Da donzella in difficoltà a eroina dopo il successo del film su Super Mario la principessa Peach di questo “Showtime” è davvero una forza della natura. Laddove in Super Princess Peach per Nintendo DS, parecchi anni fa, la giovane donna era sì diventata protagonista, ma senza liberarsi degli stereotipi patriarcali di “bomba emozionale” (come se la sua forza fosse solo la capacità di cambiare umore) in Princess Peach: Showtime! la regnante mette in mostra le sue vere capacità. Spadaccina, pistolera, chef dolciaria e tanto altro: non c’è limite a ciò che Peach può fare, se lo desidera. Il tutto, racchiuso in un meraviglioso contesto artistico ambientato nel luogo dove tutto è possibile: il teatro. Ma scopriamone di più, con la nostra recensione di Princess Peach: Showtime!
L’abito fa il monaco
In Princess Peach: Showtime! interpretiamo la nobile di rosa vestita, che dopo aver trovato un volantino misteriosi decide di partecipare all’inaugurazione di un nuovo teatro per assistere a qualche rappresentazione. Una volta lì, però, una strana figura mette tutto sottosopra, si impossessa dei palchi adibiti per gli spettacoli e sigilla Peach e i teatranti nella struttura. La principessa di una volta sarebbe stata probabilmente chiusa in gabbia e avrebbe dovuto attendere l’arrivo dell’aitante (manco troppo) Mario, ma stavolta no.
Stavolta, memore delle sue azioni spericolate nel film di Illumination dell’anno scorso, la ragazza si rimbocca le maniche, si lega i capelli e si prepara a combattere. Con lei ci sono i succitati teatranti, piccole creaturine adorabili, e un insperato aiutante magico che si offre di guidare Peach nei vari stage adibiti per le rappresentazioni e darle gli strumenti che le serviranno per avanzare e liberare gli stage corrotti dal nemico. Sfruttandoli, Peach inizia a mettere KO i nemici con una piroetta e un leggiadro colpo di nastro, finchè… trova gli abiti di scena destinati ai protagonisti di ogni storia, e indossandoli entra a far parte della rappresentazione messa su dagli invasori giocando ad armi pari con loro sul palco.
Mary Sue sì, o no?
Diversamente dai power up di Mario, quelli della principessa non le donano abilità sovrumane come sparare fuoco dalle mani, volare o essere invulnerabile. Realizzare la loro natura di costumi di scena è essenziale per capire che tutto ciò che Peach fa sul palco è “farina del suo sacco”. Che si tratti di prendere al lazo un nemico mentre corre su un cavallo-marionetta nel vecchio West, cucinare torte prelibate, o far sibilare un fioretto tra le linee nemiche con eleganza, è Peach a saperlo fare e a metterlo in pratica, solo in parte “aiutata” dal boost di fiducia dovuto all’abito giusto al momento giusto. Sapete cosa si dice sugli abiti e i monaci, no?
Il rischio di darle troppo potere e capacità, innescando un meccanismo “Mary Sue” era alto, in effetti. Per chi non lo sapesse, Mary Sue è il prototipo del “personaggio femminile che sa far tutto e perciò risulta irritante, saccente o inutilmente overpowered”. Prima che ciò accada, però, interviene il contesto teatrale. Sia i nemici, gli alleati e la stessa principessa si comportano e muovono perfettamente consci di essere su un palco.
Ballano e si muovono per intrattenere oltre che per combattere, ora in modo buffonesco, simili alle maschere tradizionali dei teatri di tutto il mondo; ora con più solennità, da bravi attori, ma restando comunque personaggi di uno show con una sola protagonista ben dichiarata nel titolo. L’epilogo quindi può essere uno e uno solo e Peach trionferà: ma è il viaggio che conta, insieme alla narrazione, che in questo caso sfonda la quarta parete e diventa interattiva attraverso il gameplay.
Girls (and boys) just want to have fun!
Il gameplay di Princess Peach: Showtime! non verrà certo annoverato fra i più impegnativi e coinvolgenti di sempre… ma funziona. E’ divertente e vario, alterna momenti platform ad altri light action, non disdegna i mini giochi e nemmeno le boss fight. Se siete giocatori che hanno bisogno di grandi stimoli ludici per proseguire un’avventura potreste al massimo trovarlo noioso, ma di sicuro, per dire, non ripetitivo né statico.
Ciascun livello è come un mini-gioco a sé stante, con il suo set di regole particolare, la sua mini-storia e un incipit, uno svolgimento e una conclusione ben definite. E che, oltretutto, richiamano alla mente la suddivisione in atti tipica degli spettacoli teatrali. Peraltro, questa suddivisione non è sempre identica, così come la struttura delle parti che la compongono. Prendiamo a esempio la “favola” della spadaccina: la classica storia di ascesa dell’eroe, che parte senza sapere cosa sia capace di realizzare, senza strumenti, ma fa del suo meglio quando la situazione lo richiede.
