A ben sette anni di distanza dall’ultimo capitolo “canonico”, siamo finalmente tornati su Pandora. Borderlands 3, uno dei titoli più chiacchierati, attesi e rumoreggiati degli ultimi anni, è finalmente arrivato e porta con se tantissime novità. Per la prima volta abbandoneremo pandora, visitando altri pianeti, le armi avranno le gambe, ci capiterà di sparare Hamburger, insomma, la solita meravigliosa follia irresistibile che ha reso Borderlands una delle saghe più incredibili della scorsa generazione. Abbiamo atteso a lungo questo momento e siamo finalmente pronti a dirvi la nostra sul terzo folle capitolo della saga più ESPLOSIVA di tutti i tempi.
Prima spara, poi chiedi
Da quel lontano 2012 siamo in attesa del terzo capitolo di Borderlands, un’attesa infinita ed estenuante che troppe volte ha rischiato di dissolversi nel vaporware più assoluto. Lo abbiamo provato a Los Angeles durante l’E3 ed a Colonia in occasione della Gamescom, in entrambe le occasioni non siamo riusciti a staccarci dallo schermo. Borderlands 3 espande, evolve e migliora ogni singolo aspetto della saga, portandoci in mondi completamente nuovi, introducendo meccaniche e novità che contestualizzano il titolo in un ambiente di gioco più moderno senza però perdere il vecchio, meraviglioso e folle smalto. Irriverente, ironico e dannatamente sfacciato, Borderlands 3 è esattamente quello che ci aspettavamo, un titolo che non guarda in faccia nessuno e che riesce a far divertire in ogni momento della sua esperienza.
Borderlands 3 riesce a miscelare perfettamente un taglio narrativo coinvolgente ed articolato con un’ironia davvero fuori dal comune. Dall’uscita di Borderlands 2 Gearbox ha contestualizzato ancor di più l’universo di Pandora e dei cacciatori della cripta sia grazie a Tales From The Borderlands che a Borderlands: The Pre-Sequel, preparando il terreno di gioco ideale per il rilascio del terzo capitolo. È stato davvero difficile sostituire una personalità come quella di Jack il Bello, infatti i gemelli Calypso, pur portando con loro una discreta caratterizzazione e quella dose di follia omicida che non guasta mai, non possono oggettivamente reggere un confronto. Borderlands 3 affronta tuttavia dei temi tremendamente attuali e, grazie all’escamotage dei Figli della Cripta, ironizza ma riesce a far riflettere sull’influenza che i content creators come Streamers e Youtubers riescono ad avere sulla massa. Tremendamente attuale nella sua folle ironia, Borderlands 3 ci mostra una caricatura della società digitale moderna che annulla il pensiero dell’individuo a favore del confortevole e sicuro abbraccio di una figura da seguire.
Ma siamo qui per parlare di ESPLOSIONI.
Borderlands 3 resta profondamente ancorato al passato ma tende la mano al presente ed al futuro, espandendo ogni singolo concetto ed ogni singola meccanica presente nei precedenti capitoli della saga. Per la prima volta lasceremo pandora ed esploreremo la galassia, ampliando enormemente quella che era la scarsa varietà in termini di ambientazioni e dando a Gearbox la possibilità di proporre qualcosa di nuovo e fresco. Anche il classico setup dei cacciatori della cripta subisce dei profondi cambiamenti, il nostro personaggio non sarà più muto ma avrà una personalità ed una profondità mai vista prima d’ora nella saga. Dopo qualche ora di gioco avremo modo di accedere a Sanctuary 3, questa volta situata all’interno di un’astronave, permettendoci di spostarci comodamente di pianeta in pianeta e vestendo ancora una volta i panni dell’HUB centrale.
I want you to blow up…. THE OCEAN!
