Jennifer Svedberg-Yen, lead writer di Clair Obscur: Expedition 33, ha spiegato in una recente intervista che il gioco non offre un “finale buono” o “cattivo”, ma due conclusioni complementari, entrambe pensate per stimolare riflessione e interpretazione. “Non c’è un finale giusto, né uno considerato canonico o ufficiale da Sandfall”, ha affermato, chiarendo che ogni esito della storia è stato concepito con uno scopo preciso. “Entrambi sono lì per un motivo, nessuno è perfetto, e tutti e due sono strazianti a modo loro”.
La filosofia di scrittura di Svedberg-Yen si fonda sulla libertà di lettura: Clair Obscur (gioco che riceverà un aggiornamento gratuito con un nuovo dungeon, boss ed altro) non spiega mai troppo, ma invita i giocatori a “mettere insieme i tasselli” e a costruire il senso della storia con la propria sensibilità. È un approccio che contrasta apertamente con l’uso dei deus ex machina, soluzioni narrative che risolvono artificialmente i conflitti; la sceneggiatrice ritiene invece che ogni elemento debba emergere coerentemente dal percorso emotivo e morale dei protagonisti.
Svedberg-Yen ha affermato quanto segue:
“Onestamente la nostra filosofia è sempre stata quella di non spiegare eccessivamente, ma di fidarci dell’abilità dei giocatori di mettere insieme i tasselli. Per questo motivo ci tengo a dire a tutti che non c’è un finale giusto, non ce n’è uno canonico, né uno che è considerato ufficiale da Sandfall. Entrambi i finali sono lì per un motivo, li abbiamo inseriti entrambi per un motivo, sono stati progettati in modo molto particolare. Nessuno dei due è perfetto. Entrambi sono strazianti a modo loro”.
Nell’intervista pubblicata su Lits Play — un lungo approfondimento che analizza la genesi dell’opera — Svedberg-Yen racconta anche il processo creativo dietro la stesura, le sue influenze letterarie e la collaborazione con il team di Sandfall. Intorno al minuto 26:03 del video, l’autrice spiega come è stato costruito il finale, descrivendo la sfida di mantenere equilibrio tra coerenza narrativa e impatto emotivo. Più avanti, verso il minuto 34:26, si parla del “vero volto” del mondo di gioco e delle svolte drammatiche dell’Atto 3, con particolare attenzione al destino di Gustave e all’evoluzione di Maelle.