Il mercato console sta attraversando una fase complessa: se da un lato i ricavi sono ai massimi storici, dall’altro il numero di unità vendute racconta una storia meno positiva. Secondo le analisi di Ampere e di esperti come Christopher Dring, la generazione PS5 e Xbox Series X|S registrerà 20 milioni di console in meno vendute rispetto alla coppia PS4/Xbox One, considerando lo stesso arco temporale del ciclo vitale.
Le cause sono molteplici.
Gli analisti affermano che Il problema principale riguarda Xbox, che fatica molto di più rispetto alla generazione precedente, mentre PlayStation riesce a mantenere numeri solidi, con una crescita complessiva di utenti attivi (+6 milioni nell’ultimo anno, per un totale di 124 milioni tra PS4 e PS5). Ciò non basta però a compensare la flessione globale.
A pesare è anche il costo elevato dell’hardware, che ha spostato l’acquisto delle console verso le famiglie più benestanti: negli Stati Uniti il 43% delle vendite riguarda nuclei con redditi superiori a 100.000 dollari, contro il 36% di pochi anni fa. Parallelamente, l’età media dei giocatori console è aumentata fino a 27,9 anni, mentre i giovani adulti (18-24 anni) rappresentano appena il 3% degli acquirenti, in forte calo rispetto al passato.
Dal punto di vista economico, però, il quadro è diverso: l’attuale generazione è la più redditizia di sempre, superando persino l’epoca di Wii, Xbox 360 e PS3. Questo grazie ai prezzi più alti di hardware, software e abbonamenti, che compensano il calo delle unità vendute. Solo negli Stati Uniti, il 2022 ha registrato 6,6 miliardi di dollari di ricavi hardware, cifra mai toccata prima.
La contraddizione è evidente: i ricavi crescono, ma la base installata più ridotta rischia di rendere più difficile per gli sviluppatori sostenere i costi sempre crescenti dei videogiochi. In un contesto in cui tablet e smartphone sono diventati il punto di accesso principale al gaming per i più giovani, console e produttori devono trovare un nuovo equilibrio per mantenere la loro centralità nel settore.