I giochi di ruolo sono, senza ombra di dubbio, nel panorama dei videogiochi uno dei generi più antichi, amati, complessi e influenti oggi esistenti. L’importanza dei giochi di ruolo e degli elementi che li compongono è tale che, oramai, anche la maggior parte dei titoli che esulano dal genere usano attingere a piene mani dai giochi di ruolo per prendere in prestito diversi elementi da integrare in essi. Tra i sottogeneri più vetusti di questo spaccato del mondo videoludico si annoverano gli hack & slash (o action rpg), titoli nei quali l’azione è il focus primario attorno al quale si costruiscono trame e vicende. Titoli di questo genere videro la luce già negli anni 80 dello scorso secolo ma solo nella seconda metà degli anni 90 gli hack & slash conobbero il loro periodo di massima popolarità, in particolar modo grazie al lancio di un titolo, capostipite di una fortunata serie, targato Blizzard Entertainment che risponde al nome di Diablo e che vide la luce nel 1996 creando da quel momento un fenomeno destinato a lasciare il segno nel cuore dei giocatori, un segno che mise a dura prova moltissimi mouse sui quali i giocatori cliccavano furiosamente per eliminare le orde di cadaveri ambulanti e di creature infernali che si paravano lungo il cammino del loro eroe. Oggi vi parliamo di un titolo, una piccola perla del mercato indipendente, che altro non è che un grande tributo a questo fondamentale titolo della storia dei giochi di ruolo.
UN TRIBUTO DI CARTE E SIMPATIA
Il gioco in questione è Book of Demons, titolo sviluppato da Thing Trunk, un piccolo studio di sviluppo indipendente polacco con sede a Varsavia. Il gioco ha fatto la sua comparsa su Steam nel giugno del 2016 in versione ad accesso anticipato e la speranza di allora era quella di lanciare il prodotto finito entro sei mesi, cosa che alla fine non accadde. Il titolo dimostrò di aver bisogno di più tempo per essere rifinito a dovere e per poter crescere ulteriormente, cosa che fino a oggi ha fatto a dovere. Il titolo è cresciuto, è stato aggiustato e si espanso fino a dare il risultato che in questi giorni ho potuto giocare e imparare ad amare. Il gioco si presenta oggi come una riuscita miscela di meccaniche hack & slash e deck-building nella quale la nostra preoccupazione non sarà solo quella di cliccare come degli ossessi sui nemici fino a distruggerli ma dove dovremo anche preoccuparci di costruire dei mazzi di carte contenenti abilità, oggetti e tutto ciò che potrebbe tornarci utile nel corso della nostra avventura.
Comunque sia, rimandiamo a dopo le considerazioni tecniche e parliamo ora di altri elementi, quale il design del gioco e il feeling che trasmette. Comincio con il puntualizzare che ogni amante del sopracitato Diablo troverà riferimenti a bizzeffe nel corso del gioco, tutti vestiti di nuovo dalle tinte colorate e “cartonate” di cui il titolo fa un largo e riuscito uso capace di strappare ben più di un sorriso frammisto alle lacrimucce nostalgiche che i più stagionati di noi verseranno ricordando i tempi in cui ci dedicammo all’opera di Blizzard per la prima volta (io ero ancora un ragazzino, ndr). Sopra ho virgolettato il termine cartonato perché, come sicuramente noterete dagli screen e dal trailer del titolo disponibile in questo articolo, l’intero gioco è reso in uno stile grafico che fa immediatamente pensare ai tipici giochi da tavolo, con personaggi che paiono figurine di cartone ritagliate che si muovono su plance del medesimo materiale. La storia richiama anch’essa Diablo, con il nostro eroe che, di ritorno al suo villaggio natio dopo una lunga assenza, si ritrova in un luogo desolato e oscuro nel quale i pochi rimasti vivono con il terrore di ciò che si annida nei meandri delle catacombe sottostanti il tempio. Il prete è sparito, dopo aver tentato di scoprire cosa avesse preso dimora in quelle profondità, e chi dopo di lui vi è sceso non ha fatto ritorno o è tornato senza vita. Voi siete i soli con la forza e la tenacia per scoprire cosa sta accadendo e capaci di liberare il villaggio dal male che lo sta lentamente distruggendo; scendete in quegli abissi e divenite i salvatori di ciò che resta del villaggio!
