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Home»Notizie»PC»Onimusha 2 Samurai’s Destiny Remastered Recensione, un’altra classica remaster “di conservazione”

Onimusha 2 Samurai’s Destiny Remastered Recensione, un’altra classica remaster “di conservazione”

La recensione di Onimusha 2 Samurai's Destiny Remastered, un'operazione di conservazione classica con ben pochi contenuti aggiunti.
Lorenzo MangoBy Lorenzo Mango21 Maggio 2025
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Con il quinto episodio della saga annunciato (Onimusha Way of the Sword) in arrivo nel 2026, e con la passione per il Giappone feudale in tutte le sue sfumature che sembra proprio non voler abbandonare il mondo videoludico moderno, non è affatto strano che Capcom abbia voluto ri-proporre ai giocatori il secondo capitolo della sua celebre saga action Onimusha; ambientata proprio nel Giappone feudale “mitologico” che tanto piace ai player. La remastered di Onimusha 2 Samurai’s Destiny è però una classica operazione di remaster “senza troppi sforzi”, da manuale: un titolo del passato ludicamente identico, salvo alcuni minime modifiche alla quality of life, con una veste grafica rinnovata ma non stravolta, solo ripulita. Una campagna, insomma, che lascia intatta l’esperienza originale, nel bene e nel male.

Un gioco per PS2… e si vede

Onimusha 2 Samurai’s Destiny Remastered Recensione

Chi si avvicina al titolo per la prima volta con questa Remastered, troverà un gioco ancorato al 2002: con telecamere fisse e ambientazioni poco interattive, semplici fondali che per quanto artisticamente affascinanti nel design, restano sempre “in secondo piano”; controlli scattosi, animazioni legnose e modelli spigolosi con hitbox approssimative, anche sotto le texture ripulite; infine, una fluidità generale che non regge il confronto con gli standard odierni. Non aiuta che il sistema di combattimento, basato su parate e contrattacchi (Issen), sia poco movimentato ed elementare. Mantiene una sua identità tattica ed è a tratti appagante nelle fasi avanzate, ma può risultare poco digeribile a chi non ha nostalgia dell’era PS2. Il che, lo ricordiamo, non è affatto obbligatorio.

Ora che le remaster “conservative” sono diventate la norma, è impossibile non pensare al perché esistano. In parte pensate come produzioni meno costose e impegnative, in parte sinceramente intese come opere di conservazione dell’originale, sono prodotti dall’alta carica nostalgica, che rimangono pertanto ancorate al modo di intendere i videogiochi e i generi dei loro periodi storici. Nonché, limitate dagli hardware del tutto differenti, da dispositivi e tecnologie di controllo meno precisi. Soul Reaver, Tomb Raider, Shadows of the Damned, pur essendo stati giganti dei loro tempi e avendo in effetti cambiato il modo in cui si fanno i videogiochi oggi, nelle loro versioni originali, le stesse che si giocano nelle remaster odierne, sono comprensibilmente meno digeribili: non sentitevi minimamente in colpa a pensarlo.

Onimusha 2 Samurai’s Destiny Remastered Recensione

Questo Onimusha ovviamente non fa eccezione, e proprio come i succitati è ormai legnoso, poco interessante sul fronte ludico se non per la summenzionata conservazione storica. E, a proposito di “storia”, la trama che segue Jubei Yagyu nel suo viaggio di vendetta contro Nobunaga Oda, resuscitato come signore dei demoni, è per gli standard odierni fin troppo lineare; priva di colpi di scena significativi. A modo suo, certo, riesce comunque a coinvolgere grazie all’ambientazione suggestiva e ai personaggi secondari ben caratterizzati, che anche per l’epoca erano stati parecchio ben caratterizzati (alcuni più di altri).

Sarà per via del sistema di alleanze, un espediente ludico che permetteva, e permette anche nella remastered, di stringere rapporti più o meno sodali con altri personaggi donando loro oggetti specifici più adatti a loro, da indovinare dialogando e stando attenti alle loro parole e preferenze. Certo, confrontandolo con sistemi simili odierni, le meccaniche alla base di questa meccanica su Onimusha 2 sono molto meno approfondite e talvolta poco chiare. Persino non così utili ai fini del gameplay in lotta, se proprio vogliamo.

Per chi è pensata questa Remastered?

Onimusha 2 Samurai’s Destiny Remastered Recensione

Il cuore del gioco, che è sostanzialmente un action hack and slash tutto combattimenti in tempo reale e con solo pochi, piccoli enigmi ambientali da risolvere, resta invariato. La visuale fissa e la suddivisione in “quadri” piccolissimi delle aree non aiuta certo l’immersione nei fondali spogli e poco interattivi. Quanto al vero e proprio “combat system”, è interessante osservarlo per capire come siano nati quelli ben più complessi e soddisfacenti dei moderni Senior, Nioh e quant’altro, dato che richiede di padroneggiare un’alternanza di parate, cambi di “stance” e contrattacchi (Issen) con più armi con ritmi e moveset differenti, che premia il tempismo (anche se è sostanzialmente molto semplice).

Tuttavia, rispetto agli standard odierni, il gameplay è così evidentemente datato che perde molta della magia per chi nel frattempo si fosse abituato a ben altri standard: i controlli sono scattosi, le animazioni rigide e la telecamera fissa può risultare frustrante, soprattutto durante gli scontri più concitati e con i nemici che attraversano liberamente gli interstizi tra le mappe con gli attacchi, risultando di fatto impossibili da parare a volte solo perché non possiamo vederli mentre si “mettono in posa” per il colpo.

