Ah, gli stealth game. Amore e affetto per un genere che dagli anni novanta ad oggi ci ha regalato tanti immortali capolavori (leggasi Tenchu) e che fortunatamente in questi ultimi tempi sembra essere ritornato in auge. Ovviamente anche il mondo indie non poteva esimersi da questa corrente e ci propone un nuovo titolo, Aragami, dei Lince works uscito su PC. Il risultato? Un proodotto in linea con la solita ottima ispirazione artistica degli indipendenti, con alcune idee eccellenti ma che inevitabilmente finiscono per crollare di fronte all’inesperienza di sviluppo o alla fretta. Aragami è uno di questi casi, ma merita comunque la nostra attenzione, perché di stealth game introduttivi per i neofiti non se ne vedono parecchi. Un lavoro che sarebbe potuto essere eccellente ma che per alcune ingenuità di gameplay risulta solo discreto. Ma procediamo con ordine.
Viviamo nell’Ombra…
La storia è forse il primo punto a favore di Aragami. Parliamo di una storia di vendetta e guerra che si svolge nel Giappone medievale, quando Yamiko, una ragazza intrappolata sotto forma di spirito evoca a sua protezione un Aragami, il nostro protagonista, un demone d’ombra destinato a seguire i suoi ordini. Nonostante però il destino dell’Aragami sia legato a doppio filo a quello della ragazza, in realtà lo spirito d’ombra nasconde una storia ben più profonda, molto più articolata della semplice vendetta. Gli antagonisti principali della storia saranno i guerrieri dell’ordine della Luce agli ordini di Kahio, in un ribaltamento davvero originale dove i personaggi positivi sono quelli legati all’Ombra e alle tenebre, mentre quelli spietati sono i Guardiani della Luce. Questa contrapposizione si ripropone ovviamente anche nel gameplay, visto che notoriamente negli stealth game il vero alleato del giocatore è l’oscurità e la sicurezza del suo freddo abbraccio d’ombra. Una storia quindi originale, che riesce anche nel non facile tentativo di farci provare empatia con i personaggi, soprattutto con l’Aragami, molto più di un semplice spirito di vendetta, nonostante abbia la faccia quasi sempre coperta. Altro compagno d’avventure sarà Korosu, il corvo d’Ombra che seguirà l’Aragami e esplorerà la zona della missione, mostrando a comando sullo schermo i vari obbiettivi.
…per non servire la luce
Il gameplay del gioco è abbastanza classico per uno stealth game in terza persona. Il gioco sui svolge a missioni singole (12 per l’esattezza) che garantiscono una buona longevità, ma in termini di varietà non rappresentano proprio il massimo della categoria. La maggior parte delle missioni infatti vi richiederà di raggiungere un punto della mappa, raccogliere l’oggetto in questione e fuggire dalla zona, possibilmente senza essere visti. Questo alla lunga potrebbe stancare, se non fosse che il level design delle mappe viene in nostro soccorso, facendoci affrontare ambientazioni abbastanza disparate e ben strutturate, con tantissime vie alternative, nemici posizionati nei punti giusti e ampie abbastanza da far sbizzarrire il vostro estro da infiltratore. Come spirito d’ombra, l’Aragami avrà a disposizione una serie di poteri che lo aiuteranno nelle sue missioni, Questi ricalcalo alla perfezione lo stereotipo delle abilità classiche già viste in altri giochi simili, personalizzate con le componenti dell’Ombra. Ecco che quindi il nostro protagonista potrà creare dei cloni d’ombra per distrarre i nemici, potrà diventare temporaneamente invisibile, i suoi passi non verranno uditi, può lanciare degli pugnali d’ombra che uccideranno i nemici con un colpo, può vedere attraverso le pareti. Tutti poteri estremamente utili, che non possono essere abusati a piacimento vista la carica massima di due poteri per volta, ricaricabili tramite speciali altari sparsi lungo la mappa. Insomma, nulla di originale, ma nel complesso funziona e regala un ottimo entry level stealth game per i neofiti. Peccato per un piccolo, insignificante punto.
Il peccato originale
Il passo d’ombra rappresenta il più grande pregio e al contempo il peggior difetto di Aragami. Come spirito d’Ombra, il nostro protagonista potrà effettuare un vero e proprio teletrasporto verso le zone d’ombra, semplicemente cliccando con il tasto destro del mouse e puntandolo verso la direzione desiderata. Bello vero? Peccato che questa meccanica sia talmente abusabile che può essere concatenata più e più volte, facendovi letteralmente passare attraverso la mappa senza mai essere visti, scattando di ombra in ombra. Se l’effetto scenico è assicurato, non si può dire lo stesso su quello di gioco, perché vanifica completamente il level design e l’IA nemica, per non parlare dei poteri descritti sopra, praticamente inutili. Basterà infatti viaggiare di ombra in ombra fino all’obbiettivo per completare tranquillamente il gioco, senza il minimo sforzo. E’ un vero peccato, visto che la varietà di opzioni garantiva un’eccellente gameplay seppur non originalissimo, ma dopo aver svolto 6 missioni senza aver avuto la necessità di usare un singolo potere, il nostro entusiasmo è calato di colpo. Certo, ci sono delle limitazioni per l’uso di questo potere, ma non bastano a renderlo bilanciato, visto che sono facilmente aggirabili. La luce ovviamente danneggia l’Aragami, togliendogli l’essenza d’ombra con la quale può eseguire queste mosse, ma basterà rientrare nella più piccola porzione d’oscurità per vederla ripristinata, gratuitamente; il raggio con il quale si possono effettuare tali scatti è abbastanza limitato, ma le ombre nelle quali si può balzare sono parecchie e qualora non ci fossero, con il tasto sinistro del mouse si possono creare delle piccole pozze d’ombra sulle quali effettuare lo scatto. Un completo sbilanciamento quindi delle meccaniche di gioco, che non invoglia minimamente il giocatore ad usare le altre abilità. Andando oltre questo totale sbilanciamento, Aragami è abbastanza accessibile anche perché l’IA nemica non è proprio di prim’ordine. E’ vero che si viene uccisi con un colpo, ma i pattern delle guardie sono estremamente basilari e in stato d’allarme tendono a convergere tutte nel punto dove è stata rivelata l’anomalia, creando così il classico cumulo di cadaveri tipico degli stealth game a cui raramente abbiamo notato un minimo di reazione. Tutte le missioni daranno affibbieranno un punteggio al giocatore in base alla prestazione svolta, elargendo encomi in base alle guardie uccise, agli allarmi scattati o all’aver completato lo stage senza essere mai stati notati.
Tecnicamente Aragami adotta uno stile in cell shading molto ben realizzato, che si sposa alla perfezione con lo stile orientale dell’ambientazione, ma che risente della mancata espressività dei personaggi, dei veri e propri volti fissi. Buona la fluidità e i tempi di caricamento, ma purtroppo ci siamo imbattuti in numerosi bug, alcuni anche debilitanti. Ci è capitato infatti di vedere spade sospese nel vuoto, nemici piantati contro i muri oppure compenetrazioni poligonali abbastanza evidenti, tanto che durante qualche balzo ci siamo ritrovati a cadere nel vuoto nonostante fossimo saldamente sulla terra ferma. Nella norma il comparto sonoro, che ricalca in pieno lo stile orientaleggiante di tutta la produzione.
PRO:
- Un buon stealth game entry level
- Narrativa originale
- Artisticamente degno
CONTRO:
- Gameplay eccessivamente sbilanciato
- Alcuni bug tecnici