Sony ha avviato una nuova ondata di blocchi contro gli account PlayStation Network di utenti russi che, registrandosi in altre regioni, cercavano di aggirare il divieto di accesso a PlayStation Plus. Da quando l’azienda giapponese ha interrotto le vendite e i servizi in Russia nel 2022 per protestare contro l’invasione dell’Ucraina, molti giocatori russi hanno provato a eludere le restrizioni creando nuovi account in Paesi come Turchia, India, Ucraina e Kazakistan. Tuttavia, il colosso giapponese ha ora cominciato a identificare questi tentativi e sospendere gli account coinvolti, a partire da inizio maggio.
Secondo diverse testimonianze riportate sia sui social e siti russi sia su quelli occidentali, i blocchi sono diventati sistematici e irreversibili, grazie al tracciamento degli indirizzi IP. Molti utenti hanno segnalato la sospensione di profili contenenti centinaia di giochi digitali regolarmente acquistati, senza possibilità di recupero o rimborso. Sony, infatti, considera queste registrazioni come violazioni evidenti delle sue politiche, e non offre assistenza agli utenti coinvolti.
Questo giro di vite dimostra la ferma posizione di Sony in merito al rispetto delle restrizioni imposte dopo l’inizio della guerra. Le sanzioni non riguardano solo PlayStation Plus, ma l’intero ecosistema PSN, rendendo di fatto inutilizzabili gli account coinvolti. Chi ha acquistato account o servizi tramite marketplace esterni o VPN si trova ora con l’accesso completamente revocato.
L’iniziativa di Sony si inserisce in un contesto più ampio di pressioni internazionali per isolare digitalmente la Russia. Per gli studenti e gli appassionati, questa vicenda rappresenta un chiaro esempio di come le aziende tech possano usare la geolocalizzazione e il controllo dei dati per far rispettare sanzioni globali anche nel mondo del gaming.
Concludiamo l’articolo segnalando che nei giorni scorsi Sony ha aumentato il prezzo di PlayStation Plus in alcuni Paesi.