Ci sono piccole novità ludiche introdotte nella remastered, sì, ma non sono per nulla mirate a mitigare gli aspetti più obiettivamente frustranti e datati dell’opera. Prendiamo il cambio rapido delle armi, per esempio: ora è possibile cambiare arma senza mettere in pausa il gioco, rendendo l’azione più fluida, sì, ma a che serve se il cambio di arma è utile solo per variare il modo in cui il personaggio si muove, e di fatto le sue interazioni con i nemici restano le stesse? Spada o lancia che si impugni, le stance differenti delle due infliggono quasi gli stessi tipi di colpo, al massimo con hitbox di poco diversi.

E la trasformazione in Onimusha? Fichissima oggi come allora, certo, e per di più adesso è “controllata”: diversamente dall’originale, il giocatore può decidere quando attivare la trasformazione in demone. Tuttavia, a rifletterci su è solo un power up momentaneo, brevissimo, con annesso costume da demone, e aggiunge meno di quanto siamo abituati oggi al gameplay effettivo.

Lo ripetiamo, a scanso di equivoci: le considerazioni che avete appena letto, un poco rigide e apparentemente quasi irrispettose dell’opera originale e della sua veneranda età, chi vi scrive le ritiene necessarie. Non per rovinare l’idea che avete del gioco, per dirvi che non intratterrà i fan dell’originale, o chi vi si approccerà con la giusta forma mentis “nostalgica”. Piuttosto, perché la nostalgia può giocare brutti scherzi e dire le cose come stanno, contestualizzando le analisi al momento in cui vengono scritte, crediamo sia più importante di “indorare” a tutti i costi il passato; spingendo “i giocatori sbagliati”, che desiderano esperienze più pulite o al passo con quelle attuali, verso un gioco comunque storico, ma in potenza non adatto a loro.

Aggiornamenti basilari, ma benvenuti

In chiusura, vi proponiamo un elenco con tutte le novità più rilevanti sul fronte tecnico, grafico e in generale che esulano dal gameplay “diretto”. Novità e aggiornamenti, lo ripetiamo, che per quanto basilari e semplici riescono nel loro intento principale: ripulire la grafica senza stravolgere il colpo d’occhio d’annata.

  • Supporto per risoluzioni fino a 4K, 60 fps, proporzioni widescreen 16:9 e grafica interamente in 3D, non più con fondali pre-renderizzati. Come già detto però, quest’ultima modifica è però utile principalmente perchè ha consentito di aggiornare le texture ambientali, e non ha aumentato per nulla l’interattività degli spazi. Quanto alla risoluzione aumentata, si nota e fa la differenza su schermi adatti, ovviamente.
  • Caricamenti rapidi, salvataggi automatici e possibilità di saltare le cutscene, che migliorano sensibilmente il ritmo di gioco.
  • Aggiunta la modalità Inferno, che permette di completare il gioco morendo con un solo colpo: è una vera sfida per veterani. Pare che solo pochi membri del team di sviluppo siano stati in grado di completare il gioco a questo nuovo step di difficoltà.
  • Nuove gallerie, con oltre 100 nuovi artwork aggiunti a quelli pre esistenti, minigiochi sbloccati fin da subito (“Man in Black”, “Team Oni” e “Puzzle Phantom Realm” sono accessibili sin dall’inizio), colonna sonora digitale (tutti i 43 brani originali sono disponibili in una nuova selezione digitale) e bonus per chi possiede il salvataggio del primo Onimusha remastered (Bonus pre-ordine. Prenotando il gioco o acquistando il bundle “Onimusha 1+2 Pack”, si riceve l'”Onimusha 2: Orchestra Album Selection Pack”, che include brani orchestrali e oggetti utili in-game.

Una considerazione finale: il doppiaggio inglese è come lo ricordavamo, quindi di qualità altalenante; a volte molto ben fatto, altre con alcune performance che risultano poco convincenti. Fortunatamente, la remastered offre la possibilità di selezionare l’audio giapponese originale, garantendo un’esperienza più autentica e soddisfacente.

La recensione in breve

6.5 Conservativo

Onimusha 2 Remastered è un prodotto dichiaratamente nostalgico: non modernizza il gameplay, e anche se lo “incornicia” con cura e rispetto e tenta di arricchirlo con contenuti bonus e piccole modifiche alla quality of life. I miglioramenti tecnici ed estetici sono evidenti, ma non possono fare nulla se lo scheletro fondante dell’esperienza è, sotto tutti i punti di vista, così fortemente datato. Per chi ha amato la serie o vuole riscoprirla in attesa del nuovo capitolo è un’occasione da cogliere, certo, soprattutto grazie al prezzo contenuto. Ma chi si aspetta un titolo rimasterizzato moderno o un rifacimento profondo potrebbe restare deluso dalla sua rigidità di fondo: immutata. La remastered di Onimusha 2: Samurai’s Destiny è più che altro un'operazione di recupero, mirata a preservare l'esperienza originale del 2002 e tramandarla identica nella sostanza, solo lievemente ripulita nell’aspetto.

  • Voto Game-eXperience 6.5
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