Quasi un anno fa, una madre di Crema aveva chiesto aiuto ai servizi sociali per la grave situazione in cui versava il figlio adolescente. Il ragazzo infatti era risultato essere dipendente dai videogiochi, a causa di partite che duravano intere giornate. La scarsa attenzione dimostrata a scuola, dovuta alla stanchezza, aveva fatto scattare l’allarme dei genitori.
A questo punto, i servizi sociali si erano rivolti al tribunale dei minori di Brescia ottenendo l’allontanamento dello studente dalla propria famiglia. La signora quindi aveva cercato di opporsi alla decisione rivolgendosi al “Comitato cittadini per i diritti umani” e ricevendo assistenza legale sul caso. Tre mesi fa, i servizi sociali avevano cercato di portarlo via ma la rigida opposizione al prelevamento l’aveva impedito.
Il 28 dicembre scorso, poi, il magistrato aveva confermato il decreto di allontanamento per far entrare il ragazzo in comunità. Già dall’udienza del 6 dicembre, però, il ragazzo aveva dimostrato di volersi riscattare, disfacendosi dei suoi giochi e frequentando in modo regolare le lezioni scolastiche.
Alla fine i buoni propositi e gli sforzi della madre che nel frattempo aveva aperto un tavolo anche con l’amministrazione comunale, non sono serviti allo scopo. Il 5 febbraio è stata notificata così l’ordinanza e il conseguente obbligo di presentarsi, la mattina successiva, presso il Centro Assistenza alla Persona di Crema.
Il genitore e l’avvocato continueranno la loro battaglia legale contro questa decisione che riserverà in futuro ulteriori sviluppi.