PlayerUnknown’s Battlegrouds, meglio noto con l’acronimo PUBG, ha saputo a suo tempo fare la differenza. A questo titolo va infatti ricondotta l’esplosione di popolarità che ha interessato, e ancora oggi interessa, il genere dei battle royale. Il successo del titolo sembrava senza freni. L’utenza in continua crescita, una comunità sempre più ricca e appassionata. Poi, però, è arrivata Epic Games che ha offerto in forma del tutto gratuita la propria visione del genere battle royale con Fortnite che, nel giro di pochi mesi, ha completamente stravolto i precedenti ordini di grandezza.
Complici anche non pochi errori commessi dalla PUBG Corporation, e intervallato da diversi siparietti legali tra i due studi di sviluppo, PUBG ne è uscito destabilizzato e nel giro di pochi mesi ha perso molte migliaia di giocatori. E la perdita ancora oggi non si è arrestata.
Lo scorso gennaio (2018) il titolo di Bluehole registrò il suo massimo picco di giocatori, bel 3.236.027, mentre solo pochi mesi dopo, in maggio, si registrava una media di soli 1.861.002; quasi la metà dell’utenza. Un calo costante che ha interessato non solo l’utenza totale mensile ma anche quella media giornaliera, passata da 1.584.886,8 in gennaio a 843.218,6 in maggio.
Nel frattempo invece Fortnite continuava a collezionare nuovi utenti e, oggi, il divario tra i due titoli è tale da non lasciar dubbio del fatto che il titolo di Epic Games sia attualmente il dominatore incontrastato del genere.
PUBG Corporation deve agire in fretta se desidera cambiare le cose, poiché è chiaro che i piani attuali non hanno funzionato affatto.