Il boss di Xbox nonché CEO di Microsoft Gaming, Phil Spencer, ha affermato in una nuova intervista che l’opposizione di Sony all’accordo Activision Blizzard è dovuta sostanzialmente ad un fatto ben preciso: il produttore di PlayStation vuole “proteggere il proprio dominio” nel mercato console.
Difatti il dirigente ha affermato che “Il modo in cui crescono è rendere Xbox più piccola” in un recente podcast di Second Request. Questo perché ricordiamo come il colosso giapponese si è opposta sin da subito all’accordo da 68,7 miliardi di dollari di Microsoft per l’acquisizione di Activision Blizzard, concentrandosi in particolar modo sul futuro di Call of Duty nei documenti depositati presso le autorità di controllo del mercato.
Qui sotto trovate le dichiarazioni di Phil Spencer:
“Sony sta cercando di proteggere il suo dominio console. Il modo in cui crescono è quello di rendere Xbox sempre più piccola. Sony ha una visione del settore molto diversa dalla nostra. Non rilasciano tutti i loro giochi direttamente al lancio anche su PC, non li aggiungono nemmeno nel loro abbonamento al day one”
Queste dichiarazioni giungono in rete dopo che nelle scorse settimane Phil Spencer ha più volte rassicurato i fan di Call of Duty che il franchise rimarrà anche su PlayStation dopo l’eventuale conclusione dell’acquisizione, con il colosso americano che ha offerto all’azienda giapponese un accordo di 10 anni per CoD ma che Sony non ha ancora commentato.
Contestualmente Microsoft ha raggiunto un accordo di 10 anni con Nintendo per rendere Call of Duty disponibile sulle console della Grande N qualora l’accordo con Activision Blizzard dovesse concludersi positivamente. Nonostante questo però, ricordiamo come la Federal Trade Commission (FTC) abbia intentato una causa legale per cercare di bloccare la gigantesca acquisizione della corporazione americana.
Anche le autorità di regolamentazione in Europa stanno esaminando attentamente l’accordo, con l’UE che ha una scadenza del 23 marzo per completare la sua indagine approfondita ed emettere una decisione. Anche la Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito sta eseguendo una revisione più approfondita dell’accordo.