Sono trascorsi circa cinque mesi dal giorno in cui, dopo l’annuncio del CEO Mark Zuckerberg, la compagnia precedentemente nota come Facebook ha cambiato il proprio nome in Meta e, da allora, la compagnia leader nel settore dei social media si trova su un brutto terreno.
Tra le cause del tracollo di META le nuove regole per la privacy promosse da Apple e Google, che penalizzano gravemente l’ex-Facebook
Ovviamente, infatti, non è solo il nome la causa di questo crollo. Anche Google e Apple hanno un ruolo in tutto ciò, sebbene l’intento delle compagnie non fosse quello di affossare Facebook/Meta ma di tutelare maggiormente la privacy degli utenti dei propri servizi. Purtroppo per Zuckerberg il modello di business della sua compagnia vive proprio del tracciamento dei dati personali dei suoi utenti, sfruttati per fare pubblicità mirata, e queste nuove norme sulla privacy rendono ardua questa impresa.
Già a inizio mese la compagnia aveva registrato una perdita del 30% della propria capitalizzazione in borsa, e le cose sono ulterirmente peggiorate da allora. Le misure di privacy introdotte da Google e Apple, permettendo di bloccare i tracker Facebook/Meta, stanno letteralmente immobilizzando i canali di guadagno dell’azienda. Va tenuto tuttavia conto però di come questi stessi tracker, considerati invadenti, avessero cominciato a spingere molti utenti ad allontanarsi dai social media della compagnia.
La popolarità di Facebook/Meta era già comunque stata messa a rischio, e continua a essere influenzata negativamente, dal forte appeal dei servizi concorrenti, primo tra tutti TikTok. Il New York Mag ha stimato le perdite della compagnia, da quando si è passati dal nome Facebook a Meta, in circa 500 miliardi di dollari. Una quantità di soldi cosi enorme che viene difficile immaginarli per un semplice essere umano; una cifra probabilmente sufficiente a finanziare più di un piccolo stato (Circa 500 miliardi più di quanti ciascuno di noi ne vedrà mai nella sua vita).