Molto spesso ci si trova a dibattere su quanto effettivamente il videogioco sia una forma d’arte. Esempi come Journey o Limbo portano il giocare su un piano totalmente nuovo del media, confrontando con loro le visioni dei creatori, cercando di trasmettere un messaggio o una particolare sensazione. AER Memories of Old è esattamente questo, un gioco che più di ogni altra cosa vuole rendere il concetto di libertà, libertà fine a se stessa, dove la trama o il limitato gameplay altro non sono che motivi per spingere il giocatore a sedersi e rilassarsi, a godere dei colori e delle sensazioni che gli sviluppatori hanno immaginato. AER Memories of Old di Forgotten Key è un gioco che non è assolutamente per tutti, ma che a tutti consigliamo; un titolo che prende la parola libertà e la fa videogioco.
Sogno di Volare
La giovane Auk è dotata di un potere sorprendente, quello di potersi trasformare in un uccello e librarsi nel cielo. Grazie a questa sua capacità, la ragazza può viaggiare per il mondo volante di AER, un insieme di isole sospese nel cielo a cui fanno capo degli spiriti animali. Questo suo potere di comunione con la natura la renderà l’eroina del suo mondo, l’unica in grado di ricostruire il passato e arginare il Nulla che minaccia l’intera esistenza. Anche AER si avvale di una narrativa attiva, in cui la storia del mondo e del passato sono raccontante attraverso steli di pietra e rotoli di pergamena, che raccontano di quando gli dei erano sulla terra e di come l’abbiano poi abbandonata, di guerra, di religione, degli uomini stessi. Un quadro estremamente affascinante, amplificato anche dalla comparto artistico che contrariamente alla direzione attuale, risulta il più semplice possibile. Ci sono anche echi delle epoche precedenti, con i fantasmi delle persone passate, visibili solo attraverso la lanterna della protagonista, schegge di memoria che sono rimaste impresse nella realtà, vestigia di epoche e catastrofi che non ci sono più. La storia di AER è profonda, enigmatica, ma come abbiamo già detto, parliamo di un mero pretesto per scatenare il desiderio di scoprire e viaggiare del giocatore.
La rappresentazione della libertà
In AER non ci sono nemici da combattere, boss da sconfiggere o misteri da risolvere, ma solo il docile fluttuare di Auk nel cielo per raggiungere i vari luoghi di interesse all’interno del mondo di gioco. E’ difficile parlare di vero e proprio gameplay o obiettivo per AER: se si seguisse la storia principale, cioè quella di arginare il Nulla, il titolo di Forgotten Key non durerebbe più di tre ore, ma se invece ci si lascia inondare dal senso di libertà ed esplorare tutto il mondo di gioco, si scoprirà che AER ha tantissimo da offrire. Già dopo la brevissima introduzione, si viene gettati nel cielo, con le isole fluttuanti all’orizzonte, completamente alla portata di Auk. Sin da subito il gioco non vi impone limiti nella sua componente esplorativa, cosa che sorprende il giocatore, visto che nella stragrande maggioranza dei casi ci si ritrova davanti a percorsi guidati e ben delineati. Qui invece si ha un intero mondo a disposizione, una bussola e delle frammentarie indicazioni su come muoversi. Non tutti i luoghi in AER saranno funzionali alla storia, ma raccontano la vita delle pochissime persone che vivono sull’arcipelago galleggiante e sul mondo in generale, ma nel momento in cui si arriva ai templi importanti per la storia, l’esplorazione si focalizza sul camminare. I dungeon in questione avranno dei semplicissimi puzzle da risolvere, ma si procede abbastanza spediti senza preoccupazioni, ammirando l’ambiente e apprezzando l’ottimo level design messo in piedi dai ragazzi di Forgotten Key. E’ un peccato che all’interno dei luoghi chiusi non si possa sfruttare la trasformazione in uccello di Auk, andando a costruire una dualità di gameplay tra l’esplorazione all’interno e all’esterno dei dungeon che spezza un po’ il senso di libertà insito nel gioco.
Arte in movimento
Tuttavia volare tra le meravigliose isole fluttuanti in forma di uccello è una delle esperienze più significative mai offerte all’interno di un videogioco. Non si vola con un’astronave o con altri orpelli tecnologici, ma si è direttamente l’uccello. Il volo ha da sempre affascinato l’uomo e poter finalmente provare le sensazioni direttamente tramite pad è una sensazione indescrivibile, resa alla perfezione dal sistema di controlli sviluppato da Forgotten Key. Auk è leggiadra, anche quando cammina, e se inizialmente si rimane inebriati dalla sensazione di velocità e di libertà, ben presto si impara ad apprezzare la precisione al tempo stesso la semplicità dei comandi, cosa che poteva benissimo essere sbagliata in un nonnulla. E’ qui che si realizza il grande pregio di AER, essere profondo e complesso nella sua incredibile semplicità.
Questa contraddizione si riflette ovviamente anche nell’aspetto tecnico e artistico, con personaggi e paesaggi formati da pochi poligoni sapientemente modellati, che rendono solamente un abbozzo dell’identità del territorio e degli esseri che lo abitano, facendo plasmare al giocatore il proprio disegno. I colori utilizzati, lo stile adottato, tutto quanto in AER è studiato per rendere la semplicità del gioco un valore e non una scusa, e vi riesce benissimo. In questo modo, il gioco non vi annoierà mai, arrivando ad essere una sorta di vera e propria fuga dalla realtà. Il tutto ovviamente aiutato da una colonna sonora meravigliosa, etera e magica, sviluppata dalla compositrice Cajsa Larsson che avvolge l’intera avventura per la sua comunque breve durata, catturando il giocatore e regalandogli attimi di pura magia.
PRO:
- Direzione artistica magistrale
- Il concetto di libertà espresso in videogioco
- Sistema di controllo perfetto
- Colonna sonora magica
CONTRO:
- Dura onestamente molto poco
Versione testata: PC