Poi si “veste” da eroe (quando Peach ottiene il primo power up e la spada) e allora tutto cambia. Il ritmo della storia si fa più sincopato, ci sono più nemici a schermo e la protagonista deve muoversi su scenografie più complesse, salendo tanto fisicamente quanto metaforicamente su una torre che rappresenta la sua crescita. Infine deve sconfigge il Boss, il classico “rovo avvelenato” delle favole: il regno è salvo.
Diversissima, invece, la rappresentazione della Chef dolciaria. In quella storia infatti, la protagonista è una rinomata chef chiamata dai suoi colleghi per aiutarli in un momento di difficoltà, che riesce immancabilmente nella missione che per gli altri era impossibile in virtù della sua fama di cuoca. Di minigame in minigame, Peach deve mettere la panna su una serie di dolci rotanti e affrontare una sezione alla “Overcooked” con piatti da preparare a ritmo sincopato. Che dire poi delle vicende della Ninja misteriosa, nel cui livello ci sono delle sorprendenti (per quanto semplicissime) sezioni stealth. “Sorprendenti” perché le trovate scelte per far mimetizzare Peach e la messa in scena, letteralmente, sono originali e divertenti ogni volta.
La magia del teatro si veste di rosa
Nonostante la semplicità che caratterizza il fronte ludico, inevitabile per abbassare l’età consigliabile del gioco, le meccaniche di gioco e il loro legame con il tema portante del titolo, il teatro e gli spettacoli teatrali, possiedono un’aura di fascinazione attribuibile solo alla mitica “magia del teatro”. Ci sono tanti stage diversi, costumi inaspettati e particolari come quello da “sirena”, insieme ad altri più standard, ma di sicuro appeal, come “il ladro”, la più volte citata “spadaccina” o l’eroina “alla Power Ranger”. E’ comunque sempre fantastico assistere ai filmati che ritraggono e caratterizzano ogni trasformazione nei vari ruoli che Peach può ricoprire, e che ci hanno richiamato alla mente le vestizioni “lunari” di Sailor Moon e in generale il genere delle Mahō shōjo: le “ragazze magiche” che combattono il male, un abito alla volta.
Una parte importante del merito va però agli ottimi comparti artistico e tecnico, responsabili di un mix estetico e sonoro di alto livello impreziosito da piccoli dettagli qua e là, che non si possono sottovalutare. Parliamo di alcune animazioni particolari della protagonista, che per esempio può scendere certe scale scivolando sul corrimano nel livello cowboy, e altre situazioni simili. Poi, di citazioni e rimandi all’universo “mariesco” più o meno nascoste e di tutte le trovate atte a rendere ogni elemento del gioco parte dello show che sta venendo recitato da Peach e dai suoi avversari o alleati.
Vi abbiamo già spiegato come questo influenzi positivamente la percezione che si ha della trama, altrimenti linearissima e quasi bambinesca, e della protagonista “tuttofare”. Ebbene, in ambito ludico il setting, la “lore” e dunque il contesto sono ancor più importanti e addirittura “portanti”. Il sipario che si apre e si chiude per separare le situazioni importanti e mettere il focus su una lotta, un momento particolare o una cut-scene, o ancora meglio: l’illuminazione che cambia per evidenziare i momenti salienti sfruttando faretti, macchine del fumo e altri espedienti tipici dei palchi teatrali.
Chiude il cerchio la colonna sonora sempre azzeccata, orecchiabile e orchestrata che potete, e vorrete, ascoltare anche a parte dai livelli, tramite un menù apposito dedicato. Un altra sezione dello stesso menù è infine una specie di cabina armadio dove visualizzare – anche rigirandoli e “zoommando” a piacimento – tutti i costumi di scena indossabili e le variazioni di quello standard rosa, decorabile con rifiniture, cuciture e colorazioni alternative.
La recensione in breve
Princess Peach: Showtime! è il secondo videogioco di sempre con protagonista la principessa del Regno dei Funghi. Esteticamente fantastico, artisticamente eccezionale, non tenta di stupire ma ci riesce, comunque, in più di un modo. Il target principale sono i giovani, come dimostrato dal gameplay semplice e dalla durata esigua. Tuttavia, non ci sentiamo di usare solo il femminile per parlare ai destinatari principali del titolo. Peach è sempre Peach e chiunque, ragazzo o ragazza che sia, può imparare molto da lei.
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Voto Game-eXperience