaturare di certo la resa visiva dell’atmosfera del gioco, anche se per fortuna il comparto artistico riesce a trattenere insieme i pezzi. I fan di Cthulhu non faticheranno infatti a riconoscere numerosissime citazioni tra mostri, personaggi e anche gli stessi edifici, per non parlare ovviamente delle miriadi di testi che fanno riferimento a fatti e luoghi famosi dei racconti di Lovercraft.
PRO:
- Atmosfera incredibile ed inquietante
- Tantissime citazioni
- Rigiocabile e ricco di sorprese
- Gameplay prettamente investigativo…
CONTRO:
- …ma ridotto all’osso
- Seconda parte eccessivamente guidata
- Tecnicamente arretrato
Versione testata: Xbox One X
Voto: 8