Dopo una lunga fase di Early Access e il successivo rilascio su PC nel 2014, Albedo: Eyes from Outer Space arriva su Xbox One e Playstation 4. Frutto di uno sviluppo tutto italiano, il titolo si propone come un miscuglio tra avventura grafica, puzzle game e FPS con dei lineamenti fantascientifici provenienti dagli anni ’50.
Italiani alla riscossa
Nonostante il firmamento videoludico sia costellato di colossi americani, inglesi o giapponesi, la cultura videoludica italiana è riuscita, negli ultimi anni, a ritagliarsi un posto tra i grandi del settore.
Ovviamente si parla di titoli sviluppati in italia, se dovessimo parlare di sviluppatori italiani nel mondo allora la lista sarebbe sicuramente più lunga. Albedo : Eyes from Outer Space è un’opera sviluppata quasi da un sol’uomo: Fabrizio Zagaglia ha infatti portato avanti il progetto per quasi quindici anni e, aiutato da un paio di colleghi di lavoro è riuscito a realizzare quello che è un po il sogno di tutti i videogiocatori: creare un proprio videogioco. Dopo l’uscita di Zheros su Xbox One di Rimlight Studios e l’imminente uscita di Sèbastien Loeb Rally Evo a cura di Milestone, la figura italiana nel paronama videoludica iniza a farsi sentire con insistenza. L’opera di Fabrizio Zagaglia tratta dei temi già visti e trae fortissime ispirazioni da Half-Life e Doom, con un protagonista chiaramente ispirato da Duke Nukem. A dispetto delle apparenze, Albedo : Eyes from Outer Space non è affato un’operazione nostalgia bensì riprende alcune meccaniche già collaudate e le reinventa in un modo tutto nuovo e sebbene gli screenshot mostrino un gioco che può sembrare frenetico e ignorante, lo sviluppo del titolo in termini di gameplay e trama fanno rotta verso lidi diametralmente opposti. Albedo : Eyes from Outer Space è un gioco che mira alla testa dei giocatori, non ai loro riflessi, con una fortissima componente da puzzle game e qualche sezione più adrenalinica.
Questione di intuito
Le interazioni con gli ambienti di gioco costituiscono la vera e propria anima di Albedo : Eyes from Outer Space, mettendo in secondo piano una trama lineare, al limite della banalità. La trama del titolo si sviluppa in un contesto fantascientifico tipico degli anni ’50, il giocatore dovrà impersonare un inserviente di una segretissima base scientifica che conduce esperimenti sui viaggi temporali e sugli alieni, tutto fila liscio fino al classico incidente che mette tutto sottosopra e permette al giocatore di svelare gli altarini che si celano dietro la struttura governativa. Il protagonista del titolo non avrà a disposizione armi di distruzione di massa, bensì dovrà agire per mezzo di strumenti di fortuna, cercando di sfruttare al meglio ciò che l’ambiente ha da offrire, una logica del genere implica ovviamente l’utilizzo di una buona dose di intelligenza e premeditazione. L’intero gioco si sviluppa in “stanze” richiedendo, in alcune situazioni, un minimo di backtracking per poter sbloccare i livelli successivi, la presenza di un inventario dallo spazio infinito permette di portarci dietro qualsiasi cosa riusciamo a raccogliere, come gli snacks, utili per recuperare punti vita o oggetti fondamentali per l’avanzamento del gioco. Il cuore di Albedo : Eyes from Outer Space batte in virtù dei rompicapi, con una componente da puzzle game quasi onnipresente, alcuni di essi risultano essere molto ben congegnati e, nella magglior parte dei casi, anche abbastanza difficili.
A rigor di logica, se Albedo : Eyes from Outer Space fosse un’avventura grafica con una componente da puzzle game, tutto filerebbe liscio come l’olio, ciò che invece determina la vera e propria caduta del titolo è proprio la sua componente FPS e il comparto che riguarda il gameplay in generale. I movimenti risultano poco fluidi e ancor meno intuitivi, il tutto corredato da un sistema di gestione dell’inventario estremamente scomodo e un sistema di combattimento assolutamente scadente, nonostante le fasi di combattimento siano presenti in modo molto marginale, i pochi alieni che ci ritroveremo ad affrontare metteranno a dura prova i nervi del giocatore più paziente, non tanto per la difficoltà quando per la scomodità del sistema di combattimento e della gestione degli oggetti in inventario. Albedo : Eyes from Outer Space fallisce nel tentativo di adottare delle meccaniche da FPS che vanno in netto contrasto con lo sviluppo generale del gioco, il risultato si traduce in un’opprimente sensazione di disagio in ogni comando che viene eseguito, il sistema di controlli in generale è anch’esso molto primitivo e rozzo, spesso impreciso e può causare il fallimento di una sezione costringendo il giocatore a rifare tutto. Il comparto grafico di Albedo : Eyes from Outer Space presenta diverse lacune, nonostante il meticoloso livello di dettaglio che caratterizza gli ambienti e la possibilità di interagirvi, l’intero titolo è pervaso da una sensazione di “precarietà” con modelli poligonali molto scarni e fisica degli oggetti spesso soggetta a bugs di ogni sorta. La varietà degli ambienti è pressochè inesistente, l’intera base riporta spesso gli stessi modelli, con pochissime variazioni di luce e la totale assenza di ombre.
Nonostante il titolo lasci molto desiderare dal punto di vista grafico, non si può dire lo stesso del carico artistico, le ambientazioni fantascientifiche in stile anni ’50 richiamano fortemente fenomeni dell’epoca come The Twilight Zone o il più moderno GhostBusters, senza mancare di easter eggs e riferimenti al mondo fantascientifico mentre l’architettura del mondo di gioco ricorda moltissimo l’eterprise di Star Trek, non mancano riferimenti a Ritorno al Futuro e Matrix, con uno sviluppo narrativo che intreccia il tempo e lo spazio come già visto in Interstellar.
L’opera di Fabrizio Zagaglia riesce a regalare qualche ora di divertimento e spinge il giocatore a spremere le proprie meningi per spingersi fino alla fine di un titolo che in realtà non dura moltissimo ma che riesce ad essere molto intenso nonostante le numerose e gravissime lacune.
PRO:
- Puzzle complessi e ingegnosi
- Interazioni con gli ambienti ben curate
- Numerosi richiami al mondo sci-fi
CONTRO:
- Level Design molto basilare
- Gravi lacune grafiche
- Sistema di controllo primitivo e impreciso
- Gestione dell’inventario molto scomoda