PAROLA D’ORDINE: SEMPLICITA’
C’è solo un termine che userei per descrivere l’aspetto tecnico di questo gioco, un termine che denota un’apprezzabilissima capacità nella scelta delle soluzioni adottate: semplicità. Il gioco risulta infatti semplice e immediato, il che non significa affatto che manchi di profondità ma semplicemente che essa non è resa in modo eccessivamente complesso. Inizieremo il gioco con un guerriero, che potremo poi sostituire con un ladro o un mago una volta raggiunto il livello 5, ogni classe dispone di alcune carte esclusive. Il gioco dispone di tre livelli di difficoltà: casual, normale e roguelike. L’ultima offre un elevato livello di sfida e include la famigerata meccanica del permadeth, che significa che se il vostro personaggio morirà lo farà per sempre, costringendoci a crearne uno nuovo. Una scelta che senza dubbio farà felici gli amanti delle sfide.
Interagiremo con i personaggi nel villaggio cliccandoci sopra e ritrovandoci ad avere a che fare con un tipico meno multi-scelta che ci permetterà di dialogare o di sfruttare i servizi eventualmente disponibili. I dungeon, invece, si presentano come mappe nelle quali ci muoveremo seguendo dei percorsi prestabiliti. Non mancano numerosi bivi e oggetti con cui interagire, come vasi da rompere dai quali usciranno delle monete (o a volte dei nemici), scrigni dai quali reperire carte e altri oggetti o fontane per rigenerare la nostra vita o il nostro mana. Il combattimento è semplice: cliccando una volta su un nemico il nostro eroe lo attaccherà lentamente fino a che non sarà sconfitto o non cambieremo bersaglio, mentre tenendo premuto il tasto del mouse sul bersaglio gli attacchi saranno notevolmente più rapidi. Nel corso dell’avventura si raccoglieranno diverse carte e starà a noi scegliere se conservarle o se disporle subito nella nostra mano. Se le disporremo esse diventeranno utilizzabili cliccandoci sopra o schiacciando i tasti relativi (1-9). Le carte oggetto come le pozioni si consumeranno quando le utilizzeremo, costringendoci a tornare al villaggio per poterle ricaricare, le carte delle abilità invece ci costeranno mana. Non esiste modo, al di la delle pozioni e delle fontane, per rigenerare la vitalità o il mana del nostro eroe, sarà dunque essenziale gestire bene le risorse a nostra disposizione e scegliere le carte di cui disporre con accortezza.
Il gioco è disponibile in molteplici lingue, grazie alle traduzioni offerte dagli affezionati membri della comunità di gioco e, in conclusione, è un titolo che mi sento di consigliare caldamente a chi cerca un’esperienza che sa essere semplice e al contempo appagante, cosa meno comune di quanto si potrebbe essere portati a pensare. La miscela di elementi hack & slash e deck building riesce a portare una ventata d’aria fresca in quello che altrimenti sarebbe un panorama senz’altro apprezzabile ma che per alcuni potrebbe puzzare un poco di stantio; dopotutto gli hack & slash puri e semplici o li si ama o li si odia. Date un occasione al titolo, disponibile a questa pagina Steam nella quale potete trovare anche una utilissima demo. Non ve ne pentirete!
PRO:
- Miscela di generi riuscita e originale.
- Scelte artisticamente molto apprezzabili.
- Gioco semplice e coinvolgente, adatto a molteplici tipi d’utenza.
CONTRO:
- Non è un titolo adatto a lunghe sessioni di gioco, potendo risultare un poco monotono in tali circostanze.
Voto: 8.5