L’anima di Borderlands 3 resta quella del looter-shooter da giocare preferibilmente in compagnia. Il titolo scorre liscio come l’olio tra una battuta di Claptrap e le infinite e caotiche fasi di shooting che ci accompagneranno per tutta la durata del titolo. Borderlands 3 è l’espressione più intensa di quella follia che ci ha fatto innamorare di Pandora e dei suoi strambi abitanti. Caotico, adrenalinico ed incredibilmente variegato, il titolo di Gearbox si fa scoprire per tutta la sua durata, spalmando una mole immensa di contenuti tra armi, accessori, missioni secondarie e luoghi da esplorare che riescono a portarci via decine e decine di ore senza il minimo sforzo. Il cuore cooperativo di Borderlands 3 ruota sulla configurazione delle 4 classi presenti in gioco, questa volta ancora più profonde e variegate rispetto al precedente capitolo. Potremo infatti scegliere se vestire i panni di Zane Flynt, il fratello minore di Capitan Flynt, un assassino spietato che fa dell’illusione la sua arma principale, Amara, una sirena decisamente diversa da Lilith e Maya che fa affidamento sui potentissimi attacchi fisici potenziati dai poteri di sirena, Moze, un’ex soldato dell’esercito Vladof che porta sempre con se il suo Mech, Ironbear oppure Fl4k, un robot misterioso con una particolare affinità con gli animali.
Ogni classe è come sempre dotata di tre skill-tree differenti ma questa volta la personalizzazione in termini di build è ancora più profonda. Ogni singolo albero mette a disposizione un’abilità speciale utilizzabile sin da subito pur mettendo punti sugli altri alberi e, in base al personaggio, è possibile scegliere tra un secondo potere. Moze per esempio, oltre al Mech in dotazione, può scegliere quali armi utilizzare sulle braccia del Mech, Fl4k può scegliere, oltre all’ultimate, un animale che ci seguirà nelle nostre avventure e così via. Un sistema di classi molto più dinamico e variegato che ci permette di inserire diversi perk attivi e passivi traducendosi in una varietà davvero imponente. Tra le numerose novità presenti in Borderlands 3, il culto del loot e l’incredibile varietà di armi presenti in gioco rappresentano sicuramente le più importanti. Introdotte per la prima volta le armi con doppia modalità di fuoco, gli accessori estetici per le armi e tantissimi effetti aggiuntivi (come le armi che con le gambe), insomma, ogni singola arma riesce a stimolare nel giocatore la voglia di essere provata in quanto può presentare effetti curiosi, divertenti e spesso devastanti. Borderlands 3 spinge tantissimo sul suo gunplay e lo fa grazie agli innumerevoli modi di affrontare le varie fasi di shooting attraverso tantissime variabili che influenzano il gameplay, dai proiettili guidati alle armi che si raffreddano con le bottigliette d’acqua, Borderlands 3 è una continua e piacevole sorpresa.
Pandora nel cuore
Se le numerosissime novità presenti in Borderlands 3, tra armi, meccaniche, personalizzazioni dei veicoli ed esplorazione multiplanetaria rendono il titolo di Gearbox qualcosa di nuovo, fresco e sorprendente, alcune meccaniche restano purtroppo ancorate al passato. Dall’HUD, che avrebbe sicuramente bisogno di una svecchiata, alle meccaniche rudimentali di spostamento rapido così come la struttura a macro-zone separate da caricamento, Borderlands 3 scopre il fianco ad un passato che non riesce ad andar via, sintomo di uno sviluppo davvero lungo e travagliato. Tenere attiva una sola missione alla volta, essere costretti a navigare tra menù missioni e mappa per organizzare gli spostamenti e dover affrontare caricamenti ( anche lunghi ) tra una zona e l’altra non è congruente con l’evoluzione del titolo sotto altri aspetti. Anche in questo capitolo le missioni secondarie rappresentano una gradevolissima via di fuga dai toni della campagna principale. Folli, scanzonate e completamente fuori di testa, le missioni secondarie di Borderlands 3 sono divertenti, frizzanti e ci portano ad esplorare l’intera mappa di gioco. In termini di puro level design, Borderlands 3 riesce a mescolare tantissimo l’offerta, proponendo mappe che riescono ad articolarsi in più dimensioni ricche di segreti ed oggetti da raccogliere, ampliando ancor di più l’immensa varietà di ambientazioni presenti all’interno del titolo. Gearbox è riuscita a cristallizzare la vera anima di Borderlands, amplificandone la risonanza in un tripudio di armi, follia e divertimento che saprà lasciarvi senza fiato. Il titolo riesce a riconfermarsi come il miglior looter-shooter in circolazione potenziando una formula già consolidata in passato. Nulla da togliere a titoli come Destiny e The Division ma Borderlands si posiziona di folle prepotenza in cima a quello che è il genere looter-shooter e lo fa con semplicità, divertimento e spensieratezza. Il vero cuore del titolo, una volta portata a termine la campagna, è sicuramente l’endgame. Diviso in due modalità, Campagne del Massacro e Terreni di Prova, Borderlands 3 non riesce a proporre un endgame abbastanza sostanzioso ma, permettendoci di ricominciare la storia in modalità vero cacciatore, apre la possibilità di costruire build sempre più potenti in attesa del supporto post-lancio. La ricerca dell’arma leggendaria perfetta e la smania del completismo riusciranno sicuramente ad ampliare largamente l’esperienza di gioco dei giocatori più appassionati.
