Ci sono indie che catturano l’attenzione per la loro componente artistica o per le loro meccaniche innovative. Altri invece fanno drizzare le antenne agli estimatori per i nomi che ci sono dietro. Frédérick Raynal è un geniale game design francese che forse ai più non dirà nulla, ma chi ha qualche anno in più non potrà non ricordare il suo straordinario contributo all’industria con quel titolo leggendario che è stato Alone in the Dark, precursore anche del genere survival per alcune delle meccaniche inserite (Resident Evil sarebbe arrivato solo dopo). Ecco perché quando lo studio Gloomywood aveva annunciato l’uscita di 2Dark, sviluppato proprio da Raynal, qualcosa nella nostra memoria si è destato dalla polvere, speranzosi di vederci finalmente piombare tra le mani un nuovo titolo eccellente. E come potete vedere dal voto in fondo, le nostre aspettative non sono state deluse.
Nessuna favola della buonanotte
2Dark è ricchissimo di contrasti, un titolo che fa dei poli opposti la sua ragione di vita. Lo stile con il quale l’avventura viene narrata è molto cartoonesco, disegnato in maniera quasi caricaturale, ma gli argomenti trattati nel gioco sono estremamente crudi, macabri, con un’abbondante dose di splatter e gore. Il protagonista della nostra storia sarà il Detective Smith, la cui moglie è stata brutalmente assassinata e i figli rapiti da uno sconosciuto durante una vacanza al lago. Entrato in una spirale di depressione, Smith abbandona la polizia per dedicarsi, come nel più classico dei polizieschi americani, alla risoluzione dei casi senza dover passare per forza nelle maglie della legge. Questo lo porterà sulle tracce di una serie di rapimenti di bambini da parte di una orripilante banda di serial killer senza scrupoli, che utilizzeranno i poveri innocenti per i motivi più disparati. Se vi aspettate il classico poliziesco allora siete fuori strada: 2Dark è estremamente macabro e violento, con i poveri bambini andati incontro ai destini più orribili, tra esperimenti, cannibalismo e macabre esposizioni di bambole. Nonostante lo stile sia tendente al cartoonesco, questo non fa che amplificare l’atmosfera sadica e malata, con il risultato che è l’opposto di quello che qualsiasi persona sana di mente potrebbe pensare. E ci è piaciuto, quanto ci è piaciuto.
Non da soli nel buio
2Dark è uno stealth game survival a visuale isometrica. Il vostro obiettivo come detective sarò quello di salvare i poveri bambini rapiti all’interno di livelli molto grandi e per la quasi totalità immersi al buio. Una volta trovati tutti i bambini, bisognerà prenderli e portarli verso l’uscita, uno per uno o in gruppo. Semplice? All’apparenza sì, ma alla pratica è tutto un altro paio di maniche. Innanzi tutto i bambini saranno sparsi lungo tutto il livello, e alcuni sono davvero enormi, quindi recuperarli tutti uno ad uno può essere un’operazione davvero complessa. Inoltre andare in giro per luoghi bui circondati da bambini piangenti mentre dei killer potrebbero spararvi a vista potrebbe non è proprio una “passeggiata”. Ogni livello infatti è pattugliato da numerosi nemici dal grilletto facile che si frapporranno fra voi e la salvezza dei bambini. Ecco perché procedere in maniera stealth è obbligatorio in 2Dark per svariati motivi. Il primo è che avrete sì a disposizione una pistola, ma i colpi sono estremamente limitati e non basteranno ovviamente ad uccidere tutti. Studiare le ronde, nascondersi nel buio e assassinare le guardie non visti faranno la differenza tra il successo ed il fallimento, soprattutto verso i livelli finali. Nella vostra ricerca dei bambini scomparsi, dovrete ovviamente fare i conti con alcuni puzzle ambientali, una ricchissima serie di enigmi e determinati elementi scenici che potrebbero sconfinare nel trial and error. Non è inusuale infatti procedere nell’oscurità e ritrovarsi morti a causa di botole non viste o spuntoni che escono dal pavimento. Nulla di eccessivo, sia chiaro, ma sono meccaniche che erano relegate ai giochi di una volta e adesso ci sembrano un po’ fuori luogo. Inoltre i vari luoghi che 2Dark ci farà visitare saranno infarciti di indizi, propedeutici alla risoluzione del caso e all’avanzamento del gioco, che vi faranno scoprire tutta l’orrenda verità su cui il Detective Smith sta indagando.
