Stando ad un nuovo articolo, il recente blackout del PlayStation Network (PSN), durato quasi 24 ore, ha dimostrato quanto i giocatori PC avessero ragione a contestare l’obbligo di collegare un account PlayStation per accedere ai giochi Sony su Steam.
Ebbene sì, come leggiamo su PC Gamer, la protesta, che inizialmente sembrava una semplice opposizione a un’inutile richiesta di registrazione, si è rivelata alla fine fondata quando il crollo del PSN ha reso inaccessibili i giochi per tutti coloro che avrebbero dovuto accedervi tramite questo servizio.
Un problema che i giocatori PC sono riusciti a evitare proprio grazie alla pressione esercitata su Sony, che alla fine ha rinunciato all’obbligatorietà dell’account. La vicenda ha avuto origine con Helldivers 2, un gioco che, secondo i piani iniziali di Sony, avrebbe richiesto un account PSN per essere giocato su PC.
Questa imposizione ha subito incontrato una forte resistenza, soprattutto perché avrebbe escluso i giocatori di Paesi in cui il PSN non è disponibile. La protesta si è manifestata con un’ondata di review bombing, spesso criticata per l’uso improprio in altri contesti, ma che in questo caso ha avuto l’effetto di spingere Sony a riconsiderare la sua decisione.
La vera svolta, però, è arrivata con il blackout del PSN. Durante queste 24 ore di interruzione, tutti i servizi PlayStation sono risultati inaccessibili, impedendo ai giocatori di accedere ai loro giochi. Se l’obbligo dell’account fosse rimasto, lo stesso sarebbe accaduto su PC, lasciando migliaia di utenti senza la possibilità di giocare, anche offline. Questa situazione ha messo in evidenza i rischi di affidare l’accesso ai giochi a un sistema esterno e ha rafforzato la posizione di chi si opponeva a questa pratica.
Oltre ai disagi tecnici, la gestione della crisi da parte di Sony ha sollevato ulteriori dubbi. L’azienda non ha fornito spiegazioni chiare sulle cause dell’interruzione né ha rassicurato gli utenti sulla sicurezza dei loro dati. Questo episodio ha quindi sostanzialmente ricordato ai giocatori PC perché preferiscono evitare dipendenze da piattaforme proprietarie: la libertà di giocare senza vincoli aggiuntivi è un valore fondamentale per questa community.
Alla fine, la pressione della comunità PC ha ottenuto un risultato significativo: Sony ha eliminato l’obbligo dell’account PSN per i giochi su Steam, lasciando agli utenti la possibilità di scegliere se collegarlo per eventuali vantaggi. Questo caso dimostra che le proteste dei giocatori possono avere un impatto concreto e che la difesa della libertà di accesso ai giochi è una battaglia che vale la pena combattere.