La cripta delle meraviglie
Nonostante uno stile grafico basato sul cel-shading, Borderlands 3 riesce a compiere un sostanzioso salto in avanti in termini di resa grafica. Tra effetti di luce, texture sempre più dettagliate e l’alternanza del non-fotorealistico stile grafico di Borderlands, il titolo riesce a proporre una formula incredibilmente equilibrata tra semplicità e bellezza. Più poligoni, più dettagli e più effetti senza però rinunciare allo stile inconfondibile di Borderlands, è così che Borderlands 3 si presenta in termini grafici. La varietà in termini di ambientazione aiuta inoltre a concretizzare il balzo tecnologico, mostrandoci ambienti ricchi di dettagli grazie ad ambientazioni che permettono di sfruttare tutte le potenzialità del motore grafico. Se Borderlands 3 brilla termini di resa grafica, lo stesso non si può dire dell’aspetto tecnico. Le instabilità e le problematiche che affliggono il titolo, seppur patchabili, minano l’esperienza di gioco a causa di un frame-rate non proprio stabile e di diverse problematiche che possono anche portare alla cancellazione dei salvataggi. Abbiamo provato il titolo sia su PC che su Playstation 4 Pro, puntando in entrambi i casi verso i 60FPS che riescono a dare un’altra luce al gioco sia in termini tecnici che di gameplay. Le prestazioni su PC sono decisamente al di sotto delle aspettative, tra cali di frame e fenomeni di stuttering, probabilmente a causa dell’eccessiva attività di un Denuvo questa volta troppo invadente e difficile da ignorare. Superate le problematiche, spesso legate all’host della partita, Borderlands 3 si conferma essere un gioiellino.
Siamo dunque di fronte ad un titolo dalle enormi potenzialità che, al netto delle poche ma fastidiose problematiche, si conferma essere uno dei migliori titoli dell’anno ed il migliore in assoluto nel suo genere. Il ritorno di Borderlands 3 è esplosivo, adrenalinico e completamente fuori di testa. Abbiamo adorato gli innumerevoli dialoghi, tutti doppiati in italiano, le sparatorie caotiche e le dinamiche che ci hanno accompagnato per tutto il corso del titolo. Borderlands 3 è l’espressione più pura e folle di tutto quello che comprende l’universo creato da Gearbox, un titolo dal valore incredibile che riesce con semplicità ad offrire un’esperienza di gioco davvero pazzesca.
PRO:
- La vera essenza di Borderlands
- Un arsenale davvero incredibile
- Nuovo sistema di classi profondo e variegato
- Tantissime ambientazioni da esplorare
- Rappresenta la follia all’ennesima potenza
- ESPLOSIONI
CONTRO:
- Tecnicamente instabile
- Alcune meccaniche sono decisamente vecchie
Versione Provata: Playstation 4/PC
Disponibilità: PlayStation 4, PC e Xbox One