Il supereroe con la torcia
La parte predominante del gameplay è quindi quella stealth, che vi consigliamo soprattutto alla luce di un sistema di combattimento abbastanza abbozzato. Le armi da mischia infatti riescono ad uccidere con un colpo i nemici di spalle, ma sono praticamente inutili nel corpo a corpo. Nel malaugurato caso veniste scoperti, abbandonate immediatamente l’idea di combattere, dato che non di rado ci è capitato di colpire a vuoto il nemico (e viceversa). Quella su cui dovrete fare affidamento è invece la vostra torcia, fondamentale dato che la maggior parte dei livelli è immersa nell’oscurità. Accendini, torce e lanterne hanno portata differente e consumi diversi, che vi obbligheranno a cercare rifornimenti lungo tutte le aree di gioco facendo economia delle vostre risorse; non a caso la componente survival è estremamente presente, e non possiamo fare a meno di notare numerosi riferimenti ad Alone in the Dark, opera prima di Raynal. Tutto è gestito da un inventario presente sulla sinistra dello schermo (apparentemente infinito) dal quale potrete selezionare tutti gli oggetti raccolti. Smith può impugnare contemporaneamente due oggetti, ma la loro selezione è estremamente macchinosa, dato che gli strumenti equipaggiati vengono evidenziati nell’inventario in maniera molto approssimativa, con una manina dello stesso colore dello sfondo. In questo modo la selezione è estremamente confusa, facendovi perdere secondi preziosi a capire cosa avete effettivamente abbiate in mano. La difficoltà del gioco è molto alta anche rispetto alla media degli stealth moderni, soprattutto grazie ad un escamotage che i giocatori più hardcore apprezzeranno sicuramente. Il salvataggio sarà possibile solo combinando sigarette e accendino, rendendovi immobili e vulnerabili per alcuni secondi mentre fumate. Se questo non vi sembra abbastanza, allora sappiate che ogni salvataggio sarà sovrascritto, quindi dovrete ricominciare per forza dall’ultimo salvataggio, oppure ripetere dall’inizio l’intera missione.
Good ol’ times
Lo stile grafico di 2Dark è estremante retrò, in un pixel che ricorda prepotentemente l’epoca Amiga, imperdibile per i nostalgici. A livello artistico abbiamo, come già detto, un contrasto fra i tratti cartooneschi del disegno e la crudezza degli argomenti trattati. Vogliamo spendere due parole infine sull’IA del gioco: quello che impedisce a 2Dark di raggiungere l’apice della categoria è proprio la pessima IA dei nemici. Alcuni sembrano ignorare totalmente Smith mentre altri ne percepiscono i movimenti a chilometri di distanza. Alcuni si sono letteralmente incastrati in zone chiave del livello, costringendoci a ricominciare a pochi minuti dalla fine di una missione. Oltre a questo, alcuni piccoli bug che hanno inficiato la nostra partita, uno particolarmente fastidioso che oscurava lo schermo in maniera perenne quando tentavamo di salire delle scale. Il gioco ciononostante, rimane comunque eccezionale e consigliatissimo, nonostante ci sia questo rammarico per un’occasione sprecata.
PRO
- Ottime meccaniche stealth
- Storia macabra e violenta che cattura il giocatore
- Impegnativo e longevo
- Stile grafico ricercato e retrò
CONTRO
- Gestione dell’inventario macchinosa
- IA nemica a volta traballante
- Bug minori
Versione Testata: PC