PS6 e Xbox Next rappresentano una sfida cruciale per l’industria videoludica e Shawn Layden, ex capo dei Worldwide Studios di Sony, non crede che la next-gen debba basarsi sull’eterna corsa alla potenza: il miglioramento tra 90fps e 120fps è impercettibile per la maggior parte dei giocatori. Piuttosto, immagina console più economiche, standardizzate e aperte ad altri produttori hardware, un modello simile a quello dei Blu-ray o dei CD.
Una rivoluzione che potrebbe ampliare l’utenza, oggi ferma e sempre meno attratta dal comprare console costose solo per pochi giochi esclusivi. Ma questa visione potrebbe deludere chi si aspetta un salto grafico e prestazionale netto.
Guardando a Microsoft, Layden intravede un bivio simile a quello che affrontò SEGA con il Dreamcast: l’azienda potrebbe scegliere di ridurre il focus sull’hardware per aprire Xbox a Windows e ad altri store digitali, rendendola di fatto un ecosistema ibrido tra console e PC. Un approccio che risponderebbe alla richiesta sempre più pressante delle nuove generazioni: poter giocare ovunque, senza vincoli di piattaforma. Già oggi Sony e Microsoft pubblicano titoli sulle rispettive console concorrenti, segnale che le esclusive stanno lentamente perdendo centralità.
Il problema di fondo, secondo Layden e altri analisti, è che l’industria non riesce a conquistare nuovi giocatori. Si continua a chiedere sempre più soldi agli stessi utenti, mentre i giovani preferiscono esperienze free-to-play su mobile e PC. Il modello del gioco premium da 80 dollari fatica a reggere il confronto con titoli come Fortnite, capaci di monopolizzare centinaia di ore senza costi di ingresso. Piscatella di Circana evidenzia come già oggi un’enorme parte del tempo speso su console sia assorbito da pochi titoli live service, che lasciano briciole agli altri giochi.
Nonostante ciò, Layden non decreta la fine delle console né dei giochi premium: secondo lui le abitudini dei giocatori potrebbero cambiare col tempo, con molti che da adulti vorranno esperienze più comode e approfondite su console. Inoltre, intravede una rinascita dei titoli AA, produzioni a budget medio capaci di innovare più facilmente rispetto ai colossi tripla A, sempre più ingessati da costi eccessivi. A ciò si aggiunge una probabile trasformazione nella produzione: team più piccoli, outsourcing mirato e cicli di sviluppo meno rischiosi, simili al modello cinematografico.
Layden ha affermato quanto segue:
“Credo che oramai abbiamo raggiunto l’apice della tecnologia videoludica. Quanti di noi infatti riescono davvero a distinguere tra un gioco a 90fps ed uno a 120fps? Non ha più senso seguire modelli basati sulla crescita indefinita della potenza di elaborazione. Piuttosto, per il futuro delle console sarebbe più utile rendere gli ecosistemi più economici e semplici. Lo so, è difficile abbracciare questa nuova strategia ma è una strada che prima o poi dovremo percorrere. E nel farlo, per favore, cerchiamo di trovare anche il modo di coinvolgere un numero maggiore di aziende desiderose di produrre hardware”.
Il futuro del gaming, dunque, non sarà solo una questione di grafica più realistica o di hardware più potente. Sarà soprattutto una sfida di accessibilità, sostenibilità e varietà. Le prossime console, PS6 e Xbox Next, potrebbero segnare l’inizio di un’epoca in cui la competizione si giocherà non più sulla potenza bruta, ma sulla capacità di includere più giocatori, abbattere barriere e creare esperienze nuove.