Stunlock Studios è passato alla storia per aver prodotto Bloodline Champions, un titolo che aveva dell’ottimo potenziale come variante action dei MOBA, ma che purtroppo non ottenne il successo sperato. Per questo i ragazzi svedesi hanno deciso di riprovarci con Battlerite, una sorte di seguito spirituale della loro opera prima, venduto prima a una ventina di euro in early access su Steam, passato poi di seguito a free to play. Il motivo di questa mossa è da ricercare ovviamente statica nel quale il gioco riversava, interessante sì, ma poco conosciuto. A seguito di questa mossa, Battlerite è diventato in pochissimo tempo uno dei giochi più giocati su Steam, con migliaia di giocatori online che hanno iniziato a scoprire tutte le meraviglie del sistema di combattimento del titolo.
Non chiamatemi MOBA
Una delle scelte più controverse che Battlerite mette in campo è quella di aver completamente annichilito la componente storia, rinunciando completamente a qualsiasi velleità narrativa in favore del puro gameplay. Niente strie strappalacrime, niente eroi leggendari che si gettano nelle arene per salvare il proprio popolo, solo un cruento massacro in arene concepite per essere il più claustrofobiche possibile. Scelta vincente? A quanto pare si, visto che per un titolo del genere, questa può essere una gradevole aggiunta, non per forza una componente fondamentale. Altro aspetto fondamentale da chiarire immediatamente è che Battlerite non è un MOBA, contrariamente da quanto possa sembrare; le differenze principali sono da ricercare in primis nella presenza di numerose mappe, e non solo una come da tradizione; la seconda è più evidente è che non c’è nessuna presenza di minion o creeps da uccidere, così come la totale assenza di obiettivi; in ultimo, non esiste nessun sistema di progressione all’interno della partita, impedendo qualsiasi tipo di snowballing, quel meccanismo per il quale un eroe con più uccisioni ed esperienza se giocato attentamente è in grado di vincere da solo una partita.
L’inferno di fuoco
Chiarite le differenze d’impatto con il genere proprio di League of Legends e Dota 2, possiamo andare ad analizzare perché Battlerite può rappresentare una valida e veloce alternativa a quanto visto finora. Il titolo di Stunlock Studios è un action a visuale isometrica PvP, nella cui modalità principale squadre da tre eroi lottano dentro piccole arene in un deathmatch spietato e senza esclusione di colpi. La scelta è tra ventuno diversi eroi, divisi in combattenti da mischia (ugualmente tank e dps), combattenti da distanza e supporti. Ogni eroe avrà a disposizione ben nove abilità diverse, tutte già sbloccate dall’inizio della partita e con un cooldown abbastanza ridotto, cosa che rende le battaglie frenetiche e estremamente divertenti. Tutti gli eroi sono molto divertenti da usare, con tantissime combinazioni con gli altri alleati, ma è proprio qui che si evince il primo grande difetto di Battlerite: dopo una serie di partite in matchmaking online, è palese come gli eroi più utilizzati siano sempre gli stessi e alcune combinazioni tra questi risultano decisamente più letali delle altre. Molti degli eroi da corpo a corpo infliggono pochissimo danno, ma sono in grado di sostenerne molto e tutti i personaggi di Battlerite hanno una masso di escape o un dash, facendo accorciare o allungare le distanze in poco tempo. Ecco che quindi il gap di danno tra eroi a distanza e a corpo a corpo diventa insignificante, date le distanze ridotte. Ci è capitato di scontrarci contro una squadra composta esclusivamente da combattenti da mischia e venire completamente disintegrati visot la nostra team composition più equilibrata; allo stesso modo abbiamo trovato alcuni eroi decisamente deboli nella stragrande maggioranza delle situazioni, con conseguente flame da parte dei nostri compagni di squadra, confermando ancora una volta come la community di questo tipo di giochi sia la più tossica in circolazione. Nonostante tutto, il gameplay è molto più complesso di quanto ci fossimo aspettati, visto che Battlerite adotta un sistema di movimento con WASD e quasi tutte le abilità sono skillshot, aggiungendo anche effetti relativi al posizionamento sul campo di battaglia, come stun contro i muri o la visibilità ridotta oltre determinati ostacoli.
Matchmaking, questo sconosciuto
Oltre questo, il sistema di matchmaking del gioco è praticamente inesistente, visto che si può essere inserite in squadre di giocatori alle prime armi così come in quelle di veterani, e di conseguenza non trovarsi mai ad affrontare avversari dello stesso livello. Ne deriva una frustrazione preoccupante soprattutto per i neofiti, che rischiano di abbandonare il gioco prima del tempo. Battlerite tuttavia è un titolo ancora relativamente in divenire, quindi siamo sicuri che gli sviluppatori raccoglieranno i feedback della community per iniziare a limare questi due grandi difetti del titolo. Noi lo speriamo sinceramente, proprio perché abbiamo carpito il valore potenziale del gioco dettato dalle sue partite veloci ed entusiasmanti. Anche a livello di meccaniche, la totale assenza di un negozio e di livelli è vantaggiosa per tutti, così da mantenere tutti i giocatori sullo stesso piano, divisi solo dall’abilità del singolo (una volta che i campioni saranno bilanciati ovviamente). Il sistema scelto da Stulock Studios è quello di una serie di talenti che modificano passivamente le abilità dei personaggi, disponibili tutte già da subito, dando un freno alla meccanica dello snowballing. Questo rende di fatto Battlerite un titolo estremamente skillbased, come non se ne vedevano da parecchio, e per questo speriamo sinceramente che i problemi vengano risolti immediatamente.
Per quanto riguarda la progressione e i contenuti, il passaggio al free to play ha favorito ovviamente quelli che avevano pagato la versione anticipata, fornendogli l’accesso a tutti gli eroi e i contenuti anche futuri. Quelli che invece hanno iniziato con la versione gratuita potranno sbloccare tutto tramite casse, acquistabili tramite valuta o sbloccabili avanzando nella progressione dei livelli, sia del personaggio che del giocatore. Il sistema è molto simile a quello adottato nell’ultimo danno da Heroes of the Storm, con equipaggiamento diviso per rarità, rimborso per i doppioni e la possibilità di svolgere missioni giornaliere e settimanali. Inutile ribadire come questi contenuti siano tutti puramente estetici, allontanando del tutto lo spettro del pay to win. In ultimo, un plauso all’accattivante stile grafico del titolo, simil cartoneesco che non impegna troppo il PC permettendo a tutti di goderne appieno, ma soprattutto alla caratterizzazione per una volta originale degli eroi, che non ripropongono sempre le stesse tipologie di campioni che sembrano fatti con lo stampino.
PRO:
- Partite veloci e divertenti
- Eroi originali e ben caratterizzati
- Un’ottima alternativa ai MOBA
- Altamente skill based
CONTRO:
- Problemi di matchmaking
- Bilanciamento degli eroi da rivedere
Versione testata: PC