Nel 2005 Nintendo lanciò sul mercato internazionale una delle sue console di maggior successo commerciale che tutt’ora detiene il record per essere la console portatile con il maggior numero di unità vendute considerando tutte le sue revisioni uscite fino al 2014, anno in cui la produzione della console fu dismessa. Stiamo ovviamente parlando del Nintendo DS, la console con due schermi ricordata per essere stata la prima portatile di successo a proporre un sistema di interazione basato sull’uso di un touchscreen e di un pennino o stylus (sebbene non sia stata la prima in assoluto dato che il primato spetta alla semi-sconosciuta Game.com prodotta da Tiger): la scelta di integrare una tecnologia per gli input differente dagli ormai rodati tasti permise a Nintendo di realizzare giochi pensati attirare sulla sua console anche un pubblico adulto che non aveva mai giocato su un dispositivo dedicato sinora, proponendo loro un metodo di interazione più facile da approciare rispetto ai più comuni tasti. Nasce così Touch! Generations, un brand che racchiude quei giochi destinati ad un pubblico più vasto rispetto ai titoli tradizionali, grazie ad un gameplay di più facile approccio: la Touch! Generations ha sicuramente avuto un impatto non indifferente sulla diffusione del Nintendo DS: se guardiamo infatti la classifica dei giochi più venduti per questa console nelle prime dieci posizioni, in gran parte occupate da titoli con protagonista Super Mario o legati al franchise di Pokémon, in settima e quarta posizione troviamo i due capitoli del Brain Training ed in seconda posizione, superato solo dall’immortale idraulico in rosso, vi è Nintendogs. Fra i titoli appartenenti alla Touch! Generations vi era una sorta di scatola dei giochi in versione portatile, una raccolta di svariati giochi da tavolo provenienti da tutto il mondo intitolata 42 Classici senza tempo: a 15 anni di distanza da quel gioco, Nintendo ha deciso di realizzarne una sorta di seguito, una versione riveduta e corretta del gioco per Nintendo DS pensato per adattarsi all’odierna ammiraglia dell’azienda giapponese, Nintendo Switch. Nasce così 51 Worldwide Games, ovvero il gioco preso in esame quest’oggi.
A poker non giochi con le carte in mano, ma con le persone che hai di fronte
A grandi linee 51 Worldwide Games una raccolta di 51 giochi, tutti condensati all’interno di un unico software venduto a prezzo budget: fra essi troviamo giochi di carte come il Texas Hold ‘em, Blackjack, Uno e Memory, giochi da tavolo come gli scacchi, la dama, backgamon, mancala (massì mancala, quello che c’era anche su alcuni vecchi Nokia 3310, che veniva chiamato Batumi. Quello in cui dovevi spostare i fagioli in senso antiorario. No? Quanto sono vecchio), il Manstermind e Forza Quattro, una simulazione di giochi come bowling, golf, freccette e biliardo, una selezione di solitari e dei giochi sportivi in versione giocattolo come una boxe da tavolo che ricorda il Rock ‘Em Sock ‘Em della Mattel (sapete no, il giocattolo con i due omini, uno rosso e uno blu, che si menavano fino a che uno non perdeva la testa. Quello che si vede anche in Toy Story 2. No eh?). Insomma, stiamo parlando di un gioco che spara sin da subito le sue cartucce dato che, ad eccezione di piccoli extra come un diverso stile per le carte e poco altro, 51 Worldwide Games mette a disposizione del giocatore tutto quello che ha da offrire: dato che non trovo sensato passare in rassegna ogni singolo gioco, vi illustrerò i pro ed i contro che ho riscontrato durante le mie partite ai giochi offerti da 51 Worldwide Games. Partiamo dicendo che il gioco segue perfettamente la filosofia della Touch! Generations di 42 Classici senza tempo, con la possibilità di utilizzare tutte le caratteristiche di Nintendo Switch per trovare la combinazione più adatta: che si decida di giocare in singolo o in multiplayer, di usare una console per giocatore in due oppure ognuno con la propria, di usare i joycon o che si preferisca il touch screen, 51 Worldwide Games offre sempre al giocatore la combinazione che gli è più congeniale. Chiaramente il tutto nei limiti del gioco selezionato: per esempio se stiamo giocando in due con una console sola sarà impossibile selezionare un gioco di carte dove si gioca con la mano coperta altrimenti ciascuno dei partecipanti conoscerebbe la mano dell’altro. Oltre alle modalità multiplayer locali, 51 Worldwide Games propone anche la possibilità online, ma date le svariate possibilità presenti, è stato implementato un matchmaking che cerca di mitigare la dispersione degli utenti fra i vari giochi: una volta entrato nella modalità online ci verrà chiesto di selezionare tre giochi fra quelli disponibili, in modo tale che il netcode abbia più probabilità di trovare giocatori con gli stessi interessi. Uno dei grandi limiti di 42 Classici senza tempo era sicuramente l’intelligenza artificiale, tarata un po’ troppo verso il basso: in 51 Worldwide Games questo aspetto è stato indubbiamente migliorato, implementando ben 4 livelli di difficoltà crescenti capaci di adattarsi ad ogni tipo di sfida, accompagnando in modo graduale il giocatore in erba e mettendo alla prova quello più esperto. Lo stile adottato nei menu del gioco è molto minimale e pregevole ed anche nelle sezioni di gioco effettivo è sempre molto gradevole, così come le musiche che fungono da soffice tappeto sonoro, rievocando i temi musicali della Touch! Generations. Sono inoltre presenti degli aiuti visivi (in alcuni casi disattivabili) che semplificano non poco la vita del giocatore, come la possibilità di vedere le carte valide da giocare in giochi come Sevens o Presidente, oppure le aree pericolose dove si rischia di essere mangiati negli scacchi. Ma ci sono un paio di ma in 51 Worldwide Games, perché nel cercare di mettere sul fuoco tutta questa carne si rischia di dimenticarsi della cura dei dettagli. In parte la questione riguarda la selezione di giochi proposti, alcuni non sempre ben riusciti per ciò che riguarda i controlli o in certi casi il concept stesso del gioco: penso soprattutto alla riproposizione di popolari giochi sportivi in versione giocattolo come il calcio o il baseball che nel cercare di adattare sport complessi ad una fruizione semplificata del gioco tira fuori un prodotto che non riesce ad intrattenere pienamente. Personalmente avrei preferito meno giochi di questo tipo focalizzando l’attenzione delle proposte su giochi da tavolo o di carte, magari ripescando anche da quelli presenti in 42 Classici senza tempo ed ingiustamente scartati in 51 Worldwide Games come il bridge o il draw poker. L’altro problema con 51 Worldwide Games è il modo in cui apprendiamo le regole di ciascun gioco: nella maggior parte dei casi le regole vengono spiegate tramite semplici caselle di testo e nei giochi più complessi come gli scacchi o li shogi sono inseriti dei piccoli tutorial per mostrare al giocatore come le pedine muovono sul piano di gioco, ma la maggior parte dell’apprendimento del gioco è demandato alle partite vere e proprie. Non sono presenti, per esempio, dei tutorial che analizzino, magari partendo da una situazione pregressa, quali sarebbero le mosse migliori da intraprendere per permettere al giocatore di apprendere strategie avanzate tramite esempi : di fatto se uno volesse avvicinarsi ad un gioco più complesso come gli scacchi ne sarebbe scoraggiato perché il gioco non riesce ad insegnarti effettivamente a giocare ed il tutto si riduce ad un andare a tentoni nel tentativo di ottenere dei risultati soddisfacenti.
La recensione in breve
51 Wordlwide Games è sicuramente un prodotto che fa ciò che promette, ovvero offrire tutti gli strumenti per potersi divertire in maniera virtualmente infinita, da soli o in compagnia, con una sostanziosa raccolta di giochi capace di soddisfare praticamente il gusto di qualsiasi persona. Al netto di qualche difetto, come l'assenza di particolari extra o di tutorial definibili tali, si tratta comunque di un ottimo erede di quella che è stata la Touch! Generations su Nintendo DS.
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Voto